RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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domenica 31 gennaio 2016

Una giornata intensa... fra San Miniato e Bologna...

Sabato 30 gennaio... 
ore 11'00 San Miniato, piazza del Bastione: presentazione Grande Aurora
ore 14'00 Arte Fiera, Bologna 
ore 18'00 SetUp, Bologna

La giornata era segnata in agenda con solo tre appuntamenti

In effetti, letta così la cosa potrebbe risultare anche semplice: tre appuntamenti, con qualche ora fra uno e l'altro ed un tragitto tutto sommato breve, solo un'ora, un'ora e mezza di auto ad andare ed lo stesso tempo a tornare. Insomma nella norma... ma fra le righe, una enorme lista di cose da fare... 

Andiamo per gradi. 



La GRANDE AURORA, è una scultura monumentale dell'artista Franco Mauro Franchi. 
Di oltre 2 metri di altezza, in resina e del peso superiore ai 400kg.  
L'abbiamo svelata questa mattina, in piazza del Bastione, in quella che oramai, per molti, è la porta d'accesso alla città federiciana e da qualche mese anche  il "salotto dell'Arte a cielo aperto" di San Miniato, da quando a novembre abbiamo collocato la scultura 
di Christian Balzano "non è vero ma ci credo". 

Questa mattina, davanti ai giornalisti, le autorità cittadine, curiosi, ospiti ed ovviamente l'artista, abbiamo dato il via all'inaugurazione. Evento voluto e promosso ancora una volta dal C.R.A., Fondazione San Miniato Promozione, Casa d'Arte San Lorenzo e ovviamente il Comune di San Miniato. 
Come il prcedente, e anche quelli che verranno, questo appuntamento rientra nel programma studiato qualche tempo fa insieme al sindaco Vittorio Gabbanini e coprirà tutto il 2016, per portare la città toscana all'interno del "sistema arte" che di fatto per sua naturale vocazione, trova la giusta vetrina proprio nelle strade della città.




Rilasciata l'ultima intervista a Toscana Tv, di corsa a Bologna...
Prossima tappa ArteFiera. 
Giunta alla 40° edizione, la fiera dell'arte Moderna e Contemporanea più longeva d'Italia, è un appuntamento imperdibile! 
Quest'anno poi, oltre ai capolavori è tornata anche un po' di allegria. 
Vendite aumentate, prezzi e valutazioni in crescita e tante, tantissime opere importanti da mostrare, proporre e vendere... personalmente in agenda avevo alcuni appuntamenti con amici, artisti e collezionisti. 
Ovviamente la fiera bolognese è sempre cionvolgente e se cerchi qualcuno del mondo dell'arte, per lo meno quello italiano, lì, in questi tre giorni, lo trovi. 
Il problema è essere puntuali... ogni stand le chiecchiere aumentano e i minuti si rincorrono accumulando ritardo su ritardo. 
Facendo letteralmente lo slalom fra gli espositori riesco comunque a trovare tutti quelli con i quali avevo fissato senza però privarmi del gusto di ammirare... 
un quadro lì... una scultura là... 
Ora della fine sono stati tanti gli incontri. 
Alcuni casuali, altri fissati, certuni imprevisti ed altri ancora sperati...
Al termine della visita però la riflessione ogni anno, è sempre la stessa: è una fiera o un museo? C'è ancora quella sana follia della scommessa? Chi ha fiuto e chi no? 
forse non è più questo l'ambiente adatto alla scoperta... Ma lo è senz'altro quello che viene dopo!
Si, l'ultima tappa della giornata: SetUp.



SetUp è altro! 
Si è vero per molti è la "satellite", per altri ancora è un guazzabulgio e per alcuni, come il sottoscritto, è energia, vita, sorpresa!
Qui in effetti gli appuntamenti erano pochi. Qui vengo prevalentemente solo per piacere.

Giunta alla sua quarta edizione, collocata nella fatiscente autostazione dei pulman del capoluogo emiliano, è la fiera delle scommesse. Giovani talentuosi mossi dall'entusiasmo della creatività propongono attraverso l'opera di alcuni galleristi di ricerca e curatori migranti ed indipendenti, il loro operato. Nei corridoi labirintici di questo edificio ogni angolo trasuda entusiasmo e fede. Fede come credo, come intenzione del fare, come sguardo rivolto al futuro. 
Se dall'altra parte dell'universo (Arte Fiera), si celebra il Presente, Passato e Trapassato, da questa parte c'è l'oggi il domani ed anche il dopo.

Gestita, organizzata e pensata da un pool tutto al femminile, SetUp ancora una volta è l'appuntamento del w-e emiliano!

Fine settimana che ha il suo giusto epilogo nella notte bianca dei musei, delle gallerie e del popolo dell'arte... ma questa è un'altra storia, che l'anagrafe, gli acciacchi e la stanchezza non mi permettono di rendicontarvi...

giovedì 28 gennaio 2016

Buon compleanno Claes...



Era il fatidico 2000. La porta del nuovo millenio!
Non abitavo più a Milano da parecchio tempo. Ci tornavo però, come ci torno tuttora, almeno un giorno o due a settimana (per un milanese è quasi impossibile staccarsi dalla propria città, come penso sia per chiunque si allontani dalle proprie origini). 
Da poco era stata riqualificata piazza Cadorna, snodo cruciale del centro milanese, per mano della straordinaria Gae Aulenti.

Fu lei che volle fortemente collocare quella scultura intitolata "Ago, filo e nodo" di Claes Oldenburg, genio americano dell'arte Pop, inaugurata nel febbraio di quell'anno.

La prima volta che la vidi rimasi decisamente colpito! Avevo già visto altre sue creazioni in giro per il mondo ma trovarmela lì nel cuore della mia Milano fu assolutamente un emozione!
Era, anzi è, enorme e monumentale ma allo stesso tempo leggera, scanzonata. Divertente!

Non fu subito capita ed accettata. 
Come spesso avviene per i fatti del contemporaneo... 
Oggi, come allora, quella piazza è per me una delle più "fresche" di Milano e tutti i milanesi ora, a distanza di oltre 15 anni, di quella scultura, non saprebbero più "farne a meno".

L'opera è un dichiarato omaggio alla laboriosità milanese e, soprattutto, al mondo della moda, che nel capoluogo lombardo trova uno dei principali centri mondiali.

Ma non solo.
Collocata di fronte alla Stazione delle Ferrovie Nord, ipotetica porta d'accesso alla città, e a ridosso della fermata Cardorna della metropolitana, conserva in sè l'idea di un treno che entra in una galleria sotterranea.

La scultura, divisa in due parti ricongiunte idealmente due angoli della piazza attraversando il sottosuolo proprio come i treni sotteranei che collegano gli angoli opposti della città da una parte all'altra.

I colori usati allora dall'artista per il "filo" erano il rosso, il verde ed il giallo, gli stessi colori identificativi delle tre linee milanesi dei tempi (oggi son diventate 5). 

Oggi 28 gennaio, nel 1929 nasceva il grande Claes Oldenburg...e allora, buon compleanno Maestro. E grazie!

I miei pensieri sull'arte 7





Quando l'arte si piega alla politica, perde completamente la propria primaria eccezionalità: la libertà!



GRANDE AURORA a San Miniato


Dopo il succeso legato all'esposizione dell'opera di Christian Balzano "non è vero ma ci credo" in piazza del Bastione e l'installazione "restiamo umani" di Stefano Tonelli sul prato della Rocca, a San Miniato torna la grande arte.

Bisogna però aspettare fino a sabato mattina, 30 gennaio, alle 11'00 quando avrà luogo la conferenza stampa di presentazione della nuova scultura che sarà allestita in piazza del Bastione, per scoprire l'autore del nuovo grande progetto legato alla nuova installazione. 
Per ora un solo indizio, il titolo: GRANDE AURORA

La messa in sede della scultura rientra nel programma voluto dalla nostra Associazione, insieme alla Fondazione San Miniato Promozione, al Comune e con la partecipazione di Casa d'Arte San Lorenzo, che prevede per tutto l'anno 2016 la trasformazione della "porta" d'ingresso della cittadina federiciana in salotto dell'arte...

a breve altri indizi...

Ancora "OTHER IDENDITY - altre forme di identità popolari e pubbliche" il progetto di Francesco Arena



Ed eccomi ancora a parlare di "OTHER IDENDITY - altre forme di identità popolari e pubbliche" il progetto di Francesco Arena in collaborazione con Genova Musei; Centro di Documentazione per la Storia, l'Arte, l'Immagine di Genova (DocSAI); Goethe-Institut Genua,(vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2015/12/other-identity-un-progetto-cura-e-di.html).

Da qualche giorno è in rete il sito dell'evento, http://otheridentity.wix.com/official, che è andato ad affinacare la pagina FB (https://www.facebook.com/OtherIdentity2016/?fref=ts).

Come vi avevo accennato in un post precedente (vedi http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2016/01/a-proposito-di-other-identity-altre.html), sono stato sollecitato anch'io a scrivere un breve contributo sul concetto

"...i cambiamenti dell'identità individuale attraverso l'utilizzo dei mezzi di comunicazione contemporanei social net ecc., di come sia cambiato il nostro modo di presentarci anzi di "autorappresentarci" con la nostra immagine, non solo nell’arte ma nel quotidiano sempre + costruita ed enfatizzata, come un susseguirsi di "pose" di uno shooting quotidiano che ormai fa parte delle nostre abitudini...ben lontane dalla spontaneità di una istantanea o di una polaroid ma costruite e mirate al messaggio che vogliamo arrivi attraverso di loro..."...

Ora potete leggerlo, insieme a quello di tutti gli altri invitati, andando all'indirizzo...


Gloria Campriani. HABITAT, la ricomposizione. A cura di Alessandra Frosini

 
 
Gloria Campriani. HABITAT, la ricomposizione.
A cura di Alessandra Frosini

Palazzo Pretorio, Certaldo (FI)
13 Febbraio - 3 Aprile 2016

Inaugurazione sabato 13 febbraio ore 15.30

Presentazione: Giacomo Cucini, Francesca Pinochi, Alessandra Frosini e Luca Nannipieri

Collaborazioni artistiche e performer: Manuela Mancioppi e Rachel Morellet

Interventi:Ylenia Sottile, Valentina Isidori, Giulia Bartalesi, Caterina Brutti

Ricomporre significa mettere insieme i frammenti di qualcosa ritrovandone l'integrità, creare coesione e unione fra di essi per ricostruire e ricostituire ciò che è separato, mettendo insieme strumenti e ricerche nuove. Cercare la giusta coesione e unione per ricomporre il migliore incastro dei tasselli è infatti un gesto che comporta l'esplorazione di tutti i tentativi possibili e il coraggio della sperimentazione. Ricomporre
nuove modalità di interazione significa anche risanare relazioni diverse.

Partendo dai concetti di ambiente sociale e ricomposizione, l’artista, concentra la riflessione sulla necessità primaria di trovare nuove vie attraverso l'unione e il confronto, per ricostituire un nuovo habitat comune, contro l'irrigidimento, la chiusura mentale e l'individualismo. L'habitat da ricomporre è dunque l'immagine che veicola il concetto di un ambiente in senso lato, un ambiente i cui frammenti vanno ricongiunti per ritrovarne l'integrità attraverso la memoria, la cultura, ma anche la sperimentazione, la collaborazione e la
ricerca.

Il concetto di ricomposizione rappresenta uno dei punti focali del lavoro della Campriani, portato avanti negli anni attraverso l'incessante sperimentazione e ricerca nel campo della fiber art e nella continua trasformazione dei suoi lavori, che partono dal riciclo dei materiali per creare una nuova realtà attraverso la capacità di osare e sperimentare, tra effimero e materialità.

L'artista utilizza il filo come simbolo della propria identità e come mezzo di unione, con un'attenzione al gesto e allo sviluppo del progetto per ottenere il risultato cercato, senza interesse per lo strumento in sé, che ne fanno una vera e propria artista concettuale. Il suo lavoro è perciò eclettico e utilizza mezzi diversi, dai quadri, alle installazioni, ai video e alle performance, per focalizzare il concetto, sperimentando e ricercando incessantemente nuove possibilità del contemporaneo. In particolare la sua attenzione si concentra su
tematiche legate alla sociologia e alla psicologia sociale, come la riflessione sul concetto di bene comune e sulle nuove tendenze dell'interazione sociale.

A corredo della mostra verrà realizzato un catalogo che racchiuderà, oltre alla riproduzione delle opere più significative dell'intero percorso artistico di Gloria Campriani, e al testo del curatore, saggi critici e brani dalle recensioni più importanti sul lavoro dell'artista, nonché i contributi delle studentesse coinvolte nel
progetto.

La mostra è visitabile dal 13 febbraio al 3 aprile 2016
Tutti i giorni: 9.30 – 13.30 14.30 – 16.30 escluso il martedì

HABITAT, la ricomposizione è stato promosso dal Comune di Certaldo (FI), Assessorato alla cultura

GIANNI MORETTI / MARIA ELISABETTA NOVELLO - AU MILIEU - Un progetto di e a cura di Martina Cavallarin



GIANNI MORETTI / MARIA ELISABETTA NOVELLO
AU MILIEU
Un progetto di Martina Cavallarin
A cura di Martina Cavallarin
Whitelight Art Gallery
Via San Giorgio 12/a Bologna
Vernissage 23 gennaio 2016 h.18.00 - 21.00
Art City White Night
23 gennaio – 16 febbraio 2016

Whitelight Art Gallery, in occasione di ArteFiera 2016, presenta la bipersonale di Gianni Moretti e Maria Elisabetta Novello. Il progetto AU MILIEU, a cura di Martina Cavallarin, sarà inserito nel circuito di Art City White Night.

AU MILIEU è un progetto che si snoda tra il piano di lavoro elaborato dal critico, lo studio in cui l'artista elabora il progetto, l’abitazione delle opere stabilito dal curatore e gli artisti, l’ambito spaziale al quale è destinato il lavoro e il rapporto tra opera e fruitore, quindi tra evento d’arte e spettatore. Si tratta di declinazioni che intendono esercitarsi sul concetto di traccia, mappatura, appoggio, percezione, intercessione ed empatia, attenzione e incontro. Il respiro concettuale che affiora dalle opere esposte è l’importanza di ciò che sta “nel mezzo” che in AU MILIEU si concentra sul “coefficiente d’arte”, lo spettatore, che partecipa e si abbandona all’opera aumentandone potenza e significato.
Scrive Gilles Deleuze a proposito dell’interesse di Carmelo Bene per ciò che è un personaggio minore o maggiore: “Il divenire, il movimento, la velocità, il turbine, si trovano in mezzo. L’interessante è in mezzo, ciò che succede nel mezzo (au milieu). Il mezzo non è un media, è invece un eccesso. Le cose crescono nel mezzo. Era questa l’idea di Virginia Woolf. E il mezzo non vuol dire affatto essere nel proprio tempo, essere del proprio tempo, essere storico; al contrario. È ciò per cui i tempi più diversi comunicano “. (1.)

Un’esposizione d’arte contemporanea non rappresenta, attraverso le opere, ciò di cui parla il progetto, bensì attraverso le opere costruisce una nuova realtà architettata attraverso esperimenti, tentativi, fallimenti, elaborazioni di processi creativi che si muovono nello spazio della galleria e percorrono il tempo dell’esposizione e il tempo d’incontro tra spettatore e opera. In questo senso AU MILIEU agisce, muovendosi nel territorio di mezzo, nell’intermezzo messo in scena dalle installazioni in mostra, nel tentativo di sviluppare un luogo d’incontro in cui mettere in discussione le regole del gioco.

La mostra presenta un’opera a tiratura limitata creata a tre teste e quattro mani, ovvero pensata dal critico e dagli artisti e realizzata concretamente dai due artisti, per una pratica olistica e di investigazione prevista e auspicabile nell’arte contemporanea, che prende vita dalla verbalizzazione per esplicarsi nella visualizzazione. La scatola, di formato A5 edita in 30 copie, contiene una citazione di Gilles Deleuze dalla quale Martina Cavallarin ha preso spunto per strutturare il progetto e due interventi, realizzati da Gianni Moretti e Maria Elisabetta Novello, espressioni della processualità delle opere in mostra. 
Nello spazio espositivo le due installazioni a dimensioni ambientali, si snodano con andamento geometrico, da soffitto a pavimento: un percorso verticale teso al vuoto nel caso di Moretti e orizzontale teso al pieno nel caso di Novello. Partendo da ciò che sta nel mezzo, nell’intervallo tra le cose, Maria Elisabetta Novello svolge una ricerca, che si attiva dallo studio del libro Specie di spazi di George Perec, ricreando una mappatura che niente delinea e raffigura, un rettangolo pieno che intercetta la regione del dubbio, le coordinate dell’incerto, la presenza dell’effimero. La densa polvere a pavimento le cui scritte sul confine rimandano immediatamente alla bianca mappa del mare usata per la caccia allo snark nel poemetto umoristico di Lewis Carrol, crea una zona da attraversare o rispettare, un luogo di astrazione e di presenza, un territorio in cui apparizione e sparizione si alternano senza soluzione di continuità. In opposta direzione ma teso allo studio del medesimo processo di AU MILIEU, Gianni Moretti edifica una struttura verticale che riprende l’antica cinta muraria della città di Bologna. Si tratta di una pelle fragile e inconsistente, una seconda stanza che lavora su una topografia geografica reale mediante la quale l’artista mette in discussione tutte le frontiere e i confini del mondo per una ricerca rivolta allo stato delle cose, ai loro cambiamenti, al concetto di protezione che si scontra inevitabilmente con la chiusura, l’esclusione, la delimitazione. Lo spettatore si avvicina all’opera allertando un sistema di sensori che fanno suonare centinaia di campanelli che abitano asserragliati la struttura precaria di nylon e legno.
Sulle pareti della galleria una serie di disegni realizzati con la cenere da Novello sviluppano il suo discorso di Specie di spazi. Le carte d’oro di Moretti sono organismi saturi di scritte e materia, supporti fragili e densi che cadenzano il ritmo del respiro della struttura verticale.
AU MILIEU tende a tracciare una nuova e più adeguata narrativa della società contemporanea, organismo senza soluzione di continuità e in stato di complessa mutazione nel quale anche chi attiva un piano ideativo, il critico e chi lo dispone nello spazio, il curatore e gli artisti, e chi lo rivela ovvero l’opera, è disposto dallo spettatore: il paradigma è nella direzione di una nuova legislazione del modo d’intendere la società e le forme di aggregazione e interazione che vi circolano e delle quali l’arte rappresenta l’elemento cardine atto al dialogo, al confronto, alla condivisione partecipata che va dall’individuo alla collettività.

1.      Carmelo Bene, Gilles Deleuze, Sovrapposizioni. Quodlibet, 2002, p. 92.
© Martina Cavallarin

Cenni biografici Gianni Moretti :
Gianni Moretti (Perugia, 1978), vive e lavora tra Milano e Berlino.
Tra le mostre collettive e personali: Mongin Art Space, Seoul (Corea del Sud); Museo MAR, Ravenna; Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (MB); Museo di Palazzo Poggi, Bologna; Mestna Galerija, Nova Gorica (Slovenia); Palazzo Zenobio, Venezia; I.S.C.P., New York (USA).
Nel 2011 partecipa a “Round the Clock”, evento collaterale della 54° mostra internazionale d’arte - La Biennale di Venezia.
Ha collaborato con il teatro ed è stato selezionato per residenze artistiche a New York, Seoul e Berlino.
Tra i riconoscimenti ottenuti: Nel 2013, Finalista Premio Terna 05, Roma; Premio SetUp 2013, Bologna; Premio d’Arte Rugabella 2011, Milano; Premio San Fedele 2007, Milano; XXIII Premio Oscar Signorini 2006, Milano; Premio Accademia Olimpica Nazionale 2006, Roma; Premio Iceberg 2005, Bologna; Premio Nazionale delle Arti 2003, Roma.

Cenni biografici Maria Elisabetta Novello:
Maria Elisabetta Novello (Vicenza 1974) ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero.
Tra le sue importanti mostre del 2015 si segnalano “Per una gioiosa entropia” Alessandra Lazzaris Maria Elisabetta Novello, Casa Cavazzini Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine, del 2014 “Sesta edizione Premio della Fondazione VAF, Schaufler Foundation, Schauwerk Sindelfingen, Stadtgalerie Kiel, con l’assegnazione del Primo premio VI edizione Premio fondazione VAF - Palazzo Della Penna, Perugia.
Nel 2013 “ Transparency belongs to Citizens Blumm Prize” vincitrice Primo Premio, Ambasciata Italiana di Brussels, nel 2012 Menzione giuria Premio Combat in pittura, Museo Civico G. Fattori ex Granai Villa Mimbelli, Livorno, nel 2010 Premio Arti Visive, San Fedele, Milano e nel 2007 vincitrice Primo Premio al concorso ManinFesto a cura di Francesco Bonami, promosso dal Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin di Passariano (Udine).
Le sue opere si trovano nelle importanti collezione del MART di Rovereto e della VAF – Stiftung Collection.

Ufficio Stampa
Marta Menegon – cell. 347 5810150

UT NEW TROLLS




UT NEW TROLLS: 13 FEBBRAIO 2016 CONCERTO PRESENTAZIONE ALBUM é

Il Teatro di Milano, gli UT New Trolls e la produzione Ma.Ra.Cash / Self Distribuzione comunicano che sabato 13 febbraio 2016 alle ore 21 si esibiranno sul palco del teatro gli UT New Trolls, special Guest Elisabetta Garetti (violino solista)

Opening Act: Karygmatic Project

Approfondimento sul disco:

ALTA FEDELTA'

Il marchio alta fedeltà (HI-FI) veniva spesso utilizzato, fino a qualche anno fa, per indicare dispositivi audio di qualità superiore. Lo stesso termine, potrebbe essere utilizzato per descrivere il tipo di registrazione scelto per questo album. L’intero disco è stato registrato dal vivo senza editing e sovraincisioni, fatta eccezione per cori e violino (per sfruttare al meglio i riverberi naturali dello studio). Il missaggio dei brani è stato effettuato in tempo reale, senza automazioni e riversato direttamente su due tracce analogiche a nastro. Alta fedeltà ..alla realtà quindi, non raggiunta grazie agli ultimi prodigi della tecnologia, ma registrando l’album in analogico, suonando tutti insieme ed evitando le correzioni digitali. Tutto questo per realizzare un disco autentico, dove si possono cogliere tutte le sfumature del gruppo.

La musica e il pensiero non si lasciano mai la mano, un’unità tenace,l’arte delle partiture al servizio delle emozioni. Gianni, Maurizio e la band con lo sguardo varcano ogni precedente orizzonte e costruiscono la qualità nel tempo con le melodie , il raffinato rock melodico, e le aperture alla musica colta. Un Gustoso mix di sonorità tanto care ai colori del progressive.

“Custodire il passato è, allo stesso tempo, costruire il futuro, dove la memoria non richiede stasi, esige movimento, ed “è” uno di quei lavori che non ti aspetti.”

Daniele Raimondi

Michel Blazy - Living Room - a cura di Lorenzo Giusti al MAN


 

Il Museo MAN è lieto di annunciare l’imminente apertura della mostra Living Room, personale dell'’artista francese Michel Blazy, a cura di Lorenzo Giusti.

Avvio di un programma annuale dedicato alle trasformazioni del pensiero ecologico, la mostra pone in dialogo opere recenti e nuove produzioni, indagando aspetti diversi del lavoro dell’artista.

Da più di venticinque anni Blazy opera utilizzando materiali organici, integrandoli con oggetti di consumo. L’artista crea processi estetici nella dimensione del tempo, con esiti sempre aperti e indeterminati. La materia contenuta nei suoi lavori porta in sé il potenziale di crescita e deterioramento a cui tutta la ricerca dell’artista si rivolge. Le sue opere risultano in perenne alterazione, condizionate dal variare dei contesti e dallo svolgersi della loro stessa vita; un inno alla metamorfosi e all’incessante processo di rinnovamento del ciclo del vivente.

Per il MAN Blazy ha progettato uno spazio da abitare, un salotto “animato” in cui elementi organici – erba, piante, prodotti alimentari – convivono con oggetti apparentemente statici, come abiti o vecchi computer. L’installazione sovverte le convenzioni museali proponendo un modello espositivo alternativo, in cui il caso e i sistemi autogenerativi si integrano, fuggendo al controllo del suo stesso autore. Da luogo di esposizione il museo si fa dunque palcoscenico, spazio vitale all’interno del quale si concatenano accadimenti non sempre percettibili (germinazioni, crescite, decomposizioni). La materia biologica si fa collaboratore attivo nella costruzione dell’opera, mettendo in evidenza il ruolo e l’influenza delle condizioni esterne, come la luce, l’umidità, la temperatura.

Living room restituisce dunque uno spazio fisico come un organismo, aprendo il campo a una riflessione sul rapporto tra natura e cultura e promuovendo una visione articolata, non antropocentrica, della realtà. Un sistema complesso dove operano entità molteplici - siano esse forme di vita vegetale o macchine - che esistono indipendentemente da noi, ma che con noi si muovono ed evolvono. In questo senso gli ultimi lavori di Blazy – che integrano parti elettroniche, computer ed elementi vegetali - sembrano inserirsi, con voce autonoma, all’interno dell’attuale dibattito sull’animismo tecnologico e sulla vita degli oggetti, riaffermando la centralità delle forme e dei processi naturali.

Michel Blazy (Monaco, 1966) vive e lavora a Parigi. Suoi lavori sono conservati in alcune delle più importanti collezioni internazionali, tra le quali il Centre Pompidou di Parigi; il Museum of Old and New Art (MONA), in Tasmania; il Museée d’art Moderne de la Ville de Paris, Il Nouveau Musée National di Monaco, Le Abattoirs di Tolosa e in numerosi FRAC francesi. Diverse mostre personali sono state consecrate al suo lavoro, tra le quali: Pull Over Time, Art:Concept, Parigi (2015); Bouquet Final 3, National Gallery of Victoria; Melbourne White Night (2013); Le Grand Restaurant, Frac Île-de-France, Parigi (2012); Débordement domestique, Art:Concept, Parigi (2012); Post Patman, Palais de Tokyo, Parigi (2007).


Info:
MAN Museum via S. Satta 27- 08100 Nuoro
tel. +39 0784 25 21 10
opening hours: 10 AM - 1 PM | 3 PM -7 PM closed Monday
www.museoman.it

progetto SAN SALVARIO DISTRICT - FASHION ART a Torino





La Città di Torino e la Regione Piemonte sostengono il progetto SAN SALVARIO DISTRICT - FASHION ART che avrà luogo nella primavera 2016.

Il Piemonte ha un ricco passato legato alla moda, al design e all’artigianato. Torino gioca un ruolo importante in questa storia: agli inizi del ‘900 è la capitale della sartoria e della moda italiana; lungo il Po si concentrano infatti numerosissime sartorie e la vicinanza con la Francia aumenta la possibilità di scambi e contaminazioni in questo settore. Non a caso nasce a Torino il primo Salone della Moda in Italia, il SAMIA, e alcune delle più importanti aziende italiane di moda, che hanno aperto la strada all’imponente presenza di aziende del settore che figurano tra i principali produttori europei per importanza di fatturato.
Con un occhio alle tradizioni e uno al futuro si è deciso quindi di realizzare un’iniziativa che mostri il talento e la creatività italiani e stranieri attraverso le nuove tendenze dell’arte, della moda, del design, portando artisti, designer, artigiani, sarti e stilisti a confronto in uno scambio di linguaggi creativi.
In un contesto di revisione degli equilibri finanziari e geopolitici mondiali, l’arte, la moda, il design e l’artigianato costituiscono una straordinaria occasione di progresso civile, economico e occupazionale che trova le sue radici nella vocazione alla ricerca su cui si basa il Sistema Italia.
Si è deciso di puntare su di un quartiere particolarmente ricco di sfumature e di stimoli come quello di San Salvario, un ”distretto” che negli anni ha accolto le diverse immigrazioni, prima dal sud d’Italia e poi dal sud del mondo. Un quartiere con un’elevata presenza di attività commerciali e artigianali, alberghi e ristoranti con il più ricco tessuto associativo, non a caso vi convivono quattro religioni e i loro templi: le chiese cattoliche, il tempio valdese, la sinagoga, le sale di preghiera musulmane. Un quartiere multietnico che ha saputo trasformarsi e mettersi in gioco, trasformando in atout caratteristiche che potevano penalizzarlo. 

Il progetto San SalvarioDistrict – Fashion Art & Craft vuole proporre al più ampio pubblico di fruitori la trasformazione delle location di San Salvario in una grande vetrina che coinvolge artisti, designer, artigiani, sarti e stilisti, sia italiani che stranieri. La manifestazione sarà proposta per cinque giorni dal 30 marzo al 3 aprile 2016 e coinvolgerà :
  • Gallerie d’arte
  • Boutiques
  • Locali underground
  • Ristoranti e cool bar
  • Studi di architettura
  • Cortili
  • Piazza Madama Cristina ( sede del mercato rionale )
  • Piazzetta Primo Levi ( Residenza San Salvario dell’Ufficio Pio della
    Compagnia di San Paolo )
  • Piazza Saluzzo ( attigua al Teatro Baretti )
  • La Casa del Quartiere
  • Lombroso 16 ( sede della biblioteca )
  • Altri luoghi Istituzionali 

    Le sedi prescelte diventeranno spazi espositivi e di vendita per tutti coloro che parteciperanno alla manifestazione.

    Il 5% delle quote di partecipazione andranno a sostenere la FARO, Fondazione onlus che segue i malati terminali a Torino e Provincia.

     
    Il progetto sarà sostenuto da:

  • Consiglio Regionale del Piemonte
  • Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte
  • Camera di Commercio di Torino
         e patrocinato da:
  • Assessorato al Commercio della Città di Torino
  • Assessorato alla Cultura della Città di Torino
  • Assessorato pari opportunità della Città di Torino
  • Città Metropolitana di Torino
  • Circoscrizione 8
  • CNA 

    Comunicato Stampa Ufficiale

    SAN SALVARIO DISTRICT Fashion Art & Craft
    30 marzo – 3 aprile 2016 

    Lo storico quartiere di San Salvario a Torino dal 30 marzo al 3 aprile 2016 diventerà una inaspettata vetrina per creativi italiani e stranieri: fashion designer, artisti, artigiani, fotografi e designer. Grazie al progetto SAN SALVARIO DISTRICT Fashion Art & Craft, ideato dall’Associazione Golfart in collaborazione con l’Assessorato al Commercio, Lavoro e Attività Produttive della Città di Torino e con il sostegno della Regione Piemonte, per cinque giorni i creativi italiani e stranieri abiteranno il quartiere insediandosi negli esercizi commerciali e nelle sedi istituzionali e animando le vie con un’esplosione di creatività.

    Gallerie d’arte, boutique, locali underground, ristoranti, bar, studi di architettura, cortili, l’intera piazza Madama Cristina -sede del mercato rionale-, la Residenza San Salvario dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo, piazza Saluzzo -attigua al teatro Baretti-, la Casa del quartiere, la biblioteca Ginzburg / Lombroso16 e altri luoghi istituzionali diventeranno per un breve lasso di tempo spazi espositivi e di vendita. Il cuore del progetto è un quartiere con un’elevata presenza di attività commerciali e artigianali, alberghi e ristoranti e con il più ricco tessuto associativo, non a caso vi convivono quattro religioni e i loro templi: le chiese cattoliche, il tempio valdese, la sinagoga, le sale di preghiera musulmane. San Salvario è per vocazione un quartiere ricco di sfumature e stimoli, enfatizzati da numerosi flussi migratori, che ha saputo trasformare in arricchimento delle caratteristiche che avrebbero potuto penalizzarlo. Vivendo e respirando il quartiere si ha come l’impressione che il tempo si dilati: ci sono le ore dedicate alla routine quotidiana, con un mercato molto frequentato e innumerevoli esercizi commerciali, bar e ristoranti; poi c’è il tempo dedicato alla creatività con tutti gli studi di design, pubblicità, le gallerie e i negozi che vendono i pezzi unici creati dagli artisti che hanno scelto le botteghe nel vivace crocicchio di vie; e infine ci sono le ore della movida, quando da tutti gli altri angoli della città ci si sposta a San Salvario per esplorare la notte e godere delle molteplici offerte che solo un quartiere cosi multietnico e multiculturale può offrire.
    Si è deciso quindi di celebrare questa unicità offrendo anche a chi non vive e opera nel quartiere di godere della forte energia creativa che anima San Salvario; artisti, fashion designer, artigiani, designer e fotografi potranno esporre negli innumerevoli spazi messi a disposizione dal 30 marzo al 3 aprile 2016. Una parte della quota di iscrizione andrà in beneficienza alla Fondazione FARO Onlus che da anni fornisce assistenza ai malati terminali e alle loro famiglie.

    Per tutta a durata del SAN SALVARIO DISTRICT ci saranno appuntamenti aperti a tutti, incontri, conferenze e il Premio Salvatore Giachella – Giorgio Puleo indetto in onore di due cari amici che ci hanno lasciato il mese scorso e che sono stati attivi operatori della trasformazione del quartiere. La giuria, composta da ANTONELLA FRONTANI, giornalista, scrittrice, Vice Presidente Film Commission, BEPPE CALOPRESTI, funzionario Assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, GIAN CARLO TRANZATTO, architetto e designer, SILVANO COSTANZO, giornalista, artista e gallerista e da TATIANA RIORDA, educatrice, selezionerà i vincitori nelle varie categorie tra tutti i partecipanti che riceveranno – oltre al rimborso della quota d’iscrizione, la tessera Abbonamento Musei Torino Piemonte per accedere liberamente ai musei, Residenze Reali, castelli, giardini e fortezze, collezioni permanenti e mostre temporanee di Torino e del Piemonte. 

    Per avere un aggiornamento continuo e costante sul progetto SAN SALVARIO DISTRICT abbiamo creato un blog www.sansalvariodistrict.wordpress.com da cui è possibile scaricare il modulo di iscrizione e restare informati su tutte le nuove iniziative e sulle caratteristiche dei partecipanti.

mercoledì 27 gennaio 2016

MUMBLE MUMBLE ovvero Confessioni di un orfano d'arte

 
 
MUMBLE MUMBLE ovvero Confessioni di un orfano d'arte
 
con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli 
4 febbraio ore 21.00 Auditorium Museo Piaggio

Un infuriare di ricordi surreali, grotteschi, ironici. Un intreccio inestricabile di cultura e provocazione, di attese insoddisfatte e di traiettorie felicemente impreviste. Un paradossale e compiaciuto autodafé laico. È questo Mumble Mumble ovvero Confessioni di un Orfano d'arte scritto da Emanuele Salce e Andrea Pergolari. 
Lo spettacolo, dopo oltre 100 repliche, giunge alla sua quinta stagione. Sul palco Emanuele Salce, insieme a Paolo Giommarelli, dà vita ad un racconto ironico, dissacrante, intimo e coraggioso che il 4 febbraio sarà in scena presso l'Auditorium Museo Piaggio di Pontedera.

“Mumble Mumble” è una tragicomica confessione di un orfano d'arte, la narrazione divertente di due funerali... e mezzo. Emanuele Salce, con l'ironia e la verve che lo caratterizzano, è il narratore di tre morti: quella di suo padre naturale, il regista Luciano Salce, quella del secondo marito di sua madre e suo padre adottivo, Vittorio Gassman e, infine, quella metaforica: la sua.

Nelle prove in camerino di un teatro parrocchiale di una sperduta provincia italiana, Emanuele Salce cerca di conciliare la verità assoluta che trova nelle pagine di Dostoevskij, ai momenti più grotteschi dei funerali dei suoi padri, dove spiccano personaggi singolari, tra presenzialisti e volti bizzarri. Lo spettacolo si chiude con il racconto dell’incontro con un’irresistibile bionda australiana ed una sciagurata boccetta di lassativi. Un tentativo di liberazione da un peso (non solo simbolico) che diventa una morte metaforica, una vera e propria catarsi. A fare da contraltare l'ironico e discreto personaggio-spettatore Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore di una confessione che narra di personaggi pubblici e allo stesso tempo teneramente privati. La testimonianza di un orfano d’arte partecipe di un mondo assurdamente logico.

Per informazioni:

Museo Piaggio
Viale R. Piaggio 7 – Pontedera, PI
giovedì 4 febbraio 2016
ore 21.00
Biglietto € 10,00
Prenotazioni: annalisa.rossi@piaggio.com, 0587 271727



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Rocchina Ceglia
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