RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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giovedì 29 ottobre 2015

JOAN MIRÓ A VILLA MANIN — SOLI DI NOTTE



 JOAN MIRÓ — SOLI DI NOTTE
A cura di Elvira Cámara e Marco Minuz 
17 Ottobre 2015 3 Aprile 2016
VILLA MANIN


Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) è uno degli artisti più significativi e rappresentativi del Novecento. Di indole taciturna e riservata, nella sua vita Miró ha portato avanti un lavoro di continuo rinnovamento espressivo, senza però mai tradire il suo stile e soprattutto la sua coerenza.
Il suo lavoro inconfondibile ha attraversato varie fasi profondamente connesse ai luoghi in cui ha operato (Barcellona, Parigi e la campagna catalana) e ai contesti artistici con cui è venuto in contatto, in primis il dadaismo e il surrealismo.

La mostra riunisce un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato ad uno specifico momento del suo lavoro; una fase artistica estremamente fertile e poco conosciuta, racchiusa fra i primi anni cinquanta e la sua scomparsa. Nonostante l’età avanzata è in questi anni nel pieno della sua forza, immaginazione e vitalità, che realizza gran parte della sua produzione artistica. Un lungo intervallo caratterizzato da profondi mutamenti espressivi, con cui la sua opera diventa più libera, forte ed aggressiva. I “suoi colori” e le “sue figure”, lasciano progressivamente spazio al nero e a segni che ricordano primitive scritture. Come egli stesso dichiarerà:
Più invecchio, più forte è la tensione. Questo inquieta mia moglie. Più invecchio, più divento folle o aggressivo. Cattivo se vuole! — Joan Miró i Ferrà
Un mutamento collegato al suo trasferimento definitivo nel 1956 a Palma di Maiorca, nelle Baleari. In questo luogo così profondamente ricco di legami affettivi, Miró incarica l’amico architetto Luis Sert di realizzare un grande atelier per soddisfare le sue esigenze. Finalmente, a 63 anni, per la prima volta nella sua vita, Miró ha a disposizione uno studio che non deve condividere con altri, un luogo dove isolarsi e convivere a stretto contatto con le sue opere. Inizia così una radicale analisi critica del suo lavoro precedente e l’avvio di una nuova stagione ricca di sperimentazione. Nel 1959 Miró acquista un secondo edificio adiacente allo studio Sert, Son Boter, che diviene il luogo per creare sculture e opere grafiche. Attraverso dipinti, disegni, opere grafiche e sculture questa mostra fa emergere un nuovo aspetto del lavoro di Miró, di grande potenza e suggestione. Il percorso è arricchito da un’importante selezione di fotografie che ritraggono Miró realizzate da grandi autori come Cartier Bresson, Mulas, Brassaï, List, Halsman, Català Roca e Gomis. 

Frasi rubate 81



Se possedete una biblioteca e una giardino, avete tutto ciò che vi serve nella vita

mercoledì 28 ottobre 2015

Artimino 2015



Come tutti gli anni, giunti alla fine di ottobre "scatta" l'operazione "Artimino"...
Quest'anno arrivata alla XIX edizione...

Sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre 2015

Un fine settimana dedicato interamente all'arte e al collezionismo dove i clienti di Casa d'Arte San Lorenzo hanno la possibilità di godere di due indimenticabili giorni nel cuore della Toscana in compagnia dell'intero staff della galleria. 

Ospitati nella splendida cornice della Villa Medicea di Artimino, strasformata per l'occasione in una grande sede espositiva, gli intervetnuti verranno accolti dalla collezione della San Lorenzo: arte moderna e contemporanea, antiquariato, tappeti orientali e quest'anno anche una collezione di macchine del tempo da polso.
Ovviamente il tutto "condito" da degustazioni, sorprese gastronomiche e l'autunno delle colline toscane.





martedì 27 ottobre 2015

PAO. TRICK-OR-TREAT a cura di Chiara Canali



PAO. TRICK-OR-TREAT 
a cura di Chiara Canali

Lo street artist PAO in mostra a Galleria San Ludovico per la seconda edizione di Parma Street View.

Il Comune di Parma ospita a Galleria San Ludovico uno tra i più fantasiosi e ironici street artist italiani, PAO, con la sua mostra personale “Trick-Or-Treat” (“Dolcetto o scherzetto?”) a cura di Chiara Canali, che si inaugurerà sabato 31 ottobre, giorno di Halloween.

Fino al 22 novembre saranno in mostra i dipinti 2D e 3D, le sculture su vetroresina e legno realizzate negli ultimi due anni di attività di PAO, che conducono il visitatore in un viaggio verso un “buco nero” poliedrico popolato da incredibili personaggi della fantasia.
In un mix tra arte, design e creatività, PAO ci racconta un’umanità “ingrassata” ironicamente rappresentata dalla serie Donuts, dove grosse ciambelle dopate ingannano qualsiasi prospettiva visiva trasformando il concavo in convesso, il pieno in vuoto, il sopra in sotto.

Il titolo della mostra e l'apertura nella giornata di Halloween rappresentano un modo ironico per esibire l’ultima produzione dell’artista, che alterna buffi pasticcini tridimensionali, rappresentanti l’attuale società dei consumi, a oggetti della banale quotidianità, decontestualizzati in ironiche armi neo-pop o in spiazzanti giochi di fantasia.

Ormai sdoganata nel sistema ufficiale dell’arte, la sperimentazione di PAO non si compone unicamente di interventi urbani nello spazio pubblico, ma si evolve su materiali e supporti differenti.

INFORMAZIONI MOSTRA:
Galleria San Ludovico, Borgo del Parmigianino 2/a, Parma
Inaugurazione sabato 31 ottobre ore 18
Orari di apertura: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19
Sabato e domenica dalle 11 alle 19
Martedì chiuso

L’esposizione voluta dal Comune di Parma – Assessorato alla Cultura, organizzata dall’Associazione Culturale Art Company Italia, in collaborazione con MADE IN ART e sostenuta da Banca Intesa Sanpaolo, raccoglie una ventina di opere pittoriche e scultoree che indagano gli inganni ottici e le distorsioni prospettiche.
Attraverso l’utilizzo di geometrie curve, punti di fuga complessi, sporgenze e rientranze, PAO è stato in grado di superare la bidimensionalità della tela per acquisire la tridimensionalità del nostro mondo.

La mostra si inserisce all’interno della seconda edizione di Parma Street View, Festival di Street Art e Urban Art curato da Chiara Canali e Federica Bianconi, e volto alla riqualificazione estetica di spazi e muri della città con il linguaggio dell’arte di strada.


PAO
Pao è nato nel 1977 a Milano, dove vive e lavora.
Si forma in teatro come macchinista, fonico e tecnico di palcoscenico con la compagnia di Franca Rame e Dario Fo. Studia e lavora presso i laboratori del Teatro alla Scala di Milano e nel 2000 realizza i suoi primi interventi di Street Art. Nascono così i coloratissimi pinguini sui paracarri in cemento, le lattine di Pao Cola e zuppa Campbell’s sui bagni pubblici, smile e palle da biliardo, delfini e squali, pellicani, margherite e tanto altro.
Nel 2005 fonda Paopao Studio, come naturale conseguenza della sua attività artistica e in breve tempo arrivano numerose collaborazioni con le aziende, tra cui Motta, Gatorade, Galatine, Seven, Harley Davidson, Accenture.
Dopo l’incontro con la graphic designer Laura Pasquazzo, lo studio si sviluppa ulteriormente operando in differenti campi, grafica, web design, allestimenti e decorazioni, merchandise, produzione e promozione di oggetti.
Nel 2007, dopo la mostra “Street Art Sweet Art”, allestita al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea a Milano – Pao inizia a lavorare su tela e supporti tridimensionali di vetroresina, sviluppa così nuove strade attraverso sperimentazioni sui materiali, ricerche prospettiche, distorsioni visive e utilizzo di geometrie curve. Pao cerca di superare la bidimensionalità della tela, e in parallelo, la tridimensionalità del nostro mondo. La crescente attenzione verso il suo lavoro, la cui caratteristiche distintive rimarranno costanti, lo porta a esporre in spazi pubblici, musei e gallerie private, in Italia e all’estero. Ha esposto i suoi lavori in varie rassegne d’arte tra cui al Padiglione d’arte contemporanea di Milano, alla Triennale di Milano, alla Biennale di Venezia.

Manusch Badaracco arriva a Parigi...


Manusch Badaracco arriva a Parigi...



"LIMBO" Il limbo, un luogo senza tempo e senza spazio, senza convenzioni o religioni. Il limbo, un luogo dove ogni sorta d'immagine proveniente da noi prende forma e si materializza per aiutarci a capire senza giudicare il nostro essere e il mondo esterno. Trasportati in un non luogo dove è impossibile aggrapparsi a certezze ma solo al nostro sentire più intimo e profondo.
La prima mostra personale Parigina dell'artista Italo/iraniana Manusch Badaracco vi accompagnerà in un percorso di scoperta d'immagini che parlano alla parte più intima del vostro essere. Vernissage il 5 novembre a partire dalle 18h30 alla Galleria 21 di rue Dauphine.

lunedì 26 ottobre 2015

EMANUELE DASCANIO. SU LA SOGLIA DELLA LUCE





EMANUELE DASCANIO. SU LA SOGLIA DELLA LUCE

Patrocinata dal Comune di Milano.

A cura di Angelo Lorenzo Crespi e Alessandra Redaelli.

Organizzazione: Fondazione Maimeri. 


Sulla soglia della luce.
Spazio Maimeri
C.so C. Colombo 15, Milano 

ORARI MOSTRA:

Inaugurazione il 4 novembre alle ore 19.00

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 20 novembre con i seguenti orari: dal martedì al venerdì dalle 14.00 alle 19.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.00

Per informazioni: 02 87391016




Un perfezionista alla continua ricerca del miglioramento della tecnica pittorica, sua vera vocazione.
Questo è Emanuele Dascanio, enfant prodige e protagonista di una personale alla Fondazione Maimeri.
Un’occasione per fare il punto su una carriera ancora agli inizi (Dascanio ha solo 32 anni), ma già ricca di riconoscimenti, raccontata in 22 opere che delineano il percorso artistico di questo brillante artista italiano.
Ritratti e nature morte creano un cammino ricco di fascino che ha come filo conduttore la linea incerta tra buio e luce.
La tecnica utilizzata, quella dell’iperrealismo, spesso caratterizzata da una perfezione quasi algida, qui – attraverso l’amore per il dettaglio di memoria fiamminga – regala calore e poesia.
Lo sguardo di Dascanio è privo di virtuosismi ed è quello di chi, rappresentando le cose, le fa esistere.
La luce sontuosa dell’olio nelle nature morte e la delicata consistenza del carboncino e della grafite nei ritratti danno vita a una serie di opere dalle suggestioni ipnotiche.
Nei portrait, il bianco e il nero si fanno sinfonia sulla pelle e sui capelli di fanciulle dall’aura vagamente mistica che emergono dal buio come apparizioni.
Un gioco di equilibri tra eros e spiritualità che culmina nel ritratto a figura intera della ragazza in lingerie che giace abbandonata su un groviglio di lenzuola, in una posa che ricorda però una deposizione classica.
Il mondo maschile di Dascanio è invece abitato da uomini vecchi, con visi solcati dalle rughe testimoni di una vita intensa e vissuta.
Immagini scolpite, solco dopo solco, dalla sua matita.
Infine, le nature morte dove l’ispirazione seicentesca è più esplicita e ci regala l’essenza dei soggetti rappresentati.

Emanuele Dascanio nasce a Garbagnate Milanese nel 1983.
Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico Lucio Fontana di Arese, nel 2003 si iscrive all’accademia di Brera, sezione pittura che, sembrandogli un contesto decadente per la pittura stessa, abbandona dopo sei mesi.
Continua, però, a sentire il desiderio ed il bisogno di una crescita artistica.
Nel 2007 approda nello studio di Gianluca Corona, allievo di Mario Donizetti ed apprendendo da lui la tecnica della pittura ad olio.
Attraverso l’utilizzo delle antiche tecniche rinascimentali applicate al contemporaneo senso del fotorealismo, Emanuele Dascanio cerca di indagare attraverso la pelle della realtà il suo senso intrinseco e profondo.
Ha partecipato a vari concorsi e mostre collettive a livello nazionale e internazionale, classificandosi sempre ai primi posti.

domenica 25 ottobre 2015

"FRAGILE - handle with care"


Anche l'ottimo Matteo Nuti in questa collettiva Made in Benedetta Spagnuolo



"FRAGILE - handle with care"

Immerso nel barocco catanese emerge uno dei rari gioielli bizantini del VI secolo: la Cappella Bonajuto. L’elegante location, situata in una zona centralissima della città di Catania, accoglierà artisti e visioni contemporanee da tutta Italia, dove, all’interno delle tre sale, dialogheranno gli aspetti più intimi ed evocativi dell’arte; intima sarà anche la tematica che accomunerà le opere: la “fragilità”.


Fragile è l’essenza dell’anima come fragili le linee di una cornice, fragile il tratto dell’artista come fragile il riflesso di sé sull’opera; dalla fragilità dell’imballaggio alla fragilità intima di un pensiero, un dialogo dove la persona fragile dovrà essere “maneggiata con cura”.


L’eclettismo contemporaneo di fotografie, sculture, pitture e grafiche converseranno in un’atmosfera sospesa e romantica; dal figurativo al concettuale le opere saranno dissimili tra loro nelle sembianze, ma affini nella loro più profonda “fragilità”. L’osservatore viaggerà lungo un percorso introspettivo fino ad assorbire le sfaccettature di ogni interpretazione artistica; la fragilità verrà percepita però non solo come debolezza, ma soprattutto come risposta al disagio esistenziale dell’uomo dinnanzi a se stesso.

Gli artisti: Tiziana Alberghina (CT), Andaloro Angela (ME), Mariaconcetta Birrico (SR), Dario Buccheri (CT), Giuseppe Cavalli (SR), Mamy Costa (ME), Arcangela Di Fede (BA), Valeria Di Ponio (TO), Veronica Francione (CH), Stefano Germi (PO), Giusy Giorgianni (ME), Carmela Iacovelli (BA), JaH (TV), Valentina La Paglia (EN), Lè Nàbis (CT), Letizia Lo Monaco (AG), Anna Lombardi (BN), Giovanni Mangiacapra (NA), Christian Molin (BL), Salvatore Morgante (AG), Matteo Nuti (PI), Silvia Pagano (CT), Salvo Pennisi (CT), Oreste Plazza (CE), Stefania Sabatino (NA), Mimmo Scuderi (CT), Desirèe Spadafora (OR) , Rosetta Tronconi (RA), David Valmori (RA), Alessandro Vicentini (MN).

Data: Dal 13 al 22 Novembre
Vernissage: Venerdì 13 Novembre - H. 18:30
Luogo: Cappella Bonajuto Living, via Bonajuto 9/13, CATANIA
Orario: 09:00 - 13:00
-Ingresso libero-

Evento a cura di: Benedetta Spagnuolo
Organizzazione: ARTISTI ITALIANI - arti visive e promozione
Link diretto sul portale A.I.: 

Annalisa Fulvi EX STUDIO DI PIERO MANZONI, MILANO


Annalisa Fulvi l'ho conosciuta qualche anno fa in occasione del Premio Patrizia Barlettani...
Ora in mostra fino al prossimo 29 ottobre, ospite di Casa Manzon, con un'opera monumentalei...




Annalisa Fulvi EX STUDIO DI PIERO MANZONI, MILANO

Una silouette verticale e dinamica, una Milano che sotto i riflettori dell'EXPO 2015 è stata plasmata da nuove realizzazioni urbanistiche e da molti cantieri appena conclusi; un'eterna 'Città che sale' come proclamava Umberto Boccioni che però è solo lo sfondo di un nuovo processo di ri-generazione urbana che vede al centro noi uomini in dialogo con nuovi flussi di socialità e conoscenza. 

L'opera presentata porta avanti l'indagine legata ad uno scenario paesaggistico vissuto come realtà in perpetua metamorfosi. Un paesaggio sempre più manipolato dal flusso del tempo, che si trasforma in una scenografia instabile, i cui elementi danno origine ad una miscela formale ricca di pieni e di vuoti, piani prospettici, scorci architettonici, forme statiche e linee dinamiche che si fondono a elementi grafici e gestuali, ed in cui il colore assume una valenza fisica e spaziale. 

Un panorama urbano all'interno del quale individuare l'immagine della società e delle sue accelerazioni, il teatro principale in cui l'uomo ha ricreato se stesso ma la cui presenza viene meno per essere incessantemente rievocata nelle tracce delle sue azioni. 

Inaugurazione 23 ottobre ore 16 

ex studio di Piero Manzoni 
via Fiori Chiari, 16 Milano 
lun-gio 15-18 
ingresso libero

sabato 24 ottobre 2015

SCUSATE IL DISTURBO VI EDIZIONE



Volete acquistare un'opera di Thomas Berra e contestualmente aiutare qualcuno che di sicuro è più sfortunato di noi? O un lavoro di Bros, una foto di Ghirri, una litografia di Kounelliss, una bicicletta "customizzata" da Sfiggy e tanto altro?

Lunedì 26 ottobre 2015 si terrà al PAC di Milano la VI edizione di SCUSATE IL DISTURBO, asta benefica a favore dei progetta della Cooperativa IL VOLO Onlus.

Andate sul sito e sfogliate il catalogo...

venerdì 23 ottobre 2015

Dialogo silenzioso: Andrea Gnocchi






per vedere gli altri post della serie "Dialoghi silenti..." clicca qui

Al via FIAC



Nei giorni, scorsi vi ho  ricordato le manifestazioni fieristiche Frieze, Art Verona  e anticipato qualcosa a proposito di Artissima, Paratissima e Arte Padova.
Ora è arrivato il momento di FIAC, la grande fiera del contemporaneo della capitale francese che si sta svolgendo in questi giorni (22-25 ottobre) all'ombra della Torre Eiffel...

Si vola allora tutti in terra di Francia a celebrare la grande arte!

BOOKCITY MILANO



BOOKCITY MILANO

dal 22 al 25 ottobre 2015



http://www.bookcitymilano.it/
https://twitter.com/BOOKCITYMILANO http://instagram.com/bookcitymilano



Un appuntamento per tutti. Centinaia di eventi, tra incontri con gli autori, presentazioni di libri, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari.

Che cosa accade a Milano dal 13 al 16 novembre.
Il Castello Sforzesco, cuore pulsante dell'evento, si anima con un grande laboratorio dedicato al libro e alla lettura. Alcuni luoghi della cultura e della vita sociale milanese diventano le sedi tematiche per ospitare autori, mostre e dibattiti. In tutta la città librerie, biblioteche, scuole e istituti culturali propongono eventi dedicati al libro e alla lettura.



https://twitter.com/BOOKCITYMILANO http://instagram.com/bookcitymilano

Viviana Valla – Sight Unseen - a cura di Ivan Quaroni

Viviana Valla – Sight Unseen
A cura di Ivan Quaroni
ABC-ARTE Contemporary Art Gallery 
28 Ottobre al 20 Novembre 2015
di Ivan Quaroni
L’intuizione è la percezione dell’invisibile,
così come la percezione è l’intuizione del visibile.
(Nicolás Gómez Dávila)
Installation's View
Installation’s View
La ricerca artistica di Viviana Valla è indubbiamente imperniata sulla percezione, anche se in un modo assai diverso, e forse più sottile, rispetto alle sperimentazioni condotte negli anni Sessanta nell’ambito della cosiddetta Arte Ottica e Cinetica. Queste ultime, infatti, consistevano spesso nella creazione di dispositivi estetici, che miravano ad aumentare la consapevolezza del pubblico nei confronti del problema della “visione” ed evidenziavano il ruolo dei meccanismi di percezione cognitiva e sensoriale nell’interpretazione delle immagini. Nel lavoro di Viviana Valla è, piuttosto, il tempo della fruizione a essere importante, perché le sue opere non sono immediatamente decrittabili. Non lo sono, prima di tutto, perché sono costruite con un meccanismo complesso di stratificazione, che procede per aggiunte progressive e rivelatrici sottrazioni, stabilendo un’intricata trama di relazioni segniche, geometriche e materiche tra i diversi livelli di cui è composta l’immagine.
Comes as, 2014, tecnica mista su tela, 30x30cm
Comes as, 2014, tecnica mista su tela, 30x30cm
La procedura è quella delle velature, certo, ma l’accumulo non coinvolge solo le campiture di colore, i segni e le forme, ma anche il collaggio di frammenti di carta velina, post-it, nastri adesivi, ritagli di stampe, a loro volta ricoperti da strati di liquidissimi acrilici. Il risultato è, allo stesso tempo, leggibile e oscuro quel tanto da non rivelare immediatamente che l’immagine finale, un diagramma chiaramente astratto, è la conseguenza di un processo costruttivo elaborato. La percezione lenta è necessaria. Il tempo diventa un fattore sensibile per evitare di trarre conclusioni affrettate e leggere l’opera nello stesso modo con cui leggiamo una qualsiasi immagine, cioè semplicemente come un conglomerato di forme più o meno ordinate su una superficie. Nelle opere di Viviana Valla c’è, invece, una morfologia invisibile, che è parte integrante dell’immagine. Tutto ciò che non vediamo, cioè gli interventi pittorici e i collage che l’artista cancella nel processo di stratificazione, costituisce non solo l’ossatura dell’opera, ma la sua ragion d’essere. I contenuti formali sedimentati e solo parzialmente affioranti sulla superficie dell’opera, fanno parte di un percorso di progressivo rassetto di elementi caotici, tramite un continuo flusso di aggiunte e sottrazioni. Il risultato è un dipinto contrassegnato da micro rilievi che muovono quasi ritmicamente la superficie con impercettibili screziature.
When I am not around, 2015, tecnica mista su tela, 130x160cm
When I am not around, 2015, tecnica mista su tela, 130x160cm
Non è possibile ricostruire la successione degli interventi sulla tela, perché l’artista agisce in maniera erratica, imprevedibile, precisando via via il proprio progetto compositivo. In sostanza, nella ricerca di Viviana Valla, gli elementi progettuali e processuali convergono in una grammatica formale d’impianto apparentemente analitico e minimale, che, in verità, occulta una matrice intuitiva ed emozionale. “Il mio lavoro prende le mosse da un astrattismo geometrico”, afferma l’artista, “attraverso l’utilizzo di materiali atipici, ma anche di segni, collage e materiali di recupero che alludono a una dimensione intimistica, a una sorta di diario che negli anni si è fatto sempre più criptico ed ermetico”. Dietro il nitore e la pulizia formale di questi lavori si annida, infatti, un coagulo di pensieri inafferrabili, di repentine intuizioni, d’improvvise illuminazioni che l’artista tenta di tradurre in una lingua chiara, estensiva, effetto ultimo di un raffreddamento espressivo del magma interiore.
Bi-polar, 2014, tecnica mista su tela, 30x30cm
Bi-polar, 2014, tecnica mista su tela, 30x30cm
Anche la scelta della scala cromatica, composta prevalentemente da tinte tenui e toni delicati, grazie all’uso di acrilici molto liquidi che producono effetti di trasparenza, testimonia la necessità di attutire la temperie emotiva del processo. Si avverte, insomma, che nella sua ricerca è in atto una sorta di volontaria censura sentimentale, di pudica rimozione dei segnali lirici, che appaiono invece imbrigliati in un reticolo di forme poligonali e di scansioni cartesiane. Lo spazio dell’opera, con i suoi molteplici strati e le sue lievissime asperità epidermiche tende talvolta a sconfinare oltre il perimetro. Soprattutto nelle installazioni, segni, tracce e linee colonizzano porzioni di muro, di pavimento o di soffitto, suggerendo l’idea di una potenziale continuazione o proliferazione ad libitum del vocabolario pittorico dell’artista. Espansione e sottrazione, rimozione e allusione si susseguono costantemente nella pittura di Viviana Valla, innescando un gioco sottilmente seduttivo, che irretisce l’osservatore nel tentativo di intuire il contenuto velato, latente nei simulacri della geometria.
A gloomy accuracy, 2014, tecnica mista su tela, 130x160cm
A gloomy accuracy, 2014, tecnica mista su tela, 130x160cm
Il titolo della mostra, Sight Unseen (a scatola chiusa) allude propriamente al leitmotiv della recente indagine dell’artista, tutta incentrata sul dualismo tra accumulo e cancellazione, tra stratificazione e occultamento. Di fatto, i dipinti dell’artista in qualche modo somigliano a scatole chiuse. Il loro sigillo, se così si può dire, è di solito una forma bianca, che occlude una parte rilevante della superficie, sigillando, allo stesso tempo, le stratificazioni pittoriche inferiori.
Questi bianchi poligoni sono ottenuti con la sovrapposizione di varie stesure di gesso acrilico in sagome poligonali, ma di recente, tali forme si dissolvono in pennellate o si frammentano in moduli. Il bianco, metafora di cancellazione, sembra ripristinare il vuoto iniziale della tela. Ma, naturalmente, la stesura finale di gesso non ha lo stesso valore del fondo bianco. Tra l’uno e l’altro è avvenuto qualcosa, si è consumata una vicenda, quella dell’artista eternamente in lotta con il proprio linguaggio, impegnato in un corpo a corpo con le proprie facoltà espressive. Come dire, infatti, in pittura ciò che non può essere espresso in parole? E, soprattutto, in che modo è possibile dire qualcosa di così inafferrabile da resistere a ogni forma di linguaggio – e a maggior ragione nella pratica aleatoria della pittura -, come le intuizioni e le epifanie che di tanto in tanto, balenano nella mente dell’artista?
Unadorned frequency#1, 2015, tecnica mista su tela, 70x50cm
Unadorned frequency#1, 2015, tecnica mista su tela, 70x50cm
Forse Viviana Valla è consapevole di tale ineluttabilità, e la trasforma in un tema, in un concetto attorno al quale articolare la propria ricerca. Le sue opere diventano, allora, come le scatole chiuse del titolo, contenitori di sintomi e presagi, di segnali e annunci costantemente negati. E, come nella migliore tradizione aniconica occidentale, la sua pittura astratta finisce per acquisire tutte le qualità di un linguaggio indiziario, ambiguo, disseminato di omissioni. D’altra parte, come pensava Claude Lévi Strauss, “il linguaggio è una forma della ragione umana, con una sua logica interna della quale gli uomini non conoscono nulla”. Alla fine, l’enigma della pittura di Viviana Valla non può che rimandare la sua soluzione all’occhio vigile dell’osservatore o, meglio, alla sua capacità di afferrarne il significato nella forma stessa, il senso nella materia sensibile.

ABC-ARTE for MARYLING Piazza Gae Aulenti 1, Milano – Lun – Sab: 9am-9pm
Opening: Mercoledi 28 Ottobre, 6.30pm to 9.30pm
Dal 28 Ottobre al 20 Novembre 2015

TREDICIDICIOTTO dal 1.XI.2015 al 29.XI.2015

Tanti amici in questa bella collettiva!





TREDICIDICIOTTO

Dal 1.XI.2015 al 29.XI.2015
La Casa di Schiele, Benevento
a Casa di Schiele, associazione culturale di Sara Cancellieri e Igor Verrilli, festeggia il secondo anno di attività con la nuova edizione di Tredicidiciotto. La collettiva, a cura di Mario Francesco Simeone, sarà inaugurata domenica 1 novembre, alle ore 18.00, nella sede di via San Gaetano 16, a Benevento, e sarà visitabile fino al 29 novembre 2015.

LAlla collettiva parteciperanno Giovanni Alfano, Veridiana Altieri Cebotari, Elisa Anfuso, Gianmarco Biele, Giuseppe Bombaci, Antonio Calabrese, Loredana Catania, Mary Cinque, Fabio Della Ratta, Luca Di Bernardo, Stefano Di Stasio, Paolo Dongu, Alessandra Donnarumma, Flaviano Esposito, Stefania Fabrizi, Moira Franco, Illen Aria, Giovanna Lacedra, Selena Leardini, Andrea lelario, Ugo Levita, Federico Lombardo, Ilaria Margutti, Constantin Migliorini, Italo Mustone, Francesco Paolicchi, Daria Petrilli, Eliana Petrizzi, Alfredo Pini, Carlo Alberto Rastelli, Mariarita Renatti, Roxy in the box, Lena Savic, Adrian Setterfield, Ninì Sgambati, Angela Smyth, Alan Stefanato, Silvia Trappa, Marie Van Praag, Igor Verrilli, Helena Wadsley.

Per Tredicidiciotto, artisti italiani e stranieri sono stati invitati a lasciarsi ispirare dal piccolo formato, 13 x 18 cm, la misura della stampa fotografica tradizionale e della cartolina per la corrispondenza. Assecondando l’inclinazione della Casa di Schiele a proporsi come luogo di confronto tra conoscenze, la mostra, libera per tecnica e stile, sarà scandita da linguaggi eterogenei per contesti, generazioni e ispirazioni. Una sequenza visiva, ritmicamente diffusa sulle pareti, articolerà momenti di confronto, tra tradizione e sperimentazione, richiami e resistenze, giocati entro i limiti della cornice. Il supporto diventa un dispositivo di indagare nelle sue più recondite possibilità narrative, un codice da svelare. Così, la misura racchiude lo spazio sia fisico che ideale dell’opera, configurando un contesto di interdipendenza, l’ambito di un dialogo aperto tra artisti distanti per ricerche ed esiti ma accomunati dalla condivisione di un segno minimale.
Dal testo critico:
Lo spazio del supporto impone un taglio visivo e concettuale all’immagine. I cicli che decorano le cattedrali raccontano una storia imponente e dai contorni ben definiti, entro i quali l’atto dell’interpretazione è annullato in favore di una visione statica, dettata da un’autorità totalizzante. Al contrario, la rappresentazione estesa su una superficie estremamente concentrata, ha le forme di un processo costante, perché crea un moto percettivo perpetuo tra apertura e chiusura. Infatti, le informazioni veicolate dalla superficie minima, suscitano, con naturalezza e discrezione, la curiosità del fruitore che è chiamato ad agire nella profondità dell’immagine, oltre ciò che si vede, per completarne il senso.”

Frasi rubate 80




Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore

Italo Calvino

giovedì 22 ottobre 2015

Keep calm e impara a capire l'arte - Alessandra Redaelli

Che Alessandra Redaelli sia una garanzia di qualità lo sappiamo da tempo...
Ora arriva anche in libreria... per i tipi di Newton Compton Editori, dal prossimo 29 ottobre in libreria!





Keep calm e impara a capire l'arte

In uscita il: 29/10/2015

Un manuale divertente, dissacrante e pieno di aneddoti e notizie, per capire l’arte, non sentirsi mai più un pesce fuor d’acqua e fare bella figura in società.

Diciamolo, una buona volta: l’arte contemporanea è un problema. Perché finché si tratta di andare all’ennesima mostra sugli Impressionisti oppure a una rassicurante monografica su Modigliani va tutto liscio. Ma ogni volta che ci convincono ad andare a visitare una mostra di artisti contemporanei le cose si complicano, e di molto! Frasi al neon, orinatoi capovolti, merde d’artista… Ma questa è arte? Vi è mai capitato di entrare in un museo o in una galleria in compagnia di qualcuno che davanti a un dipinto gigantesco a testa in giù, si è messo a fissare la tela come se fosse apparsa la Madonna di Lourdes? E mentre vi guardavate intorno con aria circospetta, pensando che da un momento all’altro sarebbe apparso qualcuno con una grande scala, avrebbe staccato il dipinto, e lo avrebbe messo diritto… Ecco, se vi siete sentiti disarmati o presi in giro di fronte a un pescecane in formaldeide, un aspirapolvere dentro una teca o dei ragazzini impiccati per le vie di Milano, questo libro è per voi.


martedì 20 ottobre 2015

WELCOME TO NORTH KOREA AUCTION PARTY by Max Papeschi


Vi avevo accennato qualcosa in un post precedente (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/2015/10/max-papeschi-e-amnesty-international.html)... 
Ecco svelato il segreto...

Questa sera, per pochi invitati, si è svolta la serata evento di presentazione dell'ultimo geniale progetto di Max Papeschi, sostenuto da Amnesty International... 
WELCOME TO NORTH KOREA AUCTION PARTY...
Da questa sera ne sentirete parlare tanto, intanto ecco quello che è avvenuto... 





Max Papeschi

in collaborazione con

Amnesty International, Basezero e Kahuna Project
presenta:



WELCOME TO NORTH KOREA AUCTION PARTY





Nella bellissima cornice della The Don Gallery di Milano alle ore 18:30 di martedì 20 ottobre si terrà lo special party per l’anteprima mondiale di Welcome to North Korea, il nuovo progetto di Max Papeschi in partnership con Amnesty International. 

Nel corso della serata saranno battute all’asta le nuove opere di Papeschi che, in linea con la filosofia di Basezero e con l’intento umanitario dell’operazione, avranno un prezzo di partenza inferiore rispetto alle quotazioni attuali e la cui vendita servirà alla realizzazione del progetto.
Parte di esso verrà sviluppato grazie al supporto di Kahuna Project. 
E’ un’occasione di festa per amici e collezionisti che avranno la possibilità di aggiudicarsi i lavori dell’artista e contestualmente aiutare un’azione in difesa dei diritti umani. 

DAY: martedì 20 ottobre 2015
OPENING PARTY: 18:30
OPENING ASTA: 19:30
LOCATION: The Don Gallery, via Cola Montano 15, Milano
INFO: flaviavago1@gmail.com









Questo evento è realizzato con:

MAG – Marsiglione Arts Gallery
Istanti