RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 7 novembre 2014

Crossing Worlds Gavino Ganau - Francesca Randi a cura di Sonia Borsato



LEM
laboratorio estetica moderna
via Napoli, 8
Crossing Worlds
Gavino Ganau - Francesca Randi
a cura di Sonia Borsato
inaugurazione venerdì 7 ore 18.30

CROSSING WORLDS
dialogo visivo tra Gavino Ganau e Francesca Randi


“poiché io penso che il reale non sia per nulla reale
come potrei credere che i sogni sono solo sogni?”.
Georges Perec



L'incontro tra due artisti ha sempre l'alone del mistero.
La quiete prima della tempesta e, insieme, il fremito della seduzione.
Potrebbe accadere tutto.
O anche niente... e il fascino non ne risulterebbe scalfitto.
L'incontro tra Francesca Randi e Gavino Ganau ha il tocco lieve del minuetto.
Il loro studiarsi guardinghi e ammirarsi da lontano si è presto risolto in un un lungo, lento corteggiamento tra pittura e fotografia... una reciproca seduzione che travalica limiti tecnici o didascalici per sdradicare ogni definizione e perdersi nell'onirico.
Un percorso fatto di incastri, di sovrapposizioni e citazioni.
Un cammino a zig-zag che ondeggia tra opposti.
Entra in gioco ogni possibile estremo: maschile/femminile; nord/sud; colore/bianco&nero; rock/jazz. Il racconto è infinito.
Del resto, nell'incontro artistico, come nell’amore, avvertiamo confusamente che ci stiamo concedendo a qualcosa che ci trasformerà, che modificherà chi crediamo o pretendiamo di essere. Per questo c’è creazione autentica solo in questo scarto, nel salto che da un io solitario conduce ad un noi creativo, ad un dialogo a cui si accede solo affidandosi all’altro, lasciandosi accogliere da un intricato sistema di relazioni e di risonanze, un sistema dove ogni elemento agisce sull’altro, a tal punto che questo percorso ha senso solo se valutato nel suo insieme.

Ad osservare questo dialogo visivo, la prima sensazione è lo shock della discontinuità.
La biplanarità della superifice diventa parte attiva dell'azione in cui occhio e mondo tentano un contatto attraverso l’immagine.
Immagine che, a sua volta; parte dalla dualità come possibilità abitativa-occupativa di uno spazio vuoto, inteso come spazio espositivo, certo, ma ancora di più come possibilità esistenziale.
Abitare l'esistere. Occupare il contemporaneo.
Immagine vissuta, quindi, come segno inatteso, che svela qualcosa che non conosciamo ancora, possibilità che appena intuiamo.
Il confronto tra questi due artisti – due personalità distanti eppure complementari -, il loro incontro e mescolamento ci coglie impreparati come un flusso suadente che riveste la vita con il desiderio delle cose e il loro mistero; un'onda che fa convivere il dissimile, l’estraneo, il perturbante, l'onirico.
L'immagine è dunque “solo” una ben camuffata “esca per lo sguardo” che seduce l'osservatore, lo avvolge fino a farlo diventare parte integrante di questi duetti, fino a recitare il ruolo di terzo protagonista di questa commedia che è la conoscenza.
Perchè, come dice Murakami Haruki in 1Q84, «ognuno di noi vive per dare una spiegazione a quel qualcosa che le immagini tentano di insegnare».

Sonia Borsato

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