RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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mercoledì 8 ottobre 2014

Un po' di taglia e CUCI con Ilaria Margutti... l'intervista


Ilaria Margutti è una giovane artista fra le più interessanti della scena contemporanea.
L'hp incontrata in diverse occasioni. Mi ha sempre convinto!
Le ho fatto le mie solite dieci domande...
e le risposte interessanti come la sua arte!
E' originale, raffinata, intelligente. 




  -In dieci righe, chi è Ilaria Marguttii?
Sono un' ostinata donna in cerca della bellezza.


-Per esprimerti utilizzi differenti media. Ne hai uno in particolare che ritieni più efficace per le tue ricerche?
Dal 2007 ho iniziato un percorso nel quale il filo e il ricamo sono i media al centro della mia ricerca.
Il ricamo è una forma di tessitura e quest’ultima ha un’origine antichissima, il poter tessere ci ha reso umani. E’ un’insieme di discipline e tecniche che derivano dall’uso della ragione e dell’ingegno (basti pensare alla complessità di progettare e realizzare il filo, il telaio e quindi la trama e l’ordito) uniti dalla necessità di coprirsi e dalla creatività dei decori. In fin dei conti il tessuto è il mezzo tramite il quale abbiamo fabbricato la nostra prima difesa, prendendoci cura di noi.
Per quanto riguarda il mio percorso, sono approdata al ricamo abbandonando la pittura, perchè sentivo che dovevo superarla, staccarmi dalla sua bidimensionalità che percepivo come un limite. L’incontro con una ricamatrice, diventata poi la mia maestra di ricamo, mi ha permesso di scoprire il fascino del filo, il suo rilievo e la sua luce, ma anche la possibilità di liberare la tela, facendola tornare ad essere tessuto. L’esperienza del ricamare, ha una fase di realizzazione completamente opposta a quella pittorica, quest’ultima infatti, permette di avere sempre una visione totale dell’immagine riportata sulla tela, cosa che con il ricamo non è possibile, in quanto il lavoro viene eseguito poco per volta, avanzando il disegno sullo spazio di un telaio di 25/30 cm di diametro. La visione dell’intero, sarà dunque sempre parziale e incompleta, ma questo permette di acquisire altri vantaggi: ho la possibilità di estraniarmi perdendomi nelle particolari sfumature del filo e nelle sue forme in quei pochi cm quadrati di superficie.
il Filo permette poi anche altre possibilità di linguaggio, come ad esempio la relazione con lo spazio espositivo.
é per questo che quando penso all'opera finale, la realizzo seguendo una visione di insieme, come si fa per una installazione, che a volte sfocia nella scultura o nella video-prformance.
Un esempio ne sono le mie Uselex Box, o i Cataloghi inutili di esistenze o i miei video realizzati come supporto alle opere di ricamo: Predizioni (2012) vimeo.com/46357631
 e Il filo dell'imperfetto (2009) vimeo.com/13361250

LA PELLE AVRA' LA FRAGILITA' DELLA PELLE ricamo su tela - 200x70cm

- Come reagisci alle critiche?
Dipende dalle critiche.
A me interessa il confronto e soprattutto che al mio lavoro sia data la possibilità di evolversi.
Vedo il percorso di un artista, come un cammino e non come una meta ad ogni opera terminata.
Mi interessa argomentare, approfondire, cercare nuove connessioni che permettano al mio lavoro di crescere, di seguire quel percorso che porta alla consapevolezza, dell'opera e di me stessa.
Il processo artistico è spesso un percorso che dal personale guarda verso l'universale, nella ricerca di un equilibrio tra forma e contenuto, ovvero: è il cammino che porta alla scoperta della bellezza.
A volte mi viene accusato che i miei lavori siano troppo forti perché parlano di ferite e uso aghi e spine inserite nelle mie figure, ma ci si dimentica spesso che la bellezza non ha a che fare solo con il senso estetico delle cose, ma la si raggiunge attraverso un percorso di ferrea disciplina.
La bellezza non chiede attenzione, la devi cercare.
Ci si dimentica che per prendersi cura di qualcosa o di qualcuno, non lo si deve assecondare, ma pungere i suoi occhi, perché la sua visione diventi consapevole.
L'arte non è un intrattenimento e tantomeno non dovrebbe assecondare le aspettative di un pubblico, l'arte dovrebbe pungere lo sguardo dello spettatore, senza oltraggiarlo.
Questo fa dell'opera, un'Opera d'Arte

Kore degli spilli-ricamo in seta e spilli su tela,80x200cm 2013

- Qual è l'aspetto del tuo lavoro che ti intriga di più?
il filo, perché è infinito.
il cammino perché crea l'incontro.
il ritmo dell'ago sulla tela, perché batte il tempo della Creazione.
la tensione generata dalla necessità di scoperta.


-Dimmi una cosa di te che non hai mai detto pubblicamente?
ma che domanda è??? ahahahahaahahahah
Credo di non avere cose da rivelare, ma la gente è molto creativa e magari sono gli altri che sanno qualcosa di me che io non so! :)

- Quali difficoltà incontra una giovane artista in Italia?
Personalmente la mia difficoltà nasce dalla mancanza di educazione allo sguardo.
Oggi l'arte deve fare spettacolo, far parlare di sé, deve abbagliare lo spettatore o semplicemente assecondarlo e intrattenerlo.
Il mercato pare sia l'unico sistema da perseguire, pare che un'artista abbia valore in funzione di quanto vende e spesso è più facile investire su ciò che ci capita sotto gli occhi, che non sforzarsi a cercare… il sistema si poggia su un concetto di ossessione dell'immagine, siamo bombardati da immagini che ogni giorno condizionano inconsapevolmente i nostri gusti e le nostre scelte.
Questo bombardamento è tale e di varia natura, che non necessitiamo di capirle, ma ci affidiamo al sentimento, alla sensazione, non sappiamo argomentare, ma solo lamentarci o perseguire strade già battute.

Non esiste il dialogo con le opere del passato che sappia rinnovarci, ma si tende a tener separato il contemporaneo dalla storia dell'arte, al massimo si cita il passato, ma non si sta creando nulla di nuovo, attraverso esso.
Non mi sembra che tra tutta questa valanga di immagini, di artisti e di opere, ci sia qualcosa di innovativo, di coraggioso o leale.
Siamo fermi agli anni '70, perché i giovani artisti credono troppo nella loro creatività, ma quello che vedo intorno a me è una fotocopia sbiadita di noi stessi.
Spero che le giovani artiste, capiscano il nostro fallimento e sappiano creare un nuovo sistema dell'arte.
Dal canto mio, dato che sono insegnante di storia dell'arte al liceo, faccio di tutto per svegliare i torpori intellettivi dei miei giovani studenti attraverso i linguaggi visivi e non.

segreti 3

- Hai avuto una esperienza importante all’estero, in Germania se non vado errato. Quali sono i lati positivi e quelli negativi di una esperienza del genere?
Si, ho lavorato per circa tre anni con una galleria di Berlino: JanineBean Gallery
è stata una bella esperienza, perché la collaborazione è nata dall'interesse che la gallerista ha avuto sui miei lavori.
Abbiamo portato avanti una serie di progetti tra collettive e personali, ma per me stava diventando molto pesante fare avanti e indietro da Berlino.
Soprattutto quando le vendite erano meno delle spese.
Il lato positivo è che ho vissuto in una città stupenda, il lato negativo è che anche a Berlino c'è la crisi del mercato, come ovunque.
La gente compra molto più che in Italia, perché esiste un collezionismo Low Badjet, 
non seguono solo l'idea di fare "investimento" nell'opera, ma anche di "riconoscimento" della necessità esistenziale nel possederla e forse per questo hanno più consapevolezza dell'importanza della Cultura, più di quanta ne abbiamo noi oggi in Italia.
Solo che anche a Berlino, a meno che non sia una galleria super confermata, la vita dei giovani galleristi che cercano di sostenere la ricerca, è brevissima.
Le soluzioni sono sempre le solite: o chiudere o adattarsi alle richieste di mercato.
Essendo io un po' sovversiva, ho preferito rientrare.

- Spessissimo sei tu il soggetto protagonista dei tuoi lavori. Citazione autobiografica, scelta meditata o altro?
I motivi sono due, uno di carattere contenutistico e l'altro di carattere pratico.
l'inizio di ogni lavoro, parte dal mio disagio e quindi mi "uso" per risolvere la necessità sorta, poi passo agli altri che diventano il mio campo di indagine, ma non mi è sempre facile trovare modelli disponibili.
Sono molto esigente con loro, perché non è un semplice "posare" per me, ma è un mettersi in gioco con se stessi… e questo non tutti sono disponibili nel farlo.
Quindi quando sono in carenza di persone, ma piena di idee, devo per necessità creativa, ricadere sulla mia persona!

- Un colore?
BIANCO

- Quali progetti per il futuro?
Sto collaborando con la Galleria Art Forum di Bologna che da un paio di anni mi ha permesso di esporre nelle più importanti fiere italiane ed estere.
Questa collaborazione sta continuando e prende forma, sento che c'è una bella energia e molto rispetto reciproco e credo che verranno fuori delle belle cose.

A parte questo, ci sono alcune collettive in programma, ma quest'anno credo che mi prenderò una pausa di riflessione per i progetti troppo impegnativi, perchè voglio lavorare su nuove cose e ho bisogno di concentrarmi senza troppe interruzioni.
Sto portando avanti anche un altro progetto, un po' particolare: il recupero di uno spazio da destinare alla sperimentazione dell'arte contemporanea e anche questo mi richiede molto impegno.
Lo spazio si trova sui piani superiori di un palazzo rinascimentale restaurato, ma le stanze sono completamente dismesse.
Ho già realizzato delle mostre e delle collaborazioni.
C'è molto da fare, ma è una sfida allettante che adoro!
il primo novembre apriremo lo spazio per una serata dedicata alla performance e saranno nostre ospiti tre artiste bravissime:
Tiziana Cera Rosco, Francesca Romana Pinzari e Alessandra Baldoni.
CasermArcheologica, via Aggiunti 55 Sansepolcro (AR)
Sappi che sei invitato! :)

grazie Roberto, è stato un piacere!


promesse1

BIO
Ilaria Margutti
(Modena 1971), vive e lavora a Sansepolcro, dove svolge l’attività artistica e quella di docente di storia dell’arte. Nel 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha collaborato con gallerie: Janinebeangallery Berlino, Wannabeegallery Milano, MLBhomegallery Ferrara, Bontadosi ArtGallery Montefalco (PG), Galleria Art Forum Bologna.
Dal 2007 inserisce il ricamo nei suoi dipinti, linguaggio in cui sente meglio rappresentata la propria poetica.
Nel 2008 le sue opere sono  finaliste in tre premi internazionali: Arte Laguna, Arte
Mondadori e premio Embroideres’ Guild di Birmingham. Nel 2010 è in Costa
d’Avorio per il progetto De L'Esprit e de L'Eau sostenuto dal Consolato Italiano.
Segue progetti per la diffusione dell’arte contemporanea presso il Museo Civico di Sansepolcro.

Tra le sue mostre principali più recenti:
2014: E CORPORE MEDENDO - personale a cura di Elena Merendelli, presso ex-mattatoio di Anghiari (AR)
2013 - Catino Azzurro di strega, Ilaria Margutti e Alessandra Baldoni, a Cura di Atlante Cultura - Sala  degli Ammassi Citerna (PG)
Ananke - personale a cura di Manuela Bacchiega, Sala Espositiva di Barberino di Mugello
Il corpo scritto sul filo - personale, a cura di Vincenza Tomaselli, Galleria Nazionale Montevergini, Siracusa;
Ilaria Margutti - personale ArtForum, Bologna;
2012 - Biennale di FiberPhiladelphia, Philadelphia;
Fuori dalla pelle - personale a cura di Manuela De Leonardis, Lavatoio contumaciale, Roma;
2011 - Pelle|Muta - personale a cura di Viviana Siviero, Wannabee Gallery di Milano;
2009: “Il Filo dell’Imperfetto” - personale a cura di Alessandra Redaelli, Wannabee Gallery, Milano.

Fiere 2014:
Conteporary Instanbul
Arte Fiera Bologna
Fiere 2013:
Conteporary Instanbul
Arte Fiera Verona
Paratissima

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