RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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venerdì 11 aprile 2014

INVISIBILE Giovanni Sesia



INVISIBILE
Giovanni Sesia

Dal 16 aprile 2014
Inaugurazione, mercoledì 16 aprile 2014
Dalle ore 18.30

FABBRICA EOS
Arte Contemporanea
Piazzale Baiamonti 2 – 20154 Milano

La mostra prosegue fino al 30 aprile 2014

Giovanni Sesia in mostra alla Fabbrica Eos di Milano in una rielaborazione della personale “Nel segno della memoria” appena conclusasi allo Spazio per le Arti Contemporanee del Broletto di Pavia.

La mostra, che prosegue fino al 30 aprile 2014, presenterà opere dei primi anni fino ad alcuni dipinti più recenti e sarà completata da alcune videoproiezioni create da Stefano Sgarella, curatore dell’allestimento multimediatico.

INVISIBILE rimanda istintivamente ad un senso di assenza di cui sono testimonianza le opere di Sesia:  ritratti psicologici, immagini prese da diversi archivi di ospedali psichiatrici di inizio novecento, che con abilissima maestria l’artista ha fatto sue, riscrivendole e traducendo così in segni le membra e i pensieri dei soggetti; con le parole scritte e i segni non decifrabili che si intrecciano alle fotografie, ricreate e dipinte, sembra voler restituire luce ai malati, a una moltitudine di persone senza nome e identità, invisibili alla società di ieri, invisibili come la loro malattia e il loro disagio mentale.
Ma l’Arte di Giovanni Sesia ci conduce anche nella sfera del Visibile, quella della manifestazione attraverso immagini, una dimensione diversa che attraversiamo nella nostra esperienza contemporanea di spettatori a passeggio nelle trame della memoria.
Le opere cercano di andar oltre l’indagine superficiale, e inquadrano nell’obiettivo i segreti, i misteri, i bisogni, le paure, i dolori e le vergogne dell’anima. Le linee degli occhi e i colori dell’iride suggeriscono il passato nudo e crudo, e (forse anche) il futuro degli uomini e delle donne che campeggiano nelle opere. Ci costringono a non dimenticare e a riflettere sulla follia e sulla sua cura.

L’artista abbatte le mura del manicomio e prova a ridurre le distanze, costringendo lo spettatore a confrontarsi con il diverso, con la paura di ciò che è altro, e l’inevitabile pregiudizio che si viene a creare. Il risultato è un cortocircuito emotivo: gli sguardi dei suoi sconosciuti come le pieghe dei suoi lenzuoli smuovono vibrazioni che vanno ben oltre il contenuto dell’opera.


Biografia: Giovanni Sesia

Giovanni Sesia nasce a Magenta (Milano), nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera a Milano inizia a realizzare dipinti caratterizzati dall’accentuato cromatismo e dal segno forte. In seguito la sua pittura si sviluppa sulla ricerca tonale e sul contrasto tra luci e ombre lavorando tra astratto gestuale e suggestioni figurative. E’ in questo periodo che si avvicina alla fotografia quale mezzo tecnico da affiancare all’espressività pittorica. L’artista riesce a raggiungere un perfetto equilibrio fra i due linguaggi espressivi, senza farne prevalere l’uno sull’altro e in modo che l’uno aiuti l’altro a superare il proprio limite.
La svolta è alla fine degli anni ’90 quando viene in possesso di un vecchio archivio fotografico di un ospedale psichiatrico in abbandono. Le immagini scelte da Sesia evocano la storia e la memoria e questa tendenza lo ha portato a privilegiare sempre più volti, luoghi e oggetti.
La fotografia diviene per l’artista un pretesto su cui si innesca tutto il suo istinto e la sua ricerca artistica e l’equilibrio che l’opera trasmette è dato dalle pennellate e dalla grafia, segni che creano una sinergia tra spazi pieni e vuoti, ma in perfetta combinazione tra loro. Dalle antiche lastre trovate nei manicomi, alle vecchie immagini rinvenute, agli scatti da lui eseguiti, i soggetti scelti appaiono al tempo stesso lontani e familiari ed hanno la forza di penetrare nell’anima e di chiedere di non essere dimenticati. Sesia li riscatta dall’oblio e li offre a colui che li guarda con rispettoso amore.
I soggetti, scelti con estrema cura e passione, sono antichi ed atavici ed il solco in cui Sesia si muove è inevitabilmente intriso di tradizione. Utilizza abilmente i colori caldi della terra, i bruni, l’ocra e poi la ruggine per porre l'accento sull’umanità dei suoi soggetti.
Sostenuto dalla critica e dal pubblico, questo artista si sta imponendo sempre più sulla scena nazionale ed internazionale.
Ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero.

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