RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






Vota questo blog

Siti

lunedì 10 febbraio 2014

Tra un battito di ciglia e l'altro... questa è Gabriela Butti

Gabriela Butti


Ho conosciuto Gabriela Butti qualche anno fa, in occasione delle selezioni del Premio Patrizia Barletani. Ricordo che mi colpì immediatamente. Un aspetto estremamente fragile come involucro per un guerriero feroce. Un'intelligenza raffinata, una ricerca attenta e particolare un sorriso timido e coinvolgente.
L'ho seguita, scrutata e sono stato testimone di una evoluzione importante. Da artista acerba ed insicura a seria e dotata professionista.
Le ho posto qualche domanda...


In dieci righe, chi è Gabriela Butti?
 
Curiosa. Irrequieta. Entusiasta.
Sorridente e terribilmente triste e felice insieme, come quei film che fanno paura ma non si puó fare a meno di guardarli.
Immagina di avere i sensi confusi. Non le idee, ma le percezioni.
Tutto ha la stessa importanza, non ci sono priorità: un blister vuoto ed arancione luccicante di pioggia sul marciapiede ha la stessa intensità di uno sguardo d'amore; una parola puó odorare di sporco, così come un suono può sapere di sonno.
Non è una confusione, è il collegamento globale di tutti gli elementi, di ogni macrocosmo e microcosmo. 

In un secondo il nostro conscio memorizza 40 bit di informazioni, l'inconscio circa
40 milioni di bit...
C'è un mondo enorme, nascosto tra un battito di ciglia e l'altro, come il respiro controllato, lento, profondo, e pieno di essere.
Affrontare la quotidianità con tutta la spiritualità della scienza e con tutta la scientificità del cuore. Questa sono io :)


Autoritratto malato di cuore,carta preparata, traforata e retroilluminata, 70x50 cm
 
 

Per esprimerti utilizzi una tecnica molto personale, ti va di spiegarla?

La mia tecnica è molto democratica.
Il punto è l'entità geometrica più piccola ed indefinita, centro generatore di enorme energia potenziale concentrica. Un punto non é di per sè distinguibile da un altro, non ha gerarchia nè peso.
Ma posto in uno sciame di punti equipollenti invece, diviene individuo e fondamento costituente di trame, musiche, scritture e formule chimiche.
Il punto è elemento fondamentale di ogni cosa.

Intesso fori su carta, creando pieni e vuoti che una volta retroilluminati prendono forma in volumi e frequenze luminose.

Paiono schermi al plasma e realtà virtuali ed elettroniche...niente di più falso: sono l'essenza della vera verità ordita pazientemente da migliaia di piccoli forellini dai diametri variabili, retroilluminati da circuiti elettrici di ultima generazione.
Sono frame di film, istanti di vite virtuali, istantanee fugaci colte ed intrappolate dalla sofferenza reiteratrice che vive di quell'istante per giorni, fino a sviscerarne ogni elemento, come in una reazione chimica..per non rimanere aggrappati alle cose ed essere liberi.
È una dura disciplina, che porta a presentare su di un'unica superficie e senza possibilità di correzione tutto il rumore del silenzio.


KEEP YOUR MIND FREE, carta preparata, traforata e retroilluminata, 50x70
 
 

La tua ricerca, da quello che ho avuto modo di vedere si concentra quasi esclusivamente sulla figura, ed in particolare il volto. Perchè?

Lavoro sui volti, è vero.
Ma sono solo un pretesto: gli Esseri definiti vivono in uno sciame di punti, dove il vuoto e la mancanza sono elementi positivi ben più importanti del soggetto ritratto.
Li ho usati. Usati come elementi pieni per descrivere il vuoto, a volte sordo, a volte ricco di echi, di voci e discorsi.
Noi occidentali percepiamo ció che non c'è grazie a ció che abbiamo,
dovremmo invece cominciare ad apprezzare ció che abbiamo in funzione di ció manca.
Il vuoto è positivo, non negativo.
 

I can't hear you,2013, carta preparata, traforata e retroilluminata, 70x100 cm


Come reagisci alle critiche?

Le critiche sono fondamentali per crescere. E io sento il bisogno di crescere!
 

Qual è l'aspetto del tuo lavoro che ti intriga di più?

La mia realtà è talmente intrisa di falso da essere vera. Mi nutro di tutto ció che puó essere assimilato, in gran parte grazie ad internet. La mia formazione personale e reale perció, deve gran parte del suo sviluppo grazie ad esperienze virtuali, false, non empiriche.
Platone esclamerebbe che io sia concentrata a guardare le ombre proiettate sul muro della caverna.
Io oserei dire che, attraverso le membrane retroilluminate, il demiurgo che è in me possa proiettare illusioni di effimera verità.
Oggi la verità si trova anche nel falso, almeno tanto quanto il falso sia presentato come indiscutibile e pura verità.
Cosa è vero?
Cosa è falso?
 

Decalogo I, 2013, carta preparata, traforata e retroilluminata, 65x85 cm


Dimmi una cosa di te che non hai mai detto pubblicamente?

Voglio bene a tutti :)

Quali difficoltà incontra una giovane artista in Italia?

Una sola difficoltà, che attanaglia tutti o settori del nostro confusionario Paese: 

non si comunica.
Avete presente le tre scimmie sagge?
Chi parla non sente, chi vede non parla...e le successive cinque combinazioni.
 

Stai per affrontare l'esperienza di una residenza d'artista all'estero... raccontami un po'...

Ci sarà tanto da imparare.
Luoghi nuovi, luci nuove.
Cibo, odori e lingue differenti.
Svilupperò il mio progetto sulla Realtà Aumentata (AR), utilizzando come soggetti video e fotografie personali in collaborazione con artisti del luogo. La patinata perfezione di singapore e il mondo interiore dei suoi abitanti. Due elementi opposti che convivono silenziosamente, come reticoli di punti matematicamente organizzati in vuoti e pieni, luce e buio, vero e falso...
 

Un colore?

il nero, che li assorbe e addomestica tutti.
 

Quali progetti per il futuro?
 
Vivo il presente per costruire il mio futuro, il mio progetto è crescere sempre.



------------------------------------

Gabriela Butti


Gabriela cattura immagini di volti e di corpi. Coglie con minuziosità da fotogrammi cinematografici, conversazioni via Skype e incontri su Facebook l’attimo fuggente, l’essenza vitale. Poi, innescando un fitto dialogo tra reale e virtuale, incide nella carta un’infinità di piccoli fori riproducendo quegli stessi volti e quegli stessi corpi. Ne fa pelle traforata, rugosa e tattile, che alimentandosi di raggi luminosi contrapposti al buio ha possibilità di vivere, respirare, rendersi visibile. Retroilluminate con leds, queste intime spettacolarizzazioni dell’anima sgranano figure che si specchiano, o si rifrangono sul vetro d’una finestra, in attesa di una presa di coscienza. Osservando in dettaglio queste presenze quasi ectoplasmatiche, capaci di stagliarsi nell’oscurità come costellazioni, si ha la certezza di poterne scandagliare ogni risvolto psicologico, i dubbi irrisolti, le certezze acquisite, il conscio e l’inconscio.

(Stefano Bianchi)



NOI TUTTI VIVIAMO IN UNA REALTA’ AUMENTATA

Gli ultimi lavori costituiscono uno studio relativo alle membrane digitali: appaiono come grandi schermi al plasma digitali, ma non lo sono. Le immagini sullo schermo non si muovono...Sono vere o finte? Prodotte da una macchina o da un corpo?Accostandosi maggiormente ecco che si identificano i migliaia di forellini che le intessono, in un nugolo di vibrazioni disomogenee nella loro distribuzione.

Un foro per ogni secondo, come una preghiera. Errori intessuti mai davvero correggibili, come nella vita reale.

Le membrane-schermo costituiscono la superficie d’incontro tra realtà virtuale e realtà empirica, divenendo oggettivazione di un terzo tipo di realtà: la REALTA’ AUMENTATA, in cui reale e irreale convivono senza compromessi.

Siamo in grado di costruire la nostra vita in simbiosi con il mondo virtuale , rendendo l'elemento irreale elemento di esperienza e di apprendimento, proiettando conoscenze e sensazioni come in un’infinita casa degli schermi, nella quale tutto ritrova la sua arcaica vibrazione grazie alla soggettiva percezione del fruitore.

Costruisco schermi immobilizzando istantanee scattate a film, chiamate Skype e fotografie, facendo di ogni immagine membrana tra consapevolezza ed istinto, apprendimento nozionistico ed empirico, crescita personale e atavica paura ed attrazione nei confronti dell'ignoto.



2013:

Bipersonale “Double face”, (a cura di Stefano Bianchi), Milano

Collettiva “Eco.02”, Caravaggio (BG)

Finalista Premio Artgallery, Milano

2012

Personale “La Membrana del Tempo”, Galleria Ghiggini, Varese

Collettiva “Come se nulla fosse-Pretending Indifference”, Milano

Vincitrice Premio Ghiggini Artegiovani, Varese

Collettiva “Eco.01”, Caravaggio (BG)

Collettiva “China Made in Italy”, Milano

2011

Collettiva Premio Patrizia Barlettani Next Generation, Milano

Vincitrice Premio Artevarese Giovani e Collettiva, Varese


Nessun commento:

Posta un commento