RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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giovedì 27 giugno 2013

"Carraramarble 2013"



Dal 26 giugno al 4 agosto 2013, a Carrara, prenderà vita la manifestazione "Carraramarble 2013"

Uno straordinario mix fra Architettura, Arte, Design, Eventi e Spettacoli...
Un calendario così fitto di iniziative che mi è impossibile segnalarne qualche d'una in particolare. 
Il mio consiglio è di andare sul sito http://www.marbleweeks.it/it/index.asp e leggere tutto con attenzione...
Buon marmo a tutti!

"Arte in terapia"

Tanti amici, molti talenti, tanta buona arte... insomma da non perdere!




"Arte in terapia" 
a cura di Alberto D'Atanasio e Nazareno Miele
dal 29 Giugno al 20 Luglio
alla ex Chiesa di Sant'Agata a Spoleto



a proposito di Aliens... in onda su ARTV

Di Aliens, l'evento ideato da Sergio Curtacci, vi ho già dato più volte informazioni (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.it/search/label/_Aliens).  

In Attesa della tappa in quel della puglia (20 luglio - 20 agosto p.v.), 
ecco, per chi lo avesse perso, il servizio andato in onda su ARTV il 22-23 Giugno 2013

"ALIENS - le forme alienanti del contemporaneo"
Palazzo Freganeschi Pirola (Gorgonzola -MI-)
18 Maggio-8 Giugno 2013


Filippo Brancoli Pantera LANDSCAPE a cura di Marco Palamidessi



Filippo Brancoli Pantera
LANDSCAPEa cura di Marco Palamidessi



COMUNICATO STAMPA
Gli International Photography Awards hanno inserito un suo ritratto tra i migliori venticinque al mondo
Paesaggi tutti da esplorare negli scatti di Filippo Brancoli Pantera
Inaugura sabato (29 giugno) “Landscape” alla Fondazione Banca del Monte di Lucca


Paesaggi tutti da esplorare negli scatti di Filippo Brancoli Pantera. Dopo il grande successo della mostra EPEA dell’inverno scorso, la fotografia torna ad essere protagonista nelle sale del Palazzo delle Esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino, 7). Inaugura questo sabato (29 giugno) alle 18 “Landscape”, la mostra del giovane e talentuoso fotografo lucchese Filippo Brancoli Pantera che raccoglie in una personale i suoi famosi “Landscape”, grandi “tableaux” che sono mondi da esplorare per rintracciare le coordinate che portano alla definizione dell'uomo contemporaneo, oggetto principale della sua ricerca.

Fotografo lucchese con base a Lucca e New York, Filippo Brancoli Pantera (1978) si dedica da alcuni anni alla fotografia di ricerca nel settore del paesaggio contemporaneo. Nella sua carriera ha abbracciato tutti i generi della fotografia classica, dal fotogiornalismo d'azione al reportage d'autore, dalla fotografia di scena alla ritrattistica e alla fotografia di moda. Beneficiario di una borsa di studio del celebre “International Center of Photography” di New York, ha vissuto nella Grande Mela, da dove è tornato specializzato in fotografia documentaria, con particolare attenzione al ritratto ambientale ed al paesaggio sociale. Ha al suo attivo esposizioni in Italia e all’estero e vanta prestigiosi riconoscimenti anche internazionali: nel 2009 gli International Photography Awards hanno inserito un suo ritratto tra i migliori venticinque al mondo per il decennio 2000-2010; l’anno successivo lo hanno insignito di ben cinque menzioni d’onore per altri lavori di carattere documentaristico.

“Con la mostra “Landscape” di Filippo Brancoli Pantera, la Fondazione Banca del Monte di Lucca prosegue nel progetto di valorizzazione delle personalità artistiche legate per nascita e/o per vissuto al territorio provinciale lucchese, inteso anche come percorso circolare che da Lucca, con i suoi talenti, si apre al mondo e dal mondo a Lucca ritorna con talenti di altre comunità o con i suoi stessi talenti arricchiti. Brancoli è uno di questi - afferma l’avvocato Alberto Del Carlo, presidente della Fondazione BML -. Il particolare oggetto di indagine (paesaggio antropologico e non estetizzante) e la metodologia lavorativa (banco ottico a pellicola) introducono Brancoli nell’ambito della fotografia di ricerca contemporanea italiana sulla scia dei suoi riconosciuti maestri, quali Massimo Vitali, Domingo Milella e il compianto Gabriele Basilico. Il visitatore, se si lascerà introdurre e perdere negli spazi paesaggistici, troverà le tracce culturali delle popolazioni che li abitano e forse un po’ di se stesso”.

“È interessante quanto doveroso attardarsi sulle qualità estetiche dei lavori di Filippo Brancoli Pantera, sui valori luministici e pittorici, sul senso per le forme che il giovane fotografo lucchese mette in luce ogni volta che il suo sguardo decide di raccontare la bellezza, recondita o manifesta che sia, di un paesaggio nato dalla compenetrazione, dalla fusione delle cose dell'uomo con quelle della natura. [...] Il mondo è un palcoscenico dove l’uomo, giorno dopo giorno, costruisce gli spazi dell’esistenza e scolpisce nel presente la propria storia. È questo che spinge Filippo Brancoli Pantera su tutte le strade del mondo. Nei suoi occhi non ci sono le città ed i paesaggi che ha visto, perché quelli li ha già fissati nell’immagine fotografica. Nei suoi occhi ci sono le città ed i paesaggi che vedrà, quelli che ci appartengono e ci identificano. Quelli che, strettamente connessi all’uomo contemporaneo, sono frutto della sua cultura e figli riconosciuti del suo tempo”, scrive di lui il giovane critico d'arte Marco Palamidessi.


A ingresso libero, l’esposizione resta aperta fino al 21 luglio con il seguente orario: dal lunedì al venerdì 16-20; sabato e domenica 10-13, 16-20. Per informazioni: www.fondazionebmluccaeventi.itinfo@fondazionebmluccaeventi.it


BIOGRAFIA

Filippo Brancoli Pantera (1978). Fotografo lucchese con base a Lucca e New York, si dedica da alcuni alla fotografia di ricerca nel settore del paesaggio contemporaneo. I suoi grandi tableaux sono mondi da esplorare con calma per rintracciare le coordinate che portano alla definizione dell'uomo contemporaneo, oggetto principale della sua ricerca. Nella sua carriera ha abbracciato tutti i generi della fotografia classica, dal fotogiornalismo d'azione al reportage d'autore, dalla fotografia di scena alla ritrattistica e alla fotografia di moda. Ha iniziato il suo avvicinamento al mondo della fotografia partendo da lontano: dopo una Laurea in Beni Culturali presso l'Università degli Studi di Firenze, si specializza in fotografia di scena con un Master in fotografia teatrale presso lo IED di Milano. Si trasferisce a New York dove frequenta il programma annuale dell'ICP, da cui riceve una borsa di studio. Tra le principali mostre citiamo Arte Fiera (Bologna), Gallerianumero38 (Lucca), International Center of Photography (New York), Dak'Art (Dakar). Si dedica alla diffusione della cultura fotografica attraverso corsi, articoli ed interventi curatoriali. Web: www.filippobrancolipantera.com.

STRU MENTI a Genova


Succede oggi a Genova, alla Artrè Gallery...

STRU MENTI
con opere di
Guido Ziveri
Rodolfo Vitone
Riri Negri
Nicolò Paoli

27 giugno - 27 luglio 2013


Lettere da Venezia 10... direttamente dalla Biennale

 
 Appena arrivata eccola qui, tutta per voi, appassionati lettori di questa serie.
Direttamente dalla Biennale 2013 il 10° appuntamento, a firma Massimo Ghirardini
E per chi si fosse perso le prime "lettere", potete trovarle ai link:



 
 
 
 
 


Ciao Roberto
Biennale di Venezia 10a puntata

Tra i padiglioni che ai Giardini mi hanno più convinto c’è quello del Chile con l’artista Alfredo Jarr. Entrando mi ha “agganciato” subito con la fotografia di Lucio Fontana sulle macerie del suo studio a Milano all’indomani delle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Il tema del pericolo insito nel confronto-scontro tra nazionalismi si può anche scorgere nella sua opera installazione colma di acqua verde. Attorno alla grande vasca il pubblico cerca la propria prospettiva e attende… alcune bollicine emergono dapprima, seguite da una “cosa” che man mano si capisce essere il plastico dei padiglioni della biennale ai Giardini con le sue Nazioni (quelle presenti e quelle assenti). Dopo aver dato al pubblico il tempo di riflettere, lentamente la “cosa” si inabissa nuovamente. Non ho potuto fare a meno di osservare con attenzione le espressioni delle persone presenti che erano certamente parte dell’opera in continuo divenire. Mi voglio sbilanciare: do il mio personale “Leone d’Oro” all’artista cileno. 




Aspettando altre news...
 
Altri post sull'argomento Biennale di Venezia 2013 su:

mercoledì 26 giugno 2013

PopNewPop for aids | a cura di Melissa Proietti

A Roma per una giusta causa...


Dal 27 al 30 giugno dalle 11 alle 23 la non stop di PopNewPop presso La Pelanda, centro di produzione culturale, Roma, Piazza Giustiniani 4 .
PopNewpop a cura di Melissa Proietti è l'anima artistica di Spazio Rosso, I edizione della kermesse promossa da Anlaids Lazio, mostra mercato di raccolta fondi a sostegno della ricerca contro l'aids. L'innegabile e sempre attuale freschezza del pop, la sua immediatezza, la stratificazione di contenuti e linguaggi diversi interpreta nel colore la speranza di sconfiggere il mostro del nostro millennio. L'esposizione è una vivace carrellata dal pop object di matrice statunitense al pop realism, dal pop surrealism alla Street: scultura, pittura, fotografia dialogano senza barriera e preconcetto alcuno. Comune denominatore energia e passione.

La manifestazione ha il Patrocinio della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell'Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea e il prezioso contributo delle gallerie Ca' D'Oro e Dorothy Circus Gallery. Media partner di eccezione Io Donna, RDS Radio Dimensione Suono e Boop.it

Inaugurazione giovedì 27 giugno ore 17.30
Noi ci siamo e Voi?
All for PopNewPop
PopNewPop for Aids

MACRO Testaccio - La Pelanda
Piazza Orazio Giustiniani, 4, 00153 Roma

LE TRACCE DEL SOLE - Stefano Marangon a cura di Fortunato D'Amico

A Milano, al Museo della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci succede che...



LE TRACCE DEL SOLE Disegnare utilizzando l'energia del sole Stefano Marangon Dal 10 luglio al 30 agosto 2013 Inaugurazione 10 luglio ore 18.00 MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI Via San Vittore, 21 – Milano Il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano è continuamente alla ricerca di nuovi modi e nuovi linguaggi per raccontare la scienza nella maniera più semplice ed accessibile a tutti, per questo ha deciso di ospitare all’interno dei suoi spazi la mostra “Le tracce del Sole” dell’artista Stefano Marangon che esporrà le sue ultime opere realizzate con la pirografia. L’inaugurazione sarà il 10 luglio alle ore 18.00 e la mostra sarà visitabile fino al 30 agosto. Il periodo scelto è l’ideale per la presenza del Sole per gran parte della giornata, questo consentirà ai visitatori, attraverso i workshop e gli incontri organizzati, di realizzare esperimenti, testare applicazioni, capire l’utilizzo della luce e dell'energia solare nel corso della storia e conoscerne l’interazione con l’uomo che ha imparato a sfruttarlo e a veicolarlo fino a trasformarlo in opera d’arte. Un viaggio insolito per scoprire a livello multidisciplinare l’uso del sole nella scienza, nella filosofia, nell’architettura e soprattutto nell’arte svelando, attraverso interventi e dimostrazioni, come Stefano Marangon sia riuscito a realizzare le sue opere pirografando con delle lenti ottiche e la luce del sole. Ci sarà anche la possibilità di sperimentare la sua tecnica partecipando alla creazione di un’opera collettiva che verrà poi donata al Museo.
Fortunato D’Amico scrive: “La performance di Stefano Marangon, attrezzato di legni e lenti ottiche di dimensioni diverse, appassiona e attira intorno a se la folla di curiosi, che improvvisamente e inaspettatamente viene "illuminata" mentre sta assistendo allo spettacolo "open air " messo in scena per tracciare segni senza toccare con gli oggetti il piano di scrittura.”

Durante l’inaugurazione i partecipanti verranno accolti dal concerto d’arpa eseguito da Patrizia Borromeo, si proseguirà con la visita alla mostra. Eccezionalmente in occasione dell’inaugurazione l’ingresso al Museo sarà gratuito, mentre nei giorni successivi la visita alla mostra sarà compresa nel costo del biglietto.
Mostra personale: Le tracce del Sole – Disegnare utilizzando l’energia del sole Artista: Stefano Marangon Curatela e direzione artistica: Fortunato D’Amico Luogo: Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci Via San Vittore, 21 - Milano Durata: 10 luglio – 30 agosto 2013 Orari: martedì - venerdì 9.30 - 17.00 / sabato e festivi 9.30 - 18.30 Biglietto: compreso in quello del museo - Intero: 10 €, Ridotto: 7 € Informazioni: www.thesunpainter.com Catalogo: Edizione Grafiche Desi, in vendita al bookshop Testi: Fortunato D’Amico, Renuccio Boscolo, Fiorenzo Galli – Dir. del Museo DA VINCI Ufficio Stampa : B52Communication - comunicazione@b52c.com

FILIPPO ROBBONI - MISSING a cura di Emanuele Beluffi

Succede a Bassano sotto l'attento sguardo di Emanuele Beluffi...




FILIPPO ROBBONI, CORPO E NON ALTRO
Piccola Galleria
Piazza dell'Angelo 2
Bassano Del Grappa
3 luglio - 30 agosto 2013Storici dell’arte e non, operatori del settore e maverick assoluti, filosofi di professione e lettori di inserti culturali della domenica concorderanno più o meno tutti nel riconoscere nella complicità uno dei tipi se non il tipo fondamentale delle relazioni che si instaurano fra un quadro e il suo osservatore. No, L’Urlo di Munch non occasiona nessun invito autocompiacente, ma qui non si sta parlando della complicità nel senso erotofilo del termine, né si sfruculia sugli intenti pedagogici di un quadro, che per sua natura non deve tener bordone a niente e a nessuno. Però. Però una relazione di partecipazione fra l’opera d’arte e il suo fruitore sussiste, fissa ed effettiva nel corso dei secoli, fedele a se stessa nelle variabili interpretazioni che pensatori e artisti e critici hanno teorizzato nei loro tomi prima e nelle lezioni conservate via podcasting poi. Si potrebbe ciurlar col manico citando come esempio il sommo Arthur Schopenhauer che dedicò all’arte visiva e alla sua relazione con l’osservatore un intero libro del suo capolavoro ottocentesco Il mondo come volontà e rappresentazione, si potrebbe sfangarla con Gombrich e la sua psicologia dell’arte nonché le ultime acquisizioni in filosofia e scienza cognitiva relative alla filosofia della percezione, ma la vita è breve e va corretta. E d’altro canto siamo stanchi di apporti metateorici al lavoro d’arte neutralmente complici del citazionismo extra artistico che si profondono in circonvoluzioni dotte su letteratura e cinema ma che del lavoro del pittore in questione non dicono nulla. Bando alle ciance, Filippo Robboni è un pittore che spacca e se qualcuno fosse alla ricerca di una pittura consacrata al corpo e alla corporeità nella sua produzione pittorica ci sguazzerebbe. In modo particolare fa specie che in una congerie artistica in cui il corpo va via come il pane (pittura, scultura, video e fotografia e ovviamente esperienze performative, ma in quest’ultimo caso la corporeità è un po’ come il mix vodka e vermouth, senza i quali non esisterebbe il vodka martini), il lavoro d’arte di Filippo Robboni si fonda sul corpo negandolo (insomma come la teologia negativa che descriveva Dio definendo cosa Dio non fosse): i soggetti di questo ciclo pittorico sono corpografie dei proprietari assenti della corporeità, privati della loro parte cosciente per mezzo del “toglimento” della parte oculare e di tutto il resto della storia, solo volti dai quali la pittura fa sgorgare la loro stessa essenza carnale trasfigurando la figuratività in una corporeità onnilaterale. La pittura di Filippo Robboni imprigiona i soggetti nella loro carne facendoli corpo totale e silente: l’identità è surdeterminata, non hanno alcunché da comunicare all’esterno né hanno bisogno di occasionare relazioni d’alcun tipo con l’osservatore. Nessuna empatia, nessun messaggio, il film pittorico di Filippo Robboni è ineffabile e lascia i soggetti prigionieri di se stessi in un rapporto tra finitezza umana e ciò che tale finitezza trascende: sono soli, non hanno appercezione, non hanno io cosciente, non cercano te che guardi, sono il microcosmo transitorio ed effimero ed enigmatico rispetto al quale persiste il ciclo del Tutto, il macrocosmo con le sue leggi eterne e oltreumane. Insieme all’essenza carnale, è l’accadimento (un tramonto, per esempio), che in questa nuova serie pittorica di Filippo Robboni sta lì e sopravviene in una maniera niente affatto tranquillizzante, in un circolo descrittivo dalla composizione “altra” (ciò che è evidente nella serie “geometrica” dei lavori in mostra, laddove il gruppo di opere a carattere “descrittivo” non fa che reiterare lo stesso concetto ma per mezzo di una figurazione eminentemente simbolica), negando fortemente qualsivoglia grado di empatia e relazione con l’osservatore, rispetto al quale anzi i soggetti stanno fissi e sussistenti in un tempo che non altrimenti si può definire se non eterno presente. Emanuele Beluffi

“RezArte Estate”

C'è anche l'amico Carlo Cane...



“RezArte Estate”


da Sabato 29 giugno 2013 a Sabato 14 settembre 2013 
 | RezArte Contemporanea
Reggio Emilia

“RezArte Estate” è il titolo dell'esposizione collettiva che la Galleria RezArte Contemporanea di Reggio Emilia (Via Emilia Ospizio, 34/D) propone per il periodo estivo, dal 29 giugno al 14 settembre 2013.
In mostra, le ultime ricerche di undici artisti - Elisa Anfuso, Annalù, Elisa Bertaglia, Claudia Bianchi, Carlo Cane, Savina Lombardo, Antonella Mazzoni, Silvio Porzionato, Giovanni Pulze, Davide Puma e Carmen Testa - provenienti da diverse città italiane.
Attraverso un numero significativo di opere per ogni autore, la Galleria intende offrire a collezionisti e visitatori la possibilità di approfondire la conoscenza di artisti presentati nel corso dell'anno (Anfuso, Annalù, Bertaglia, Bianchi, Lombardo, Mazzoni, Porzionato, Pulze, Puma) e di incontrarne di nuovi (Cane, Testa), in vista della prossima stagione espositiva.
La collettiva è visitabile da martedì a sabato con orario 9.30-12.30 e 15.30-19.30, oppure su appuntamento, chiuso domenica e lunedì. Chiusura estiva: 1-28 agosto 2013. Per informazioni: tel. 0522 333351, rezartegalleria@gmail.com, www.galleriarezarte.it.
Elisa Anfuso nasce nel 1982 a Catania, dove vive e lavora. Annalù nasce nel 1976 a San Donà di Piave (VE), dove vive e lavora. Elisa Bertaglia nasce nel 1983 a Rovigo, dove vive e lavora. Claudia Bianchi nasce a Guastalla (RE), dove vive e lavora. Carlo Cane nasce nel 1951 a Valenza (AL), dove vive e lavora. Savina Lombardo nasce nel 1967 a Venosta (PZ), vive e lavora a Reggio Emilia. Antonella Mazzoni nasce nel 1957 a Fiorenzuola D'Adda (PC), vive e lavora a Parma. Silvio Porzionato nasce nel 1971 a Moncalieri (TO), dove vive e lavora. Giovanni Pulze nasce a Pieve di Sacco (PD), vive e lavora a Badoere (TV). Davide Puma nasce nel 1971 a San Remo (IM), vive e lavora a Ventimiglia (IM). Carmen Testa nasce nel 1985 a Campobasso, vive e lavora tra Roma e Campobasso.

RezArte Contemporanea nasce nel settembre 2012 per creare una piattaforma dinamica attraverso la quale valorizzare artisti selezionati in ambito nazionale ed internazionale. La galleria dispone di uno spazio espositivo di oltre 200 mq, all'interno del quale ha ospitato le collettive “Iconica”, “Emilia post moderna”, “Eclettica”, “Frammenti”, “Veneto today” e “Reportage di un cambiamento”, nonché la personale di Silvio Porzionato, avvalendosi del supporto di curatori, critici e professionisti del settore.

VIBO VALENTIA. AL VIA IL PROGETTO DI ARTE PUBBLICA GENIUSAECULI



VIBO VALENTIA. AL VIA IL PROGETTO DI ARTE PUBBLICA GENIUSAECULI

L’Associazione Italia Nostra-sezione di Vibo Valentia e il Sistema Bibliotecario Vibonese, in collaborazione con la Città di Vibo Valentia, l'Associazione Cultura Classica, il Museo Archeologico Vito Capialbi, hanno annunciato l’avvio di GENIUSAECULI, un progetto di arte urbana finalizzato a percepire, comunicare, ri-disegnare la città attraverso il linguaggio dell'arte contemporanea. L’intero progetto sarà curato da Francesca Londino, critica e curatrice d’arte.



PROGRAMMA

GENIUSAECULI si configura come la concreta attuazione di un'ipotesi culturale proiettata verso una collaborazione, tra diverse realtà del territorio vibonese, che solleciti una riflessione articolata sulla contemporaneità. Il progetto punta alla creazione di uno spazio espositivo a cielo aperto che coinvolgerà lo storico Viale Regina Margherita, da sempre arteria principale e pulsante che anima la città di Vibo Valentia. Un esempio di riflessione e rel-azione culturale sul territorio, in cui l’arte si integra con il tessuto urbano, nell’esperienza della circolarità del tempo e nelle affinità estetico-concettuali di un pensiero che punta alla condivisione.



L'impostazione curatoriale di GENIUSAECULI prevede il coinvolgimento di undici artisti della scena artistica italiana contemporanea: Angelo Barile, Maurizio Cariati, Giuseppe Ciracì, Fabrizio Dusi, Raffaele Famà, Michelangelo Galliani, Antonio La Gamba, Mario Loprete, Mauro Mazzali, Vincenzo Marsiglia, Massimiliano Pelletti.



L'output finale offrirà una visuale completa delle proposte ideate dalla migliore creatività italiana. L'inaugurazione dello spazio espositivo permanente è prevista entro settembre 2013.



La presentazione è avvenuta presso il Polo Culturale di S. Chiara, a Vibo Valentia. Sono intervenuti come relatori: Nicola D'Agostino, Sindaco della Città di Vibo Valentia, Gilberto Floriani, Polo regionale per le Politiche sulla Lettura, Gaetano Luciano, Italia Nostra Vibo Valentia, Francesca Londino, Curatrice GENIUSAECULI, Maria Teresa Iannelli, Museo Archeologico Vito Capialbi, Rocco Guglielmo, Presidente Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Giacinto Namia, Associazione Cultura Classica Vibo Valentia, Maria Concetta Greco, Accademia di Belle Arti Fidia di Stefanaconi.



Informazioni per il pubblico:

Sistema Bibliotecario Vibonese

via Ruggero il Normanno Vibo Valentia - 89900

Ufficio Eventi e Comunicazione

T. 0963 547557 | sbvibonese.eventi@gmail.com

martedì 25 giugno 2013

COMPRESSIONI - Mostra personale di DAVIDE BRAMANTE a MALTA




COMPRESSIONI - Mostra personale di DAVIDE BRAMANTE a MALTA.
Sarà inaugurata l’11 luglio 2013 all’Istituto Italiano di Cultura a La Valletta.

L’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura a Malta - in collaborazione con RizzutoArte (Palermo, Italia) – presentano Compressioni, mostra personale di DAVIDE BRAMANTE a La Valletta.
In esposizione dodici delle celebri opere fotografiche per cui l’artista è apprezzato in Italia e all’estero, e alcuni dei recenti acquarelli su photos che costituiscono l’ultima novità della sua raffinata ricerca artistica. La mostra sarà inaugurata giovedì 11 luglio 2013 alle ore 19.30 - presso l’Istituto Italiano di Cultura (Piazza S. Giorgio, Valletta VLT 1190) e sarà visitabile fino al 31 luglio.

Potrebbero sembrare elaborazioni digitali, invece le fotografie di Davide Bramante sono ottenute con la tecnica analogica della esposizione multipla in fase di ripresa, risultato di più scatti – da quattro a nove – sullo stesso fotogramma.
Il principale soggetto - e incontrastato protagonista delle opere fotografiche di Bramante - è la città, interpretata mediante il ricordo e ricostruita attraverso la sovrapposizione di scatti diversi che sfociano in un’unica visione d’insieme.
New York, Parigi, Zurigo, Madrid, Los Angeles, L’Avana, Berlino, fino alle metropoli d’Oriente - ma anche città italiane come Roma, Napoli, Palermo, Firenze – ciascuna raccontata attraverso la sincronica sovrapposizione di diverse inquadrature.

Attraverso la simultaneità delle sue sovrapposizioni, Bramante riesce così ad esprimere il senso della società contemporanea, talmente affollata, impetuosa e sovrabbondante da essere incontenibile in una sola immagine. Per l’artista, eterno girovago, i suoi lavori sono anche lo specchio della sua storia personale, delle sue esperienze di viaggio e della sua memoria.
Le photos di Bramante - allora – non rappresentano la realtà ma la distruggono, la reinterpretano e la superano, per proiettarsi definitivamente verso la fotografia d’arte.

Il titolo della mostra - Compressioni - allude ad un parallelismo concettuale tra la tecnica fotografica di Bramante e quella informatica utilizzata per ridurre le dimensioni dei files; come documenti compressi, ogni fotografia contiene più immagini, più prospettive, più proiezioni mentali della stessa città, e si rivela così un’efficace tecnica visiva di riduzione dello spazio necessario alla memorizzazione dei dati.

Nato a Siracusa nel 1970, Davide Bramante si è formato a Torino, alla prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti; nel 1998 inizia la sua attività espositiva, con le collettive alla Galleria d’arte Moderna di Bologna e di Sarajevo, ed è vincitore di due borse di studio presso la prestigiosa Franklin Furnace Foundation di New York.
Oggi, a 42 anni, il suo curriculum artistico annovera esperienze a livello internazionale.
Ha all’attivo oltre sessanta mostre tra personali e collettive in Musei, Fondazioni e Gallerie nazionali ed estere, tra cui MoMA New York Museum, Museo Marino Marini di Firenze, MACI di Isernia, Palazzo delle Papesse di Siena, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Galleria di Arte Moderna di Bologna, Kunsthaus Tacheles di Berlino.
Partecipa alle più importanti fiere dell’arte contemporanea, ed è rappresentato da gallerie d’arte in Italia (Studio La Città a Verona; Poggiali e Forconi a Firenze; Fondazione Morra a Napoli; RizzutoArte a Palermo) e all’estero (negli Stati Uniti: Mark Miller Gallery; RVS Fine Art; Winston Fine Arts. In Portogallo: Galeria Artlounge, Lisbona).


Davide Bramante – Compressioni
11 luglio – 31 luglio 2013
Istituto Italiano di Cultura di La Valletta
Vecchia Cancelleria, Piazza S. Giorgio,
Valletta VLT 1190 - MALTA
Telefono: +356 21221462 Fax: +356 21220548
Email: iiclavalletta@esteri.it

In collaborazione con Galleria RizzutoArte
Palermo, Via Monte Cuccio 30 (Italia)
Telefono: +39 091.526843 ; +39 347.1769901
Email: info@rizzutoarte.com
www.rizzutoarte.com
www.facebook.com/RizzutoArte

Lettere da Venezia 9... direttamente dalla Biennale

 
Dopo qualche giorno di "latitanza" ecco la nona Lettera direttamente dalla 55° Biennale... come al solito, inviata recapitata da un "invitato molto speciale" Massimo Ghirardini...
E per chi si fosse perso le prime "lettere", potete trovarle ai link:



 
 
 
 


Ciao Roberto

Biennale di Venezia 9a puntata

Dicevamo che non tutte le nazioni (i loro governi) hanno l’accortezza di evitare colorazioni politiche nel presentare gli artisti “ufficiali”  nei propri padiglioni. In questa ingenuità è caduta l’Argentina. Il curatore ha presentato l’artista Nicola Costantino (che ricordo essere donna: il nome potrebbe trarre in errore noi italiani) con un’opera sul mito di Eva Peron. Egli intendeva presentare Evita dal un punto di vista dei suoi stati d’animo, la sua femminilità, le fragilità ma anche la sua attrazione per la folla. E in questo la proiezione su un grande schermo semicircolare che si può vedere entrando nel padiglione è molto riuscita: diverse anime di Evita si muovono contemporaneamente e in alcuni momenti si sovrappongono. Succede però che in un ultima sala dedicata alla vita, alla morte e alla risurrezione di Evita si vedano filmati già visti nella biografie con immagini accanto al marito Peron, l’ultimo bagno di folla al suo funerale e poi nella “resurrezione” purtroppo immagini dell’attuale presidentessa che utilizza il mito a fini di propaganda. Bisogna aggiungere che i video sono stati preparati da funzionari governativi e collocati all’ultimo momento senza chiedere il parere dell’artista e del curatore che hanno così scritto il loro dissenso con un graffito. Il Clarìn (quotidiano di opposizione) ha immediatamente colto l’occasione di pubblicare la foto del graffito con commento e interviste. Ognuno darà la propria valutazione. Voglio invece aggiungere (a proposito del Clarìn) una cosa di cui mi sono ricordato e che mi ha piacevolmente divertito: l’attuale Papa Bergoglio (Francesco I) appena eletto ha telefonato in Argentina al suo edicolante per dirgli di interrompere la consegna del Clarin alla sua residenza. (diciamo… due diversi stili argentini).
 


Aspettando altre news...
 
Altri post sull'argomento Biennale di Venezia 2013 su:

lunedì 24 giugno 2013

IL CAPPOTTO DI LANA di Luca Dal Canto

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Non sono un critico né tanto meno un critico cinematografico, ho però, in tanti anni di attività, acquisito una naturale propensione alla qualità. E qui di qualità ce ne è da vendere!





IL CAPPOTTO DI LANA
Regia: Luca Dal Canto
Soggetto e sceneggiatura: Luca Dal Canto, Anita Galvano
Suono: Alberto “Abi” Battocchi
Operatore: Filippo Morelli
Costumi: Panciatici Livorno
Arredi di scena: L’AltroVerso di Anna Laura Bachini
Aiuto regia: Giuseppe Di Palma, Simone Antonelli
Canzone “Livorno” (Ciampi-Marchetti) cantata da Luca Faggella

Con: Lorenzo Aloi, Marco Conte, Sergio Giovannini, Laura Palamidessi, Gabriele Di Palma

FESTIVAL (selezioni ufficiali)

Eiff 2012
Visioni Corte 2012
Caproni Festival
Filmissima 2012
Mendicino Corto 2013
Schermi irregolari 2013
Versi di luce 2013
Bibbiena Film Festival 2013
Cinestesia 2013
Rassegna Caffè Letterario Roma 2013
Coming Soon Television
VideoCorto Nettuno 2013

PREMI

Miglior Attore Protagonista (Lorenzo Aloi) a Eiff 2012
Miglior Sceneggiatura a Versi di Luce 2013
Premio del Pubblico a Cinestesia 2013

Lorenzo Aloi


SINOSSI
“Il cappotto di lana” nasce da un'idea di Anita Galvano e Luca Dal Canto in vista dell'Anno Caproniano (2012), durante il quale si sono celebrati i cento anni dalla nascita di Giorgio Caproni, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento. Il cortometraggio, prodotto da Bredenkeik e Vertigo Cinema,  con il contributo di Toscana Film Commission, è stato presentato al Caproni Festival a Livorno nel mese di dicembre 2012.
Amedeo, Dedo per gli amici, è un bambino dolce e sensibile. Ama alla follia l'arte e la letteratura e soprattutto i versi del poeta Giorgio Caproni che ascolta quotidianamente grazie ad un vecchio walk-man; è questo l'unico modo per estraniarsi dalla realtà circostante e dal rude ignorante padre che considera la Cultura roba da femminucce. Un giorno scopre nella cantina di un amichetto un antico baule, in cui è custodito un vecchio cappotto di lana appartenuto proprio a Giorgio Caproni; lo prende e dalla felicità decide di non toglierselo mai di dosso, suscitando nel padre rabbia e rimproveri. La mattina seguente però il cappotto color cammello è sparito. Dedo comincia allora a vagare per Livorno; inizia così la magica avventura che lo porterà nel fatato mondo della sua più creativa immaginazione.

NOTE DI REGIA
Il cappotto di lana  è un omaggio a Caproni e alla sua poesia, dolce, sensibile e nostalgica. E’ una fiaba, completamente frutto dell’invenzione degli sceneggiatori, che ruota intorno ad una delle più belle composizioni del poeta labronico: “Ultima preghiera”.
Il protagonista è Amedeo, Dedo per gli amici, un bambino di 13 anni un po’ atipico per i tempi che corrono; è dolce, sensibile, ama l’arte e la letteratura. Invece che giocare alla Playstation legge libri e ascolta musica e poesie ad un vecchio obsoleto walk-man.  Solo quello e la mamma, decisamente più amabile rispetto al rude ignorante padre, buffo e ridicolo nella sua volgarità popolaresca figlia di un Paese e di una città in preda ad una recessione culturale senza precedenti, riescono ad estraniarlo dal mondo circostante.
Ed è proprio per questo che Il cappotto di lana vuole anche essere un omaggio a Livorno, una città che sembra aver smarrito la propria identità, un luogo dove i suoi stessi abitanti hanno ormai perso ogni speranza e, soprattutto, la memoria di ciò che questo centro era fino a 70 anni fa, polo turistico e culturale del Mediterraneo; una città “malata di spazi” - come racconta lo stesso Caproni nelle sue poesie – con le sue immense piazze aperte ai venti, una città popolare, verace, ma a suo modo colta e ricca di storia, con monumenti e luoghi di cultura ormai lasciati nell’oblio.​
E così il cortometraggio vede al suo interno continui rimandi a livornesi illustri, soprattutto Modigliani e Piero Ciampi, artisti geniali, affascinanti e “maledetti”, come affascinante e ormai “maledetta” sembra essere la loro città natìa.
E’ il padre di Dedo che incarna perfettamente quella pessimistica disillusione che affligge ormai i livornesi da qualche decennio e che lentamente, come un virus letale, sta facendo smarrire ogni memoria storica. Amedeo (l’anima caproniana) e sua madre Nara sono le eccezioni che confermano la regola e che lasciano tuttavia spazio alla speranza di un ritorno alle origini.
​Le location sono i luoghi caproniani per eccellenza. Piazza della Repubblica, i Fossi, il Mercato Centrale, ma anche il lungomare – quello di San Jacopo, ugualmente affascinante e spettacolare pur essendo meno famoso di una Terrazza Mascagni o di una Rotonda di Ardenza.
Il portone della casa natale di Caproni, invece, sarà, per forza di cose, ambientato nel quartiere Venezia; il punto dove si ergeva l’originaria palazzina in Corso Amedeo è infatti oggi occupato da un moderno palazzo su cui campeggia una targa sporca, immersa nel traffico e nell’indifferenza dei più.
E infine il, cappotto di lana. Beh quello è solo un pretesto (e un incubo per gli attori che a fine luglio dovranno indossarlo) per raccontare Giorgio Caproni, la sua poesia e come la fantasia di un bambino possa decollare dalle più piccole e apparentemente insignificanti cose di tutti i giorni.

Il cortometraggio "Il cappotto di lana" è in concorso a Streamoff. 
E' possibile votarlo a questo link https://www.streamoff.tv/streamshort/il-cappotto-di-lana 
Per vederlo basta cliccare su "play", per votarlo, invece, cliccare sulle stelline che si trovano sotto la locandina del film.
C'è una procedura di iscrizione velocissima e dopodiché puoi scegliere che voto dare (da 1 a 5).

A Castiglioncello, “EX MARIS” cinque sguardi labronici nell’arte contemporanea

“EX MARIS”
cinque sguardi labronici nell’arte contemporanea



Genere: mostra collettiva di pittura e scultura
Artisti: Maurizio Bini, Raffaele De Rosa, Franco Mauro Franchi, Mario Madiai, Angiolo Volpe
Titolo: “Ex Maris”, cinque sguardi labronici nell’arte contemporanea
A cura di: Rossana Corsi e Filippo Lotti
Inaugurazione: sabato 29 giugno 2013, ore 21.30
Luogo: Castiglioncello (Li) - c/o ArtGallery Il Cesello, via Marconi 1/a
Durata: 30 giugno - 10 luglio 2013
Orario: tutti i giorni ore 18.00 - 20.00 e 21.30 - 24.00. Ingresso libero.
Con il patrocinio: Comune di Rosignano Marittimo
In collaborazione con: FuoriLuogo – servizi per l’Arte, Associazione Culturale “La Ruga”
Media partner: Toscana Tv

CASTIGLIONCELLO. Si inaugura sabato 29 giugno, a Castiglioncello, alle ore 21.30, presso la Art Gallery Il Cesello, la mostra collettiva di pittura e scultura dal titolo “Ex Maris”, cinque sguardi labronici nell’arte contemporanea curata da Rossana Corsi e Filippo Lotti. In mostra le opere di Maurizio Bini, Raffaele De Rosa, Franco Mauro Franchi, Mario Madiai e Angiolo Volpe.
Cinque protagonisti, cinque esperienze d’arte, mettono in mostra le loro opere e il loro pensiero di pittura con la loro singolarità di linguaggio comunicativo. Artisti non scelti a caso tra i molti operanti nell’ambito labronico, bensì si tratta di scelte fatte per la serietà di lavoro che hanno dimostrato negli anni: un confluire, armonico, di artisti ‘vestiti’ di autenticità.
Liberi da qualsivoglia condizionamento esterno dettato dall’ambiente in cui vivono, quello di area post-macchiaiola, hanno saputo scegliere e trovare un tratto caratteristico e caratterizzante la loro produzione che esula da antichi condizionamenti dal contesto culturale in cui lavorano. Diversi per genere e contenuto, in un variegato campionario di stili e di linguaggi, i cinque artisti in mostra propongono opere che partono da presupposti differenti ma che si intersecano tra loro toccandosi in più punti in un’amalgama artistica molto forte e significativa: il saper produrre opere d’arte con forti significati e capaci di suscitare forti emozioni. 

Maurizio Bini, livornese, nato nel 1940, si è formato sul discrimine fra tradizione e i nuovi fermenti di ricerca, che significavano Pop art, Arte Concreta e Informale. L’impostazione al “fare”, tipica dell’Istituto d’Arte di quell’epoca, che l’artista aveva frequentato a Lucca, ha certamente contribuito a rafforzare e definire l’assetto pittorico di Bini, al di là dei vari “ismi” d’obbligo tra gli anni Sessanta e Settanta. Sempre a Lucca, dal 1970, è stato titolare della cattedra di discipline pittoriche al Liceo Artistico e in seguito al Liceo sperimentale di Livorno. La sua figurazione ha il calore del "vero", unito a un senso di sospensione. 



Raffaele De Rosa nasce a Podenzana (Ms) nel 1940, nei pressi dell’antico insediamento di Luni, e per sei anni vive in Lunigiana. Un’infanzia isolata, con il disegno, praticato di nascosto. Poi si trasferirà a Napoli, in una casa vicino a un cimitero, che forse avrà contribuito a suscitare in lui il fascino per le atmosfere “gotiche” e risultare determinante nella costruzione delle figure mitiche che affollano la pittura dell’artista toscano. La pittura di De Rosa si sviluppa inizialmente sulla linea affine alla cultura e agli artisti dell’area labronica, con i quali viene in contatto quando, a sedici anni, si stabilirà a Livorno. Tutto questo ha certamente favorito l’immaginario fantastico di De Rosa; nasce così la sua pittura volontariamente “anacronistica”, fatta di città “possibili”, di eroi e cavalieri di mondi ed epoche lontane.



Quello di Franco Mauro Franchi (Castiglioncello, Livorno, 1951) è un percorso senza grandi deviazioni. Scultore formatosi prima all’Istituto Statale d’Arte di Lucca e poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Costante il suo interesse allo sviluppo plastico dell’immagine, affiancato, all’inizio, dall’esperienza di un maestro come Oscar Gallo. Franchi ha costruito le sue forme su un segno corposo e ben strutturato: dipanato con morbidezza nella pittura e sinuosamente avviluppato intorno alla materia nella scultura. Inizia il suo intenso percorso espositivo alla fine degli anni Sessanta, non ancora ventenne, esponendo nella galleria dell’artista e amico Sirio Bandini a Cecina. Intanto prende corso la sua carriera d’insegnamento, che lo porterà, nel 1989, a ottenere la cattedra di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Foggia, poi a Bologna e infine a Carrara, dove a tutt’oggi svolge il suo magistero. 



Mario Madiai (nato a Siena nel 1944, vive tra Pisa e Livorno) come molti degli artisti informati alla pittura di area labronica, utilizza i temi tradizionali del paesaggio o della natura morta per approfondire un linguaggio individuale. La pagina di Madiai, a volte nitida e squillante di luce, oppure ammantata di lievi umbratilità, rappresenta, in ogni caso, lo stesso soggetto: l’emozione dello sguardo di fronte alle immagini, o alla memoria delle immagini. In lui c’è un apparentamento tra genialità e mestiere, sapendo affrontare e mettere in essere qualsivoglia tematica dove le luci e i toni raggiungono una tale sintesi del reale, che non abbiamo tentennamenti nel collocarlo tra i maestri contemporanei riusciti nell’intento di coniugare il grande trascorso toscano al presente.



Angiolo Volpe (Livorno, 1943) ha iniziato a dipingere giovanissimo e si è subito orientato verso la pittura come unica attività professionale. I suoi primi lavori risentono della lezione apportata dai Macchiaioli, pur evidenziando una propria linea espressiva originale che avrà modo di imporsi sempre più con il trascorrere del tempo infatti riesce tenacemente a portare avanti le proprie convinzioni artistiche modificando, col passare degli anni, la propria iconografia pittorica sempre in continua ricerca. Vive vicino a Castiglioncello, dove lavora in riservatezza, a contatto con il mare e la natura, assecondando il suo mite temperamento.
Il vernissage sarà ripreso dalle telecamere di Toscana Tv per la trasmissione “Incontri con l’arte” di Fabrizio Borghini. 



La mostra patrocinata dal Comune di Rosignano Marittimo e realizzata in collaborazione con FuoriLuogo – servizi per l’arte e con l’Associazione Culturale “La Ruga” sarà visitabile, ad ingresso libero, fino al 10 luglio prossimo, tutti i giorni dalle ore 18.00 alle 20.00 e dalle 21.30 alle 24.00. Per info: 334 3445766, info@artgalleryilcesello.com.