RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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venerdì 7 giugno 2013

Lettere da Venezia... direttamente dalla Biennale



Non avendo potuto vivere in prima persona i giorni frenetici della kermesse lagunare, mi sono affidato ad occhi esperti e professionali. Ho chiesto all'amico Massimo Ghirardini, grande esteta, esperto d'arte ed ideatore di "Spazi dell'arte contemporanea" (http://www.solocontemporaneo.com/), di rendicontarmi di ciò che ha visto a Venezia... ecco la prima parte:

(copio ed incollo la sua mail)

Ciao Roberto
Ho letto di MILANOARTEXPO, benissimo.

Dopo l’overdose di autori visti alla Biennale di Venezia, mi sono preso qualche giorno per riflettere sull’esperienza fatta alla 55 Esposizione Internazionale d’Arte.

In cinque giorni ho visto 60 padiglioni-rappresentanze nazionali ai Giardini, all’Arsenale e in giro per la città, poi Eventi Collaterali ufficiali e mostre semplicemente contemporanee.

( Le rappresentanze Nazionali erano almeno 80 ).

Ho apprezzato le nazioni che hanno presentato un solo autore.

Ti dico subito che, a parte il momento celebrativo dei Leoni alla carriera a Maria Lassnig e Marisa Merz, pur comprendendo l’idea del “Palazzo Enciclopedico” con i suoi oltre 150 artisti la scelta non mi ha convinto. Trovare Enrico Baj, Carol Rama, Bruce Nauman, Richard Serra e addirittura lo svizzero Eduard Spelterini nato nel 1852 e l’argentino Xul Solar nato nel 1887. Boh… Perchè allora non Picasso, Kandinsky, Magritte o De Chirico (dico i primi che mi vengono in mente). Alla Biennale io mi aspetterei nuove proposte, anche audaci scommesse. Chiudo qui con il tono polemico e ti dico che ho deciso come la guida Michelin di dividere le proposte in “Vale il viaggio”, Vale una deviazione” e per le “Segnalazioni” un “se proprio passate per quella calle fate una visita”.

Comincio (nella prima categoria) con la più bella location: la ex chiesa di San Lorenzo, svuotata, alta 20 metri, con un imponente altare abbandonato e una acustica notevole (AntonioVivaldi la utilizzava per le prove dei concerti). In quell’ambiente, che è un cantiere in cui ci si deve muovere con un elmetto, il Messico ha realizzato il proprio padiglione. Hanno usato montanti in legno chiaro che sorreggono una sottile rete d’acciaio che garantisce l’incolumità dei visitatori. L’artista Ariel Guzik ha realizzato una scultura sonora alta circa 4 metri battezzata Cordiox. Questa al centro ha un cilindro di quarzo puro e attorno tre arpe che fanno vibrare 180 corde metalliche. Senza casse o amplificatori l’installazione diffonde un suono primordiale. In armonia con lo spazio, assolutamente da vedere ed ascoltare!

un abbraccio, a presto



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