RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






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venerdì 10 maggio 2013

Welcome Work / arti occupate - 1-2 giugno CoCA Modica





Welcome Work / arti occupate - 1-2 giugno  CoCA Modica


soffermatevi e leggete



48 ore per mostrare tutta la forza e la necessità della presenza paritaria delle professioni intellettuali, dell'arte e della cultura dentro il sistema sociale, economico e politico. Non è più tollerabile la discriminazione tra le professioni, non è più tollerabile la totale mancanza di politiche culturali specifiche e dirette da figure competenti. Non è accettabile, in una società civile, vivere senza biblioteche, musei, teatri, sale per la musica, spazi espositivi, centri culturali, laboratori, contratti Non ha nessun senso pagare tasse scolastiche e universitarie per discipline, accademie e corsi specialistici per scoprire che gli studi umanistici, artistici e dei beni culturali non hanno reale sbocco professionale. Che questi indirizzi e percorsi di studi vengano chiusi se la nazione, le regioni e i comuni non sono capaci di porre i cittadini in condizione di svolgere un lavoro in relazione a sforzi e competenze conquistate.




Le condizioni e lo stato del bene culturale moderno e contemporaneo sono disperate e creano una reazione anti etica che vede guerre intestine per quei minimi residui economici a disposizione, la situazione ben visibile a coloro che operano e che si sforzano di far evolvere città e territori porta a comportamenti e strategie speculari al sistema che ci ha consegnato lo stato attuale delle cose. E' delirante osservare una Sicilia che giovane per anagrafe è costretta ad usare modalità desuete e fallimentari per sgomitare e riuscire. Riaffermare la presenza artistica e umanistica dentro la società civile porterebbe invece ad un naturale ed umano equilibrio che cancella e sgombra il campo da atteggiamenti anacronistici e di visibilità a tutti i costi, tra l'altro a scapito dei contenuti.




Francesco Lucifora








primo contributo




il titolo di questa "2 giorni" non è uno scherzo. Non è un gioco di parole o una trovata grafica. Vogliamo parlare esattamente di LAVORO. Una parola, uno status, un concetto che avvelena la mente e il cuore di chi lo pensa mentre guarda al proprio futuro ; di chi lo desidera o di chi lo elemosina. I motivi di questo avvelenamento sono tanti , di natura economica, sociale ed etica : si lavora per mangiare, per vivere , per sopravvivere; ma si lavora anche per avere un “posto”fisso nella società : un’identità; si lavora anche per essere accettati e per trarre conforto dal calduccio stagnante e appiccicaticcio di una routine normale e sicura. Ed è così che il lavoro da arte, madre del termine stesso dal quale si è “forzatamente” separato, si trasforma in incubo; un incubo in cui tra l’altro siamo tutti abituati a vivere e al quale tutti addirittura aneliamo.




Welcome Work ha come obiettivo quello di demolire definitivamente questa idea di lavoro che non solo è morta ,perché oltretutto di fatto lavoro non ce n’è, ma che è anche strumento di paralisi delle coscienze: non abbiamo più paura di morire , abbiamo paura di non esistere. E la paura blocca, ferma , appiattisce, logora. welcome work è un invito (ma anche un monito) volto a ricostruire il senso e il significato del lavoro come arte e,soprattutto, a recuperare l’idea delle arti come lavoro. Necessario. Perché è attraverso la cultura, la bellezza e la competenza che si creano e si coltivano (verbo da cui deriva,non a caso, il termine cultura) le identità, che poi diventano forza lavoro. E viceversa. Il rapporto è reciproco, non univoco. E se separiamo , se creiamo dualismi fra cultura e lavoro , fra arte e società ,fra etica ed economia , ci ritroviamo in condizioni che non appartengono per natura all’uomo. Disumane, appunto, come quelle in cui ci siamo ritrovati e in cui ci siamo persi .Le quarantotto ore di “occupazione” di un luogo che già lavora per l'arte e la cultura quale è il CoCA, vogliono essere una spinta che contribuisce a gettare nel vuoto proprio questi inutili ,banali e pericolosi dualismi.




Durante queste 48 ore viene invitato a Modica, tutto il popolo creativo possibile, spazi no profit, operatori culturali, artisti, attori, curatori, musicisti, scrittori, storici dell'arte, architetti e cittadini rendendo evidente e chiaro il segnale che si vuole emettere a tutto vantaggio di coloro che sono chiamati ad amministrare e decidere nei luoghi deputati. Dato che il progetto del CoCA ha preso piede nella città di Modica, l'altro invito è rivolto a coloro che aspirano ad amministrare questa come altre città, un invito a tutti per rispondere alle questioni sollevate, un confronto inevitabile, ma anche una dimostrazione tangibile di dialogo.




Mariangela Schiavo








Esiste una artworking class ed è invitata a transitare al


CoCA, a Modica, tra il 1 e il 2 giugno
CoCA
Center Of Contemporary Art
C.so Umberto I 420 zona S3
97015 Modica 

info
Il C.o.C.A., archivio arti contemporanee, nasce a Modica, nel Sud-Est della Sicilia. Il progetto, condotto dal Laboratorio Autonomo Potenziale associazione no profit, si presenta quale biblioteca con riferimento specialistico alle Arti Contemporanee e risponde a precise esigenze di ricerca artistica e culturale da parte di addetti ai lavori, ricercatori, artisti e studenti impegnati in ricerche relative al presente e di circolazione di opere di intelletto umano.
C.o.C.A. rappresenta un progetto trasversale ed un connettore di idee tra le nuove esigenze del sapere condiviso, la disponibilità immediata dello stesso nonché l’allargamento di visibilità per tutte le forme di pubblicazioni riguardanti le arti del contemporaneo.

La biblioteca raccoglie materiali cartacei, magnetici e video provenienti da acquisizioni dirette di testi e da donazioni di enti privati, riviste di settore, autori, artisti,gallerie d’arte, fondazioni, musei e case editrici che si andranno ad aggiungere alle unità librarie già possedute dal L.A.P. L’istituzione del progetto prevede il parallelo sviluppo di un archivio digitale dei materiali presenti e in entrata. L’archivio sarà disponibile in rete e consultabile on-line dal sito del C.o.C.A. o dal Sistema Bibliotecario e Archivistico della provincia di Ragusa.

Il C.o.C.A. ha aperto al pubblico il 4 Ottobre 2009 e si appresta ad accogliere donazioni e formulazioni di acquisizioni.


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