RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






Vota questo blog

Siti

sabato 5 gennaio 2013

SAVE THE BEAUTY - TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE a cura di ROSSOCONTEMPORANEO | Taranto

IO STO CON LA BELLEZZA! IO STO CON TARANTO!

TARANTO CHIAMA - ITALIA RISPONDE

UNICO COMUNE DENOMINATORE: LA VOLONTA' DI COLLABORARE "MORALMENTE"


SAVE THE BEAUTY

TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE 
A cura di ROSSOCONTEMPORANEO | Taranto

01. PREMESSA

“SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE”, è un Progetto artistico ed espositivo che ROSSOCONTEMPORANEO ha ideato per il 2013, un Manifesto forte, deciso, audace, con il quale si oserebbe chiamare a raccolta il Mondo dell’Arte Contemporanea in risposta al rischio di appiattimento e di avvilimento socio-culturale sempre più evidenti, derivanti dallo schiacciamento,dalla prevaricazione (o chiusura) di un Sistema politico nazionale non lungimirante e così poco attento ai valori morali ed economici della Cultura e delle potenzialità di un settore, che in Italia, dovrebbe essere chiaramente traino principale di una intera economia nazionale.

L’idea, in breve, sarebbe quella di considerare Taranto come un tavolo alchemico, come un LABORATORIO DELLE IDEE E DELLA SPERIMENTAZIONE ARTISTICA E CULTURALE.

Lo spunto iniziale del Programma è una vera e propria sfida, una sfida “non convenzionale”, una sfida atipica giocata sulle argomentazioni della “Bellezza”, della “Consapevolezza”, della “Partecipazione Attiva”, della “Fiducia” e “Collaborazione” della Cultura tutta e del mondo dell’Arte contemporanea, nello specifico.
Una sfida che parte da una piccola e giovane realtà (ROSSOCONTEMPORANEO), che lancia il proprio appello in difesa di un territorio martoriato e vessato dall’autoritario “decisionismo Istituzionale nazionale”, una sfida che parte da un territorio che fu Culla della Civiltà Magno Greca in Italia (l’antica TAPAZ), e che è attualmente abbandonato al “sopruso istituzionale” di uno Stato che ha deciso di immolare sull’altare della Produzione dell’Acciaio e dell’interesse privatistico della Grande Industria (Famiglia RIVA e l’ILVA) e dei Poteri Forti, la salute e la VITA stessa di una intera provincia: Taranto.

Non penso sia opportuno dilungarci troppo sulle vicende ultime del “Caso ILVA”, che ormai conoscerete tutti quanti, e che hanno visto un acceso scontro interno alle Istituzioni stesse, con la forte contrapposizione tra Magistratura e Politica, scontro in cui (e le vicende sono fresche, in data 19.12.2012) la politica tutta (senza alcuna distinzione di colore) è approdata alla Camera e al Senato dando approvazione del cosiddetto “Decreto Salva ILVA”, convertito IERI in LEGGE DI STATO, concedendo arbitrariamente al Gruppo della Famiglia RIVA di poter continuare liberamente nella massiccia produzione industriale (acciaio), nell’illusoria “possibilità” concessa di risanamento degli impianti industriali non a norma, a discapito della salute di una intera collettività
(città di Taranto e provincia), dove, saprete, la vita è barattata al ricatto occupazionale, contando a centinaia i decessi annui per cause derivanti dalla stessa produzione industriale (decessi e malattie cancerogene diverse tra operai ILVA, residenti tutti, bambini inclusi).

Il Progetto, pertanto, si propone (e chiede ai Soggetti interpellati) un naturale e maturo contributo MORALE E DI CHIARA E FORTE PRESENZA NAZIONALE, stimolando il riscatto e il ripensamento socio-economico della Città di Taranto, scegliendo di operare, nel campo della Cultura e della Bellezza, concentrando gli sforzi proprio in Settori della vita associata, da sempre, tenuti al margine del processo produttivo ed economico nazionale, sfruttandone le immense potenzialità, mai totalmente espresse.

Una sfida, che nel rilancio del capoluogo ionico, come fulcro di un nuovo Rinascimento Culturale, possa estendersi come modello sull’intero territorio nazionale, attraverso una fitta rete di interazioni e di collaborazioni ampie, anche in situazioni e contesti differenti.
Certamente, all’apparenza, un Progetto utopico ed azzardato, ma sono dalle idee azzardate che nascono le Rivoluzioni (che noi vogliamo pacifica, costruttiva ed intesa ad un rilancio nazionale).

02. ILCONCETTODIBELLEZZAEL’ECONOMIADELL’INTANGIBILE
“La bellezza salverà il mondo” scriveva Fëdor Michajlovič Dostoevskij a metà Ottocento. Ma di quale bellezza si parla? E in che senso "salverà" il mondo?

La frase è solo un punto di partenza, che, nell’evitare facili smarrimenti nei meandri di argomentazioni ampie e dalle infinite implicazioni, afferma oggi la necessità di riappropriazione delle Teorie del Bello, disperse da un fare quotidiano meramente utilitaristico. Un bene poco tangibile materialmente, la Bellezza, ma che ha capacità di donare benefici psicologici inestimabili, e non solo.

La società industriale, delle macchine e delle fabbriche ha lasciato il posto alla “new economy”, alla globalizzazione dei mercati, alla creatività delle risorse umane che ormai prevale sull’organizzazione del lavoro ripetitivo. Il mutamento era stato già degli negli anni ’70, negli anni della ricerca e delle prime sperimentazioni tecnologiche (gli anni ’70 delle invenzioni del circuito integrato – 1971, la nascita del PC - 1974/76, la rivoluzione del software, ecc.). Il capitalismo culturale stava nascendo, e ben presto sarebbe divenuto il nuovo motore dell’economia, introducendo il marketing ossessivo, con la ricerca di segni, icone, marchi, loghi, griffe che avrebbero avuto, a loro volta, il potenziale immaginifico di trasformare le merci in sogni e i sogni in merci. “L’immagine non avrebbe più rappresentato il prodotto; il prodotto avrebbe rappresentato l’immagine”, nell’illusione di acquistare l’accesso a uno stile di vita, ad un modo di vivere a cui aspirare.

L’affermazione della Bellezza e la valorizzazione di beni ed attività culturali vanno inserite in questo concetto di offerta di uno stile di vita, in un processo che evidenzi le risorse di un territorio da trasformare in fattore di sviluppo locale.
Un modello possibile e vincente, il “distretto culturale”, che si pone come sistema reticolare costituito da un nodo centrale, “asse dominante e strategico” o “elemento pilota”, passante dai beni culturali agli spettacoli dal vivo, alle arti visive, alla fotografia, all’industria cinematografica, televisiva, multimediale, alla moda, allo sport, agli spazi pubblici, e da altri nodi, come la valorizzazione delle infrastrutture territoriali, i servizi di accoglienza e l’insieme di attività legate al nodo centrale.

Il distretto culturale è un modello di sviluppo locale auto sostenibile, che si caratterizza per l’intersezione tra sviluppo economico, sociale e ambiente producendo beni basati sulle conoscenze esistenti e le tradizioni locali, in cui i fattori di vantaggio competitivo sono la creatività e la produzione intellettuale.

E’ evidente che i centri urbani che perseguono oggi una strategia minimamente coerente e ambiziosa di promozione e sviluppo economico locale fanno della cultura una delle proprie leve di azione privilegiate, aprendo musei, sperimentando forme sempre più ardite e avanzate di disseminazione delle attività culturali nel tessuto della città, favorendo l’insediamento di artisti, costruendo i processi di riqualificazione urbana intorno a sempre più grandi e complessi interventi culturali pilota (vedi Berlino).

L’economia dell’intangibile, infatti, è una risposta obbligata alla crescente competizione sul piano dei costi proveniente dalle economie meno sviluppate, ma che con forza si stanno affermando come le nuove economie del prossimo futuro (Cina, India, Brasile, in particolare) e richiede come condizioni necessarie una società aperta, orientata all’innovazione, caratterizzata da un alto grado di scolarizzazione e da elevati livelli dei consumi culturali, attenta ai temi della qualità della vita, della qualità ambientale.

Riferendoci ad alcuni dati tecnici e statistici, del gruppo UE-14, emerge in tutta la sua forza, il netto primato delle nazioni nord-europee nel settore dell’innovazione culturale: Finlandia in primis, seguita da Danimarca, Svezia e Olanda, e ancora l’Irlanda. Ultimi nella graduatoria, purtroppo, proprio Grecia e Italia.
Stesse indicazioni arrivano considerando l’indice di dinamismo creativo (il tasso di variazione del Creativity Index), dove l’Italia non va oltre il dodicesimo posto.

Temi che da tempo sono diventati la priorità per la maggior parte dei paesi più avanzati (e non solo), in Italia sono sostanzialmente assenti: ricerca, università e sistema formativo, formazione, innovazione tecnologica e culturale, diffusione delle tecnologie.
Il concetto di sviluppo non è legato ai soli fattori tangibili, alla possibilità di valorizzare le risorse artistiche, architettoniche e paesaggistiche, come da tempo si teorizza in Italia, di cui è certamente ricca, ma che non basta da sola a dare impulso alla crescita endogena del territorio.

L’analisi internazionale offre casi esemplari nei quali s’innescano e si realizzano tali processi di sviluppo legati alla cultura. Possiamo citare i casi di Austin, Linz, Liverpool, Stoccolma, Denver, Manchester, Valencia e Dortmund, grazie anche all'integrazione e sinergia di politiche pubbliche e iniziativa privata.

03. ANALISIDELTERRITORIO

Da una sintetica analisi socioculturale, nonché economica ed ambientale del territorio ionico, non può non evincersi uno status quo di chiaro stallo generale, succube di uno sbandamento e di una precarietà a causa di un immobilismo palpabile, per mancanza di un forte indirizzo politico.
Un territorio ancorato ed “assuefatto” alla monocultura dell’acciaio e sacrificato sull’altare di un’industria pesante, che nel corso degli ultimi cinquanta anni è risultata la vera “morte operativa” della città e della provincia, sia dal punto di vista economico e sia socio-ambientale.

L’operazione, che vedrebbe un brusco cambiamento di rotta e di indirizzo, ponendo la Cultura quale Volano del ripensamento socio-economico del territorio, con ramificazioni nell’interazione con i settori della Ricettività Turistica e dell’Ambiente, non è semplice, in quanto, lo stesso andrebbe ad insediarsi in un contesto estraneo ed “estraniato” dalle pratiche dell’arte contemporanea e della operatività culturale, in genere, risultando, probabilmente, una sfida forte al territorio.

Taranto ha necessità di una svolta vera, concreta, di scelte forti e coraggiose, di scelte NUOVE e ORIGINALI, per potersi risollevare da uno stile di vita agonizzante, partendo dall’idea chiara di “affermazione del Bello”, assolutamente INCONSUETA nel fare comune di una Società avvezza a scelte meramente utilitaristiche e di una ordinari età inconcludente e piegata su sé stessa.

Il recupero del valore di “Bellezza”, nella sua accezione più ampia, intervenendo tecnicamente su tutte le possibili emergenze del nostro ricco territorio (natura, clima, patrimonio artistico ed architettonico, tradizioni, economia, formazione) sarebbe la giusta strada da percorrere a livello istituzionale, di concerto con l’interlocutore privato ed il mondo dell’associazionismo.

E’ ormai trend consolidato, riscontrabile nelle indagini di mercato ed analisi sui flussi turistico-economici territoriali, il crescente interesse per la fruizione del cosiddetto “turismo culturale”, con gli annessi benefici che esso comporta, e le ricadute diffuse sull’economia locale.
La valorizzazione di beni ed attività culturali di grande portata va inserita in un processo di generale promozione territoriale che evidenzi e le risorse del territorio, tali da trasformarsi in fattore di sviluppo economico.

Quello che studi recenti definiscono “distretto culturale”, è un modello di sviluppo territoriale auto sostenibile, alternativo alla tradizionale produzione di beni, che si caratterizzerebbe, nello specifico, nella sua concreta attuazione, per la contemporanea crescita e sviluppo di economia, ambiente e sociale, producendo beni basati sul know-how potenziale ed esistente, sulla ricchezza del patrimonio storico ed artistico e sulle le tradizioni locali, in cui i fattori di vantaggio competitivo sono la creatività e la produzione intellettuale.

In considerazione del fatto che gli Enti Pubblici locali: Regione Puglia, Provincia di Taranto e Comune di Taranto, pongano “naturalmente” tra le proprie principali finalità morali, obiettivi di sviluppo e di crescita territoriale, nonché la massimizzazione del benessere sociale, economico, culturale, il Progetto “SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE” di ROSSOCONTEMPORANEO identifica come prioritari i seguenti comparti e campi di applicazione:

1- SVILUPPO DELLA CULTURA SUL TERRITORIO.
Sviluppo e diffusione della Cultura del Contemporaneo, dell’Arte e della Creatività, con benefici immateriali (morali e di qualità della vita) e materiali per la collettività;


2- VISIBILITA’ MEDIATICA E DI IMMAGINE | CULTURA COME BRAND.
Forte visibilità (regionale, nazionale, internazionale) per il nostro territorio e per le figure coinvolte (pubbliche e private), a vario titolo, nella gestione partecipata della Struttura e nell’organizzazione degli Eventi e del Progetto di rilancio territoriale complessivo;


3- CRESCITA ECONOMICA.
Crescita socio-economica per il territorio, a seguito della presenza stimata di grande numero di visitatori e di utenza qualificata, non esclusivamente locali, con logiche ricadute su un indotto ampio e differenziato.

04. CONTRIBUTIALPROGETTO
SIMONA CARAMIA: Ricominciare... dall’arte
Ricominciare dall’arte, dal fare creativo e propositivo, è l’unica possibilità di riscatto per una città come Taranto, dilaniata da vivide problematiche che rendono il futuro incerto.
Se nel settembre scorso, il mondo della cultura si era riunito per riflettere e far chiarezza - per poi prontamente intervenire - su tematiche quali “defiscalizzazione, legislazione specifica, nuovi strumenti di governance, esempi di gestione virtuosa, sinergie tra pubblico e privato, rapporto con i media, meritocrazia e trasparenza, precariato, valorizzazione delle professionalità, fuga dei cervelli”, durante la “chiamata per l’arte” convocata dal presidente dell’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani Beatrice Merz, la Galleria ROSSOCONTEMPORANEO di Taranto raccoglie tale appello con l’interessante progetto “SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE”, che vuole segnare una svolta, un lento percorso in sinergia da cui ripartire.

Il progetto permetterà a galleristi, critici, artisti e operatori culturali di discutere sulle condizioni di sopravvivenza della cultura nel nostro Paese, ma soprattutto sulla possibilità di sopravvivenza e sulla necessità di creare una valida alternativa per Taranto, basata su un futuro di qualità. Lungi dal propone una soluzione o una strategia già confezionata, il progetto si fonda su un lavoro di comunanza, di crescita collettiva, su un sistema di scambio e di fiducia reciproca tra le istituzioni e i singoli soggetti, con una programmazione coerente e puntuale, basata su dialogo e collaborazione tra nord e sud, tra i variegati linguaggi e le differenti figure che compongono il vasto mondo dell’arte.

CECILIA PAVONE: Lo sviluppo economico parte da Taranto.

Costruire sviluppo economico attraverso l'arte contemporanea. In base al concetto di "glocal" espresso da Zygmunt Bauman, che coniuga la cultura locale con il mercato globale. E' questo l'obiettivo di "Taranto chiama Italia > Italia risponde", progetto - ideato da Rossocontemporaneo - per favorire la rinascita economica e culturale di Taranto. L'intento è quello di trasformare l'antica capitale della Magna Grecia, deturpata dal punto di vista ambientale dagli interessi politici locali, in "distretto culturale". A partire dalla cooperazione tra la Città, e Rossocontemporaneo come Soggetto di riferimento, e le gallerie delle principali città italiane, in base al principio di interconnessione, che spazza via inutili competizioni tra soggetti concorrenti perseguendo i nuovi sentieri della "new economy".

05. COMITATO SCIENTIFICO
ROSSOCONTEMPORANEO strutturerà, al proprio interno, un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da professionisti provenienti dai differenti settori della creatività e del mondo dell’arte contemporanea in particolare (critici d’arte, curatori, giornalisti, redattori, psicologi, creativi, operatori diversi), da far interagire con professionalità e realtà provenienti dalle diverse aree del territorio nazionale, creando una rete fitta di collegamenti e collaborazioni (professionisti ed operatori di settore, gallerie d’arte, fondazioni ed Istituzioni).

Il gruppo di lavoro multidisciplinare sarà necessariamente (o prevalentemente) composto da membri giovani e dinamici, che possano essere spinti da motivazioni morali (innanzitutto) che travalichino l’ordinario approccio utilitaristico, e che si pongano come “mezzo collettivo” per l’attuazione di un Programma “Visionario” e ardito.

Per lo svolgimento dei diversi momenti organizzativi, sarà necessario istituire un vero e proprio Comitato Scientifico, che sarà composto da:

Ideazione Progetto | Direzione tecnica e scientifica

Angelo Raffaele Villani

 Collaborazione alla Direzione tecnica e scientifica

Gianmichele Arrivo





Nessun commento:

Posta un commento