RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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domenica 11 dicembre 2011

PICKS

 Anche Paolo Ceribelli in  questa non-collettiva...


--> Questa non è una collettiva, è forse l’unica cosa che  mi preme dire. Si, ci sono molti artisti ma non è quello ne il modo ne il motivo per cui staranno appesi con le loro opere nello spazio HQ-HEADQUARTER fino al 7 gennaio. E PICKS non vuol dire foto, pellicola, attore etc…. ma, gergalmente, scelta.  Anche come scelta poi.. sembra facile e invece non lo è per niente!  Ma andiamo per gradi: da un po’ di tempo, con un piccolo gruppo di amici, fra cui alcuni artisti, si ragionava molto seriamente sullo “stato dell’arte”, nel vero senso della parola. Poi, un po’ le mie sparate su FB, un po’ la pubblicazione di alcuni saggi che contengono una parte della mia storia quasi quarantennale (!!) di operatore culturale ed organizzatore di manifestazioni nella musica, la poesia, la performance, hanno fatto si che, dalle chiacchiere, nascesse questo progetto che io vorrei diventasse un appuntamento annuale. E siccome dipenderà solo da me, sono sicuro che sarà così.
Ma, in buona sostanza, di che si parla: di un cross-over cerebrale in cui ho mischiato un po’ di storia personale, pressioni di amici, consigli, piacere della vista, gusti odierni in continuo rinnovarsi e, soprattutto, di una domanda che mi gira continuamente in testa: ma possibile veramente che ci siano galleristi che chiedono un’opera di un colore xchè è di moda e politici che non si rendono conto che senza l’arte dei giovani la cultura ed il talento di questo paese finiranno dove stiamo buttando il nostro patrimonio artistico?
Possibile che il marketing abbia sostituito il sogno fino a questo punto? E dove sta la passione di certe visioni, dall’anatema alla lotta, dal pensiero laterale dentro incubi e speranze alla prefigurazione più semplice. Dov’è quello sberleffo geniale con cui sono cresciuto, dalla PoPArt ai movimenti del 68? Non ne faccio un discorso politico ma di pura emozione sensoriale: ho il rifiuto del concetto di cultura ed arte come “opportunità economica di un paese”, ho il rifiuto di chi confonde l’industria del turismo con la cultura!

Insomma, per fare le cose in fretta xchè avevo, dovrei dire avevamo voglia di fare qualcosa subito, ho riflettuto un giorno solo e fatto un elenco di 20 artisti che potevano, per cominciare e per il primo giro di SCELTE, rappresentare bene passato presente e futuro delle mie scelte. Alcuni non potevano, altri hanno legami, molti entusiasti saranno con me e li ringrazio. Ho dato la precedenza ad un oggi un po’ allargato, pensando che molte delle mie pensate odierne, quando lavoro, hanno avuto origine, fra l’altro, dalla visione di Warhol. E seppure abbia organizzato concerti x 30 anni ho scelto solo 2 pezzi per aprire e chiudere il mio ciclo di emozioni: il mitico ed introvabile manifesto di Bob Marley a San Siro, Milano, nel giugno del 1980 e una foto di Moby; perchè niente è stato + forte nella pubblicità e nella notte del consumo del ballo e di molto altro ancora..
Ci sarà Banksy xchè ha permesso che mi riconciliassi con gli inglesi, perché condivido il suo anticlericalismo e la visione che ha del mondo in guerra e perché, anche per me, ha rappresentato una nuova pagina estetica ed etica da aggiungere alla mia bibbia personale. Quindi non può mancare il ragazzo che più mi ha affascinato ragionando sul concetto che tutto torna: Pure Evil. Anche lui con quella rabbia che io amo nella pittura.

Tom Porta è un capitolo a parte, lui c’è sempre e sembra veramente da sempre. Esporrò uno dei suoi pezzi più evocativi, potenti ed iconici di tutta la sua pittura e ci sarà un’anteprima del suo lavoro titanico per la nuova mostra sulla guerra, che vedrà la luce nel 2012. Ma Porta, come tutti gli artisti generosi è arrivato con un drappello di amici in grado di partecipare con diritto, per pensiero e storia, a questo raduno di cavalieri dell’arte, nel senso più puro che vorrei tornasse… cioè pieni di cattiveria e rabbia, di creatività, di voglia di fare, 2 su tutti: Fabio Giampietro che io ritengo uno dei migliori “pittorgiovani” affermati della scena italiana. Poche cose mi affascinano come le sue Vertigini dipinte: una fusione di arte magica, geometrica, antica come la torre di Babele e tutta la scenografia cinematografica più avant-garde dagli anni ’40 fino a Blade Runner, con quel B/N che parla il cityspeak inventato da Ridley Scott.
E Francesco Diluca, uno scultore che è arrivato così potente con i suoi lavori a confermare che tutto ciò che leggo sulla stanchezza creativa è una sonora palla: lui sembra essere sempre stato del “gruppo”, un po’ quel che dice Athos di D’Artagnan…
In un angolo ma non nascosto ci sarà anche Francesco de Molfetta… e dico finalmente! Perché da anni ormai volevamo fare una cosa assieme.  Idem per Paolo Ceribelli: amo il suo lavoro, soprattutto perché, parlandoci assieme, ti rendi conto di come un antico pensiero libertario sia ancora presente e attivo nel cuore e nella mente di molti giovani. Forse per questo, per ragionare di giustizia e di pace, ho accettato di esporre una sua “mappa geografica” di Gerusalemme senza i territori occupati… a me è parso un ragionamento ed una richiesta di umana buona volontà…
E finalmente una “ragazza”, Ludmila Kazinkina: l’ho voluta per tutto il sognare che ho fatto su un suo bellissimo quadro che ho in casa da tempo: un marinaio sovietico che avvista una terra.. che raffigurata da una giovane donna che arriva da laggiù, significa molto per chi crede nell’accoglienza del pensiero, delle idee e dunque anche dei corpi. Oggi Ludmila ha evoluto molto quel pensiero e i suoi nuovi lavori mi affascinano, mi fanno pensare ad una nuova letteratura, un po’ magica, un po’ infantile, quasi il recupero dell’innocenza, che attraversa tutto il nord del mondo.  Strano, violento e in un certo qual modo vendicatore un’artista coreano “mezzosangue” con una storia tagliente come quel che dipinge, Lee Jones, con la sua visione del superuomo americano che tanto ha influito sulla sua cultura ed il suo paese. Danneggiandoli, colonizzandoli. Oggi si vendica col suo lavoro esprimendo la rabbia dell’abbandono contro le grandi icone americane.
Per finire con i quadri, finalmente vedremo 2 opere di Alessandro Spadari che, anche se lui non lo sa, dipinge magnificamente il mio sogno ricorrente di fuggire in nave.
Un discorso a parte merita la presenza di 3 opere di Bergamo&Pizzigoni: la loro mostra Santi, da me curata, finisce proprio oggi e mi ha dato una soddisfazione enorme per l’accoglienza che Milano gli ha tributato. Non potevo non mettere le 3 opere che preferisco del loro ultimo lavoro insieme e poi perché con i due, anche se in misura diversa, c’è un sodalizio trentennale!

Dicevo all’inizio “cross-over cerebrale”… ma, seppur di corsa, a questa mostra PICKS mancava qualcosa che rappresentasse la musica nella mia vita, soprattutto perché io, con quella, ho comunicato a milioni di ragazzi organizzandola. C’era un buco passionale in questo manifesto, una cancellatura. Ed è arrivato Cesare Monti, che considero uno dei fotografi più interessanti e pieni di magia che ci siano, per di più abbiamo avuto lo stesso mentore, il grande Gianni Sassi. Con percorsi laterali siamo sempre stati vicini, mi ricordo le chiacchiere ai giardini… e oggi scopro, grazie ad FB, che sta lavorando con la poesia, con le sue foto dei più grandi musicisti, le copertine dei dischi… gli ho chiesto di venire a farci un vero e potente reading e lui ci sarà! Il 17 dicembre, alle 18.30, con i suoi racconti e le sue immagini.
E’ tutto e, per ora, sono felice e soddisfatto. Grazie a tutti.

Mario Giusti, Milano 7 dicembre 2011

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