RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
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sabato 20 agosto 2011

DIALOGHI Clara Brasca Antonio Trotta


Pochi giorni fa ho già scritto a proposito di Clara Brasca. Senza paura di ripetermi eccola ora in Cilento... da vedere

DIALOGHI Clara Brasca Antonio Trotta
Inaugurazione 27 agosto ore 19.30
Museo archivio Antonio Trotta
via Adua,1 Stio Cilento

dià-lògos

L'idea della mostra ospitata nel Museo archivio Antonio Trotta si ispira ai Dialoghi filosofici di Platone e sceglie il dialogo come forma espositiva. Se non è possibile sostenere che Platone sia stato il creatore del dialogo come genere letterario, è però verosimile che egli abbia colto la comune abitudine del tempo al dialogare e al porre quesiti. Nel “Parmenide” i protagonisti del dialogo sono Socrate ,Parmenide e Zenone, ( per diversi aspetti può essere accostato al "Sofista", dove il protagonista è "lo straniero di Elea"), qui il dialogo si svolge tra i lavori di due artisti, una pittrice Clara Brasca da Milano e uno scultore Antonio Trotta da Stio.I quadri esposti di Clara Brasca sono le ultime meditazioni su un tema che sviluppa da diversi anni:
l'interazione e il superamento della dicotomia ASTRATTO- FIGURATIVO, quale unico e possibile sviluppo della pittura contemporanea. "I quadrati neri "di Malevic che velavano e nascondevano tutto quello che si era precedentemente dipinto, ora si aprono e discostano dalla superficie bianca per lasciare riapparire nuovi orizzonti pittorici.A dialogare Antonio Trotta con la ricostruzione della sala personale Biennale di Venezia 1976;
il Balcone”, “il Lampione”: immagini fotografiche che riproducono a dimensione reale gli stessi oggetti fusi in bronzo... un “doppio” che, per sua natura di prelievo dematerializzato e convenzionale, pone come condizione di lettura soprattutto una proiezione mentale ..un atteggiamento comparabile alla pratica letteraria di Borges:distaccato controllo mentale del meccanismo espressivo come creazione di eventi propri, senza moto,autosufficienti, non più affidati alla sollecitazione dei codici culturali e tesi a liberare le sacche di senso che vi si annidano.

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