RITENGO CHE SIA DOVERE DI CHIUNQUE E A MAGGIOR RAGIONE DI NOI ITALIANI, FARE DI TUTTO PER PROMUOVERE, SALVAGUARDARE E DIVULGARE L'ARTE IN TUTTE LE SUE ESPRESSIONI.
UNA SOCIETA' DISTRATTA SUI FATTI DELL'ARTE E' UNA SOCIETA' VOTATA ALL'IMPOVERIMENTO... E NOI, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, LO SIAMO GIA' ABBASTANZA!






Vota questo blog

Siti

giovedì 30 dicembre 2010

VICINO ORIENTE "dodici motivi per dirti ti amo" a cura di Giuseppe Bombaci

Il fermento culturale/artistico che c'è in Sicilia è davvero unico... nonostante l'oggettivo isolamento geografico trovo che questa terra sia fantastica proprio grazie alla naturale propensione dei siciliani verso l'arte e la cultura. Bravo Giuseppe.


VICINO ORIENTE "dodici motivi per dirti ti amo" a cura di Giuseppe Bombaci
MOSTRA PERSONALE DI GIUSEPPE CASSIBBA
FABBRIC/A - VIA G.MARCONI 40/42 CANICATTINI BAGNI (SR)
da giovedì 6 gennaio 2011 alle ore 18.00 a giovedì 27 gennaio 2011 alle ore 21.00


Giuseppe Cassibba è nato a Comiso nel 1965. Nel 1990 ha conseguito il diploma di Pittura presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera - Milano. Nel 1995 espone a Klosterneurburg e a Vienna. Nel 1996 Franz Paludetto e Carolin Linding lo invitano a partecipare nel Castello di Rivara- Torino, ad una collettiva internazionale di giovani pittori emergenti. Nel 2002 viene scelto tra i migliori artisti siciliani under 35 per la mostra OndaD'Urto,un progetto per Fiumara d'Arte, nello stesso anno presenta una mostra di pastelli presso la Galleria degli Archi - Comiso. Nel 2003 per il Costaiblea Film Festival realizza una serie di pastelli La casa del nespolo tra Verga e Visconti con testi di Sebastiano Gesù e Luca Beatrice. Recentemente particolare rilievo ha assunto la sua partecipazione a Cheese Art 2006 con le opere “Contaminazioni” e nell'estate 2008 la mostra Africana – “Un continente di colore”. Nel 2009 ha partecipato presso la Galleria Koiné di Scicli alla mostra ”Chiaroscuro - Sicilia tra sogno e realtà” e presso la Galleria d'Arte Moderna delle Ciminiere di Catania, alla Mostra “Orme - Essenze di un miraggio - Migranti e migrazioni”.Ha anche partecipato alla mostra “I muri dopo Berlino a Milano e Valona e alla collettiva a tre con Iudice e Barbante “I colori del sudest. Attraverso Camarina” a Scoglitti. Vive e lavora a Comiso (Rg).

Ernesto Treccani - Spazi e colori di Lucania - a cura di Massimo Bignardi e Nino Tricarico

Ernesto Treccani

Una sua opera è stato il mio primo acquisto. Avevo circa 15 anni. Purtroppo non ce lo più, lo rivenduta poco dopo. Sicuramente, Ernesto Treccani, è stato per me illuminante. E' stata una di quelle figure che inconsapevolmente mi ha portato a fare quello che faccio. Oggi, pur riconoscendo la sua presenza come  fondamentale nella cultura artistica italiana, comprendo la sua marginalità nel mercato dovuta ad un'eccessiva produzione ed una mancata capacità di rinnovamento. Ma a parte questo aspetto, mi fa piacere mettere a conoscenza i lettori di questa "stanza" di questa importante mostra che la sua seconda terra (la Basilicata), ha organizzato in uno degli ambienti più prestigiosi del suo capoluogo: Potenza.


GALLERIA CIVICA - PALAZZO LOFFREDO
 
Potenza - dal 30 dicembre 2010 al 30 gennaio 2011
Largo Duomo (85100)
+39 097127185 , +39 097127185 (fax), +39 0971415009
Ernesto Treccani - Spazi e colori di Lucania
Sculture, dipinti, acquerelli, disegni, realizzati in massima parte nel territorio lucano il cui dichiarato desiderio era: “ coniugare la malinconica luce lombarda con la drammaticità della luce meridionale”

Comunicato stampa
Sarà inaugurata martedì 30 dicembre 2010, alle ore 18,00, nella Galleria Civica di Palazzo Loffredo la mostra “Ernesto Treccani. Spazi e colori di Lucania”, curata da Massimo Bignardi e Nino Tricarico, e realizzata dall’Amministrazione Comunale di Potenza in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Museo e la Città e Maddalena Treccani Muzio. Sculture, dipinti, acquerelli, disegni, realizzati in massima parte nel territorio lucano il cui dichiarato desiderio era: “ coniugare la malinconica luce lombarda con la drammaticità della luce meridionale”.

“Ad un anno dalla scomparsa di Ernesto Treccani mi è particolarmente gradito inaugurare questa mostra – scrive il Sindaco Santarsiero – dedicata alle sue straordinarie opere, frutto non tanto del suo lavoro, ma di quella che nel suo caso è lecito definire una “vocazione autentica”. Le sue nature morte, i suoi paesaggi, gli oli su tela che ritraggono volti, il suo volto in autoritratti di rara intensità. Da tutto il suo percorso artistico traspare l’anima di un uomo veramente autentico, autenticamente vero, essenziale, nella sua semplicità affascinante. E così i suoi trascorsi nel capoluogo di regione lucano, e poi il suo muoversi qui e là in Basilicata, non possono che inorgoglirmi come Sindaco della città che rappresento, parte integrante della comunità regionale. Un grazie a Nino Tricarico, apprezzato artista Potentino e amico personale di Treccani, che ha contribuito in maniera determinante non solo alla organizzazione di questa mostra che arricchisce la storia della nostra Galleria Civica, ma anche alla conoscenza nella nostra comunità di questa figura di grande artista nazionale. Una vita vissuta in nome dell’arte e in sintonia con l’ambizioso obiettivo di questa amministrazione comunale che ha sempre considerato l’investimento in cultura un fattore imprescindibile per costruire solidi processi di sviluppo sociale ed economico.”

Le opere in mostra, vanno dal 1948 al 2006 quasi tutte inedite tranne quelle che si riferiscono alla lettura per immagini dei sonetti del Petrarca. Esse attestano il realismo poetico che caratterizza il lavoro artistico di Treccani, nonché l’interesse e l’amore per la Lucania.

“In Lucania – ricorda Nino Tricarico nel saggio al catalogo – venne la prima volta nel 1956 con il poeta francese Jarlot. Poi arrivò a Potenza, era il 1958, per una conferenza al Circolo Lucano Universitario. Dal 1970, anno in cui ha avuto inizio la nostra frequentazione e amicizia, Ernesto è stato costantemente presente nella nostra regione, almeno due volte l'anno, in primavera e in autunno. Si andava a dipingere a Bella nella casa di Tonino e Maria, a Molino di Piede a Pignola per le grandi tele[…] Si discuteva della difficile condizione umana di oggi, senza passioni e ideologie; dell'amore per il nostro territorio e della fertile creatività che essa sollecita; della sostanziale differenza tra la luce lombarda "che è bella quando è bella" e la luminosità del paesaggio di Basilicata avvolta nella luce e negli spazi riconcilianti al di fuori del tempo e del rumore; luoghi in cui i sogni profondi degli uomini e in definitiva la loro realtà, sono ripuliti da tutte le infinite scorie della vita vissuta; della Lucania come modello di bellezza, della ossessiva necessità di ritrarla e della voglia di ritornare.”
“Il colore – rileva Massimo Bignardi – è certamente la chiave di lettura di questa mostra: lo è sia in quanto identità di uno spazio che l’artista impara a scoprire, dapprima, servendosi dell’esercizio del disegno, ossia regolando i contorni delle figure, delle case, dei volumi, per poi sottoporli alla verifica della luce che, se pur continua a non essere impressionista, acquista toni di un’astrazione lirica, sia perché sarà il punto di una nuova sperimentazione compositiva che impone una gestualità viva, immediata, pronta a cogliere il “colore della vita”, così come l’artista stesso afferma.
[…] Il giardino di Livia, pone due aspetti che ritengo importanti per comprendere la svolta registrata dalla pittura di Ernesto nei primi del decennio Settanta: innanzi tutto il rinnovamento del ‘carattere cromatico’ con una scelta, sulla tavolozza espressionista, di colori che combinandosi tra loro sostengono il carattere tipico ed irripetibili dei suoi dipinti. Al tempo stesso mette in gioco, forse complice la luce dei paesaggi lucani e di un ritrovato Mediterraneo, una nuova stesura del tono cromatico: agendo sui livelli di alta luminosità, quasi a sfiorare il colore saturo, immediatamente evocativa dello spazio e della materia, Treccani opera una sutura tra l’istante emotivo dell’impressione e la percezione ottica. Opera una sorta di revisione dei termini ‘realtà’ ed ‘astrazione’, ponendoli su un piano di coniugazione che non è solo quello formale, quanto smuove i livelli strutturali, cioè l’impalcatura, direbbe Itten, “intellettuale-simbolica” propria delle sue esperienze precedenti…”.

Per l’occasione della mostra è stato pubblicato, da Claudio Grenzi Editore, il volume Ernesto Treccani. Spazi e colori di Lucania , con un’introduzione di Vito Santarsiero, i saggi di Massimo Bignardi e di Nino Tricarico; un ampio apparato con scritti dell’artista, antologia della critica e un profilo biografico e bibliografico curato da Maddalena Muzio Treccani. 

                                                  
ERNESTO TRECCANI nasce a Milano il 26 agosto 1920, Treccani maturò il suo impegno antifascista e compì insieme le prime esperienze artistiche. È il periodo di "Corrente", la rivista che durante i suoi due anni di vita (1938-1940) costituì un importante fronte della cultura antifascista italiana soppressa d’autorità allo scoppio della guerra….
Insieme agli amici Birolli, Guttuso, Migneco e Sassu ha esposto per la prima volta alla Bottega di Corrente nel 1940 e, sempre alla Galleria di Corrente e della Spiga, nel 1943, con Morlotti e Cassinari. Di questo periodo sono il piccolo Autoritratto, la Natura morta con il pentolino, Renza nei panni d'arlecchino. La Galleria del Milione presentava nel 1949 la sua prima personale, con una monografia a cura di Duilio Morosini. Poco prima dell'incontro con la realtà del Mezzogiorno e il paese di Melissa, Treccani iniziò a dipingere per lunghi periodi a Parigi. Sono di quel periodo
le periferie operaia le fabbriche grigie dei quadri nati a Parigi che si ricollegano alla periferia industriale di Milano e ai quadri: Milano 1952 (Museo Puskin), Arlecchinata a Porta Volta, (1953-1954); più tardi, ma nell'ambito della stessa tematica, la serie di paesaggi urbani con le strade solitarie e gli uomini nella nebbia, Sulla Vespa (1958), Le notti bianche (1958), Nella città (1959). Nel 1950 durante le prime occupazioni delle terre nel Mezzogiorno, si recò in Calabria e Melissa divenne fonte inesauribile per il suo lavoro: Sulla terra (1951-1952), Ritorno a Fragalà (1953), La terra di Melissa (1955), Sciopero di minatori (1958-1959). In questi anni ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1950, 1952 e1956 con sale personali, ha esposto a Londra alla Leicester Gallery, e a New York alla Heller Gallery, e nel 1955 ha fatto parte di una delegazione culturale in Cina, Dagli anni sessanta in poi, per di Treccani pittore e uomo di cultura ha inizio una stagione felice; è un fiorire di opere e una moltiplicazione di iniziative che nascono sempre da un profondo amore per uomini e cose: dalle cinque grandi tele ispirate a La luna e i falò di Pavese (1963), alla serie di acquarelli dedicata a un viaggio a Cuba compiuto nel 1965, dagli oli: Sicilia si muove, Ragazzo fiore, Verso nuova pace, Rosso Cavaliere, Dove nasce il Basento, La favola di Marica al Popolo di volti, una tela di cinque metri con centinaia di volti che Treccani iniziò il giorno dell'attentato di Piazza Fontana a Milano, esposto a Palazzo Reale nel trentesimo anniversario della strage…
Oltre alle numerose mostre in tutta Italia, bisogna ricordare la grande mostra a Volgograd, Mosca e Leningrado organizzata dal Ministero della Cultura sovietico nel 1976, l’ampia antologica che il comune di Milano organizza al Palazzo Reale, nel 1989 e la retrospettiva delle sue opere ospitata dalla Fondazione Bandera di Busto Arsizio nel 2003. Del 2004 è il ciclo delle grandi vetrate Energia, luci e colori esposta a Lugano, Riga e Praga mentre nel 2006 il Comune di Forte dei Marmi ha allestito al Fortino la mostra Le mutazioni del realismo- Opere inedite 2003-2006, frutto di una rinnovata ricerca di forme che ha il suo centro nel colore.
Nel febbraio del 1978 Treccani ha dato vita alla Fondazione Corrente, centro di raccolta e studio dei documenti relativi al periodo compreso fra la nascita del movimento e gli anni del Realismo.
Il museo Treccani, struttura contigua alla Fondazione, ha la facciata rivestita da duemila formelle di ceramica chiamata la Casa delle rondini opera del maestro stesso. 

"VideoCards" a cura di Francesco Lucifora


Mi piace molto questa idea. L'appoggio e la divulgo. Nella speranza di dare anch'io, che non sono artista il mio piccolo contributo.


VideoCards
Il pensiero degli artisti / the artists’s  thoutght 
a cura di /curated by Francesco Lucifora
28 dicembre 2010 / 8 Gennaio  2011
Il momento è quello degli auguri e dei pensieri da rivolgere al futuro. Lungo tutti i giorni dell’anno gli artisti sono immersi nella progettazione del loro lavoro e conservano immagini e pensieri sulle cose che sentono, vedono e con le quali si misurano. Accanto e oltre il linguaggio di ogni singolo esiste un pensiero, un’opinione sensibile che afferma la presenza degli artisti quali persone viventi e agenti nella vita reale che si dispiega in fatti culturali, sociali e politici in continua evoluzione. E’ indubbio che il mondo e ogni nazione vivano circostanze storiche pienamente critiche e scenari in via di reset dalle quali risulterà il futuro prossimo immediato ed è per queste ragioni che si vuole accogliere il pensiero degli artisti e comporre, per mezzo di un’immagine e di una riflessione ,una sequenza di video cards da inviare al destinatario possibile.
Una modalità rapida e senza incensature che rimette all’attenzione il pensiero degli artisti spesso impossibilitati ad esprimere, nonostante i linguaggi, il proprio intimo riflettere sul mondo che viviamo e un invito aperto che porta a riflettere sulla possibilità di riconnettere la rete più leggera dell’arte in quanto ultima possibilità di espressione di una società che singhiozza e ci costringe a semplificare dove altri fingono con la complessità di vecchi sistemi noiosi e avvizziti, ormai malcelati nella stranezza e nella tecnologia di basso profilo. Una sequenza di immagini, alcuni suggerimenti visivi e testuali per la libertà del pensiero dell’arte. VideoCards, affrancate e spedite.

* Il montato complessivo di immagini e pensieri viene riprodotto in sequenza alternata su tre monitor lcd posti dietro una parete di vetro che da sull’esterno del giardino pubblico del C.o.C.A. archivio/biblioteca di arti contemporanee di Modica e le video cards vengono poste in loop 24h/24h dal 28 Dicembre 2010 al 8 Gennaio 2011.


adalberto abbate     /barbaragurrieri/group    massimo bartolini     orazio battaglia    marco bonafè    giuseppe buzzotta     canecapovolto    rita casdia    claudio cavallaro    cirami-fiore     de vecchi-iera-paulon    annamaria di giacomo     flavio favelli   zoltan fazekas     alberto finocchiaro     francesco fontana    alessandro gagliardo  silvia giambrone     donatella giordano     filippo la vaccara     giuseppe lana     filippo leonardi    marco marchisio     andrea martinucci     concetta modica    sebastiano mortellaro   carmelo nicosia    stefania palmieri     paolo parisi    luana perilli cesare pietroiusti    rossana ragusa     mauro romito    manlio sacco    alia scalvini  hans schabus     vincenzo schillaci    aldo taranto     gian maria tosatti     peggy wauters  zafos xagoraris   stefania zocco

lunedì 27 dicembre 2010

Thomas Berra, ospite di Alessio Bertallot a RaiTunes

Se non ricordo male era uno dei primi giorni di dicembre quando Thomas Berra è stato ospite di Alessio Bertallot in RAI, alla trasmissione su Radio 2 "RaiTnunes" (http://raitunes.rai.it/ ). In questo programma l'artista ospitato, è invitato a rappresentare la playlist in onda in quel momento attraverso il proprio linguaggio stilistico. Questo è un estratto video di quella serata.
Prima di Thomas, sono stati ospiti tanti artisti. Ognuno ha manifestato la propria presenza milanese anche attraverso questo mezzo, uno fra tutti ad esempio FrankoB, in occasione della sua mostra al P.A.C.

domenica 26 dicembre 2010

Il ruolo del Critico...

Roberto Longhi (1890-1970)

Per molti versi la professione del Critico è facile. 
Rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare e che nel grande disegno delle cose anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico rischia davvero, ad esempio nello scoprire e difendere il nuovo! Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni. Al nuovo servono sostenitori… ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo… (Da Ratatouille - Walt Disney Pictures- Il ruolo del Critico
Da youtube:

sabato 25 dicembre 2010

Grande novità in libreria... l'ultimo di Ivan Quaroni

Cosa c'è di meglio, il giorno di Natale, se non consigliare una buona lettura! L'ultima fatica letteraria di Ivan Quaroni: ITALIAN NEWBROW!




ITALIAN NEWBROW, edito da Giancarlo Politi Editore

LIBRO

ITALIAN NEWBROW
Il volume presenta una ricognizione nell’arte contemporanea
Italiana, in particolare in quello scenario culturale che
il critico Ivan Quaroni ha chiamato Italian Newbrow.
Si tratta non di una nuova corrente artistica o di un nuovo
 linguaggio, ma piuttosto di un’attitudine, un’inclinazione,
una modalità di pensiero che attinge simultaneamente
a una pluralità di fonti iconografiche, radicate nella cultura
e nell’immaginario di massa del mondo globale e connesso
scaturito dai recenti mutamenti tecnologici e culturali.
Il libro raccoglie diversi saggi e un nutrito numero di opere
degli artisti che appartengono a questo nuovo scenario.

AUTORE
IVAN QUARONI
Critico, curatore e giornalista, Ivan Quaroni è
nato a Milano nel 1970. Collaboratore di
Flash Art e di Arte, nel 2008 ha pubblicato il volume
Laboratorio Italia. Nuove tendenze in pittura
(Johan & Levi editore). Nel 2009 ha curato la
sezione italiana di Prague Biennale 4.

ARTISTI
ITALIAN NEWBROW
Silvia Argiolas, Alice Colombo, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi,
Marco Demis, Diego Dutto, Pierpaolo Febbo, Daniele Giunta,
Eloisa Gobbo, Massimo Gurnari, Fulvia Mendini, Michela Muserra,
Cristina Pancini, Mirka Pretelli, Elena Rapa, Michael Rotondi,
Giuliano Sale, Tiziano Soro, Giuseppe Veneziano.

EDITORE
GIANCARLO POLITI EDITORE
La casa editrice fondata da Giancarlo Politi che pubblica le riviste
Flash Art e Flash Art International, le guide del mondo dell’arte
Art Diary e Art Diary International, i cataloghi della Biennale di Praga
e numerose altre pubblicazioni dedicate all’arte contemporanea.

CARATTERISTICHE
168 pagine a colori.
Prezzo 30 €

giovedì 23 dicembre 2010

"Cinque minuti con.. Carlo Cane" puntata n°1

Il risultato di questa "prima puntata" di "Cinque minuti con..." è decisamente più godibile rispetto a quella pilota con Christian Balzano (http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/12/cinque-minuti-con-christian-balzano.html ). Certo il tutto è ancora sperimentale, molto fai da te, ma incomincio ad esserne soddisfatto...
L'ospite di questa puntata è, a mio giudizio e fortunatamente non solo mio, uno dei più interessanti artisti presenti sulla scena contemporanea oggi: Carlo Cane.
Timido e schivo, ha sofferto questa mia violenza più per amicizia che per voglia di esserci e di questo gliene sono infinitamente grato.
Godetevi questa "perla" e fatene tesoro. Così dotato e profondamente professionale nel lavoro, così timido e imbarazzato nel parlare di sé. Grazie Carlo

Ciao Dante...

Fabiano Parisi vincitore del Celeste Prize International... su Mondo Rosa Shokking by Nicoletta Pecile...

Un altro bell'articolo di Nicoletta Pecile su "Mondo Rosa Shokking" (http://www.mondorosashokking.com/ ) a proposito del vincitore del Premio Celeste International, Fabiano Parisi. Complimenti a Nico e congratulazioni a Fabiano Parisi!


The Winner is... Fabiano Parisi!

Appena rientrato da New York Fabiano ci parla dell’emozione della vittoria alla II Edizione del Celeste Prize 2010 e della sua carriera artistica sempre in crescita



Il Premio Celeste decreta i suoi vincitori e tra questi c’è anche Fabiano Parisi, il quale si è  aggiudicato il primo premio per la sezione  “Fotografia ed arte digitale” con l’opera “Il mondo che non vedo”, la stessa che diede il nome all’ultima, apprezzatissima mostra organizzata al Museo di Roma in Trastevere, di cui abbiamo pubblicato, poco tempo, fa la recensione.

La premiazione è avvenuta lo scorso sabato 11 Dicembre presso lo spazio 
The Invisible Dog di Brooklyn - NYC , magnifico esempio di archeologia industriale e all’interno del quale Fabiano si deve essere sentito particolarmente a suo agio, dal momento che i suoi soggetti fotografici sono proprio i  complessi urbani dismessi, in questo caso opportunamente riqualificati.

Ricordiamo che il Premio Celeste è un’importante riconoscimento volto a favorire 
l’emergere di nuovi talenti nell’ambito dell’Arte Contemporanea in un contesto che non è solo quello nazionale e rappresenta un’importante vetrina  per tutti i ragguardevoli operatori del settore artistico.

Di seguito l’intervista al giovane e talentuoso artista romano                
 
Cosa significa per te essere artista?
Un’operazione di marketing e un’etichetta superflua. E’ una definizione, quella dell’artista, che rimane impressa più nell’immaginario collettivo, con fantasie di uno stile di vita bohémien annesse e connesse. Alla fine il mondo dell’arte è molto concreto: io mi alzo la mattina e faccio quello che c’è da fare.
Cos'è per te uno scatto fotografico?
Un momento sublime di solitudine e pensiero. Di “scatto” nelle mie fotografie c’è ben poco, c’è prima molto osservare e pensare. Poi pianto il cavalletto. Non riuscirei a lavorare con troppe persone intorno.
Che percorso hai fatto per arrivare dove sei?
Quando hai sentito di esser stato morso dal talento per la prima volta?

Ho studiato Psicologia qui a Roma, a La Sapienza, poi non molto tempo fa ho deciso di tentare nuove strade ed ho iniziato un nuovo percorso con la fotografia. Percorso in salita, da autodidatta, in cui mi sono messo a studiare e sono andato avanti. In effetti mi sono lasciato mordere.. io ho solo aperto la diga, ho seguito una cosa che sentivo e ho costruito un progetto, e non posso che esserne contento.
Fisso o precario (come stato mentale, non solo come dato di fatto)?
Precario, e fisso mentalmente, vado avanti per la mia strada.
3 aggettivi per definire L'Italia e gli italiani
Cosa manca secondo te al nostro paese per essere migliore?

“La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese è ancora molto attuale. Però noi italiani siamo molto lamentosi. Non prendiamoci troppo sul serio: la situazione è grave e pesante, rimbocchiamoci le maniche, con un po’ di ironia.
 
La foto o l’opera artistica della tua vita?
Quelle che hanno qualcosa da dire, una storia da raccontare. Il concetto di bellezza di un’opera d’arte viene superato, ed è come leggere un bel libro, capitolo dopo capitolo. Per questo mi piace la fotografia, ha la potenzialità di narrare un racconto, per immagini.
Tg, quotidiano o informazione su internet
Sempre su internet, e qualche volta il giornale. La carta stampata è in crisi perché su internet si trova tutto ed in tempo reale, a costo zero.
La donna del 2010 come la vedi?
La vedo bene, come quella del 2009 e come quella del 2011.
Preferisci lavorare con uomini o con donne?
Basta lavorare. E con le persone giuste. Odio le persone che non sono precise e che non hanno le idee chiare, e anche quelle apparentemente troppo impegnate, che quando ci parli sembra che hanno da fare solo loro. Nei miei progetti ci metto sempre grande entusiasmo, la fatica fa parte del gioco
 
Roma è la tua città: c’è un posto in Italia o all’estero dove ti trasferiresti?
Amo Berlino e New York, come molti. Sono città speciali dove tutto cambia in fretta e dove tutto può succedere, e le architetture testimoniano questa grande vivacità. Capisco molto più di una città girando le periferie. Vedere Manhattan da Red Hook a Brooklyn, attraverso l’area portuale ti fa vedere un’altra prospettiva.
Per fare fotografie giro molto e faccio tanti chilometri, quindi non sento l’esigenza di una fuga o di un trasferimento più o meno definitivo. Tornare a Roma tutte le volte non mi dispiace, è la mia città. E’ come affittare in un auto noleggio statunitense un SUV gigantesco e scintillante, per poi tornare a casa e girare con la propria vecchia carretta sputa fumo. Esperienza vissuta. Ci sono affezionato.
Un progetto per il futuroUn sogno
Voglio continuare con quello che sto facendo, c’è ancora molto da fare. Una mostra all’estero, ed un libro fotografico.
 
Un consiglio a chi vuole seguire le tue orme
Il miglior consiglio che sento di dare è di non seguire consigli. E’ importantissimo confrontarsi con gli altri, ma poi l’ultima decisione è sempre la nostra. Costruire un progetto e portare avanti un’idea, metterla su carta o su tela poco importa poi. Prima della tecnica c’e’ sempre il pensiero.

E adesso qualche domanda più specifica:

Fabiano, preferisci essere “riconosciuto” come fotografo o come “artista”?
Poco importa, come dicevo prima. Se devo scegliere meglio fotografo, è più concreto.
Il concetto della fotografia come arte è ancora un po’ nebuloso, da parte del pubblico. Sarà forse per la riproducibilità, volendo all’infinito, di una fotografia, e anche per la larga diffusione delle tecniche digitali, che ci fa sentire tutti un po’ fotografi in erba. Io uso un corredo digitale, e curo in prima persona tutto il processo fino alla stampa della fotografia. Uso photoshop e tutte le tecniche che mi permettono di arrivare a quello che ho in mente. Non sono un nostalgico della pellicola e sto al passo coi tempi. Alle persone che storcono il naso dico sempre di pensare allora di lasciare a casa il cellulare e tornare ai vecchi tempi del telefono pubblico, con il gettone in tasca.
Oltre ad una serie puramente fotografica, faccio anche dei lavori in tecnica mista con resine, su ferro e legno, utilizzando la fotografia. La scelta dei materiali, e il desiderio di lavorare manualmente sulla foto sono complementari al racconto che sto portando avanti sui luoghi abbandonati. La fotografia è arte, la tecnica passa in secondo piano.
 
Le tue “modelle” sono fabbriche in disuso e luoghi abbandonati: cosa ti guida nella scelta di questi soggetti? Cosa trovi di particolarmente affascinante nello stato di degrado che poi tu ritrai?
Sono rimasto affascinato da questi luoghi, dall’atmosfera che si respira, è tutto sospeso, in un tempo passato. Quello che mi interessa non è fare una denuncia dello stato di abbandono, ma cercare la bellezza. Mi concentro sull’estetica di alcune architetture, non faccio assolutamente un lavoro di documentazione dei luoghi. Il focus non è sul degrado. Per dieci posti visitati in media riesco a tirar fuori una o due fotografie. Prima mi documento sui luoghi, faccio una vera e propria ricerca sui libri e su internet, poi vado a vedere di persona. Sto lavorando ad una serie di fotografie, quindi solo se c’e’ qualcosa che mi colpisce e che è funzionale al mio racconto apro il cavalletto, studio l’inquadratura, e scatto. Sono parsimonioso, faccio poche fotografie! E poi c’è la luce, che per me è essenziale: cerco di avere nelle mie inquadrature sempre molto contrasto tra luce e ombra e devo aspettare il momento giusto. E’ simbolico: in questi luoghi ci sono molte zone d’ombra, e la luce fa parte di quel che resta.
 
La società odierna combatte il trascorrere del tempo esaltando tutto ciò che è nuovo, “incorruttibile”, innovativo. In questo senso tu vai controcorrente. C’è un messaggio relativo al trascorrere del tempo che vuoi far emergere grazie alle tue opere?
Nessun messaggio particolare e nessuna denuncia. Il titolo della mia ultima mostra al Museo di Roma in Trastevere è “Il mondo che non vedo” , è qualcosa che abbiamo sotto gli occhi e che fa parte del nostro passato, ma anche del nostro presente. Questi luoghi e queste strutture resistono al passare del tempo, private delle presenza umana e quindi degli attori principali che gli facevano prendere vita. Rimangono in piedi e ci raccontano ancora qualcosa. In questi tempi di crisi economica credo sia una indagine non troppo nostalgica, ma al passo coi tempi. Quante fabbriche stanno chiudendo, quanti cinema di quartiere sono stati divorati dai multisala. Non sono comunque un nostalgico, mi piace l’innovazione.                           


Adesso parliamo del tuo ultimo successo: Vincitore del Celeste Prize per la sezione “Fotografia”. Ci descrivi l’emozione dell’assegnazione del premio e più in generale l’esperienza del concorso?
E’ stato sinceramente inaspettato, perché il genere di fotografie che faccio non sono molto “commerciali” e di facile lettura. Una grande emozione, trovarsi a New York per la mostra e per l’annuncio in diretta dei vincitori. Tra l’altro scelti con un sistema molto democratico, i finalisti scelti da un comitato di curatori e critici, e il vincitore votato con la maggioranza dei voti dei finalisti partecipanti al premio. Non me lo aspettavo, è stata premiata una fotografia, ma anche tutto il progetto che ho portato avanti questi ultimi anni. Fantastico.
 
Quanto sono importanti iniziative come questa per la crescita di un giovane artista e quali sono in particolare le tue aspettative dopo questa vittoria?
Credo molto importanti. Si è a confronto con altri artisti, ci si mette in gioco di fronte a una grande vetrina. Io sono molto competitivo e per me ogni nuovo progetto è una sfida e ci credo profondamente. Ad una grande aspettativa corrisponde quasi sempre una grande delusione, questa volta è andata bene, sono positivo, e me la godo! Ora vediamo che succede, il giorno dopo la vittoria a New York ho affittato una macchina e mi sono rimesso al lavoro, bisogna spingere forte.
Ho in mente un libro fotografico. Sto lavorando anche ad un nuovo progetto di fotografie, ad una nuova serie.
 
C’è qualcuno a cui vuoi dedicare il premio?
A mio padre, alle persone che mi hanno sostenuto e mi sono state vicine. A me stesso, che ho tenuto duro. 


mercoledì 22 dicembre 2010

"Cinque minuti con... Christian Balzano" puntata n°0

Vorrete perdonarmi la qualità... 
Questa è la puntata n°0 di un progetto che si chiamerà "Cinque minuti con..". una serie di micro interviste ai vari protagonisti del "mio" mondo dell'arte...
Il risultato, molto artigianale, con set ancora da finire, tecnologia da mettere a punto, audio pessimo, telefonini che squillano e non so più quanti altri difetti ancora... è pessino!  ma mentre stavamo sistemando il tutto, è passato a trovarmi l'amico Christian Balzano per fare gli auguri (appena rientrato dagli States dopo l'avventura Art-Basel). L'ho coinvolto immediatamente in questa mia avventura e lui, molto gentilmente si è prestato a fare da cavia... 
Grazie a Christian.

Su INSIDE ART l'articolo/intervista a proposito di "THE SKULL"...

Pubblico molto volentieri l'articolo/intervista pubblicato sul numero ora in edicola, di INSIDE ART (http://www.insideitalia.it/index.php?section=news&idNotizia=74489&idarea=49 ) a proposito della mostra curata presso LaContemporanea Studio|ArtGallery. Grazie alla redazione e all'ottimo lavoro della galleria. Complimenti!





Sguardi mortali

«Ricordo che alcuni mesi fa, lavorando al progetto Prospettive contemporanee insieme a Cristiana Pecile e Marzia Altaira Grazzini, notai un anello, raffigurante un cranio, in ceramica. Mi colpì molto e tutti insieme capimmo l’importanza di dare un seguito a questo accadimento». Il “seguito” è rappresentato dalla collettiva"The skull" – allestita fino al 15 gennaio alla Contemporanea di Torino – e a parlare è Roberto Milani, curatore della mostra insieme a Pecile e Grazzini, rispettivamente "art director" e "project manager" della galleria.

Promossa insieme alla casa d’arte San Lorenzo di Milano, la rassegna ha come tema centrale il teschio, interpretato attraverso la sensibilità, lo stile e la tecnica di sedici artisti. Si va dalle atmosfere lugubri delle pitture di Giuseppe Bombaci alle provocazioni fotografiche di Danilo Pasquali, dall’esercizio pittorico su lamiera ossidata di Roberta Ubaldi alle visioni pop e coloratissime dell’ex Bluvertigo Andy e di Massimo Gurnari. E ancora, le installazioni di Alice Olimpia Attanasio, che insieme da Patrick Van Roy elargisce un contenuto di dolcezza alla scatola cranica, e quelle di Paolo Ceribelli, che fa suo il simbolo dell’essenza umana per suscitare approfondimenti ironici sul tema dell’umanità. Senza dimenticare la versione fumettistica di Marco Minotti e quella irriverente di Thomas Berra, le opere di Giuseppe Linardi e Claudio Cavallaro – concettualmente ironica la prima, ricca e fenomenale la seconda – accanto alle interpretazioni pittoriche di Gianluca Negrini, Luis Feo, Alessandro De Gregorio e Maurizio Carriero, emozionanti per la capacità di restituire su tela l’immagine interiorizzata dell’elemento cranico.

«Tra questi artisti non esiste un vero e proprio filo conduttore, se non il soggetto scelto. Ho chiesto loro di non modificare il proprio gesto o il proprio pensiero», prosegue Milani, precisando che «l’obiettivo è quello di proporre al pubblico un’immagine che allontani le sensazioni negative che normalmente il teschio ispira, fornendo una chiave di lettura dissacrante e provocatoria dell’elemento umano che più leghiamo alla morte». Dunque una collettiva volta alla riflessione più profonda, «dove colori, forme e pensieri si fondono per originare un pensiero univoco: l’uomo e la sua arte sono solo un momento. Tutto il resto è vita», conclude il curatore.
Info: www.lacontemporaneatorino.com

vedi anche: http://lastanzaprivatadellarte.blogspot.com/2010/11/skull-collettiva-cura-di-christiana.html

martedì 21 dicembre 2010

Modigliani Scultore al Mart di Rovereto

Si è inaugurata il 18 dicembre scorso, al Mart di Rovereto (http://www.mart.tn.it/default.jsp?ID_LINK=252&area=42 ) la mostra "Modigliani Scultore". 
Un evento straordinario dedicato al grande maestro livornese, Amedeo Modigliani. Un nucleo di eccezionali sculture dell'artista, mai esposte insieme, e selezionate dopo un minuzioso lavoro di ricerca scientifica durato sei anni. A cura di Gabriella Belli, con il supporto di un comitato scientifico coordinato da Flavio Fergonzi e Alessandro Del Puppo, di cui fanno parte Anna Ceroni, Eike Schmidt e Kenneth Wayne.


Oltre alle sculture che caratterizzano la mostra mi piace sottolineare la presenza di alcune disegni dove tra questi trova spazio anche un opera degli amici dello Studio Guastalla 
Dal 18 dicembre 2010 - al 27 marzo 2011

PANOPTICON_ personale di Alice Olimpia Attanasio a Milano

Di questa artista ho parlato in più e più occasioni. 
Se lei non ha nulla in contrario posso permettermi di dire che l'ho vista muovere i suoi primi passi... 
Ora è lì che corre! 
Meno di un anno fa il suo genio era già maturo, forse ancora solo un po' acerba tecnicamente, non tanto nelle creazioni quanto pittoricamente. 
Ora anche su quel fronte ha colmato alcune lacune che la indirizzano in maniera totale verso una cifra stilistica propria e personale. Della serie artisti si nasce pittori si può diventare!




Maelstrom Art Gallery, fedele al proprio obiettivo, prosegue l’attività di selezione e promozione di giovani talenti con la mostra personale di Alice Olimpia Attanasio, vincitrice dell’ultimo Premio Arte Laguna “under 25” e recente finalista al premio Italian Factory.

Panopticon, l’occhio che tutto scruta. C’è tutta Alice Olimpia Attanasio in questa mostra: carte, installazioni, sculture, un video. Ogni sala è la parola di un discorso che si riverbera nella globalità della mostra stessa. Panopticon, un colpo d’occhio preliminare sul mondo là fuori, l’afflato di una rivoluzione spirituale cadenzata dai riti di passaggio che conducono alla rivelazione finale.





da mercoledì 19 gennaio 2011 alle ore 18.30 - sabato 5 marzo 2011 alle ore 21.30

Maelstrom Art Galllery
via Ciovasso 17
Milano, Italy



Max Papeschi - Bambi's Mother is Dead!

Un altro colpo di genio di Max Papeschi... da vedere e fare proprio...


Bambi's Mother is Dead!
Max Papeschi Solo Show

Spazio Stendhal36 - Via Stendhal 36, 20144 Milano
Mostra a cura di Giacomo Momo Gallina e Federico Melegaro

Vernissage
martedì.
18/02/2011
h. 19.00
Ingresso
libero

Mostra
18/01/2011 | 12/02/2011
15.00-20.00 su appuntamento
Ingresso libero

Subito i miei occhi si riempirono di lacrime, lo stesso vale per mio padre. Avevano ucciso la madre di
Bambi e anche colui che consideravo invincibile e custode dei miei desideri e sogni, non poté farci
nulla. Mi sentii pervadere da un senso di terrore e disperazione: al mondo non esistevano più solo
coccole e Babbo Natale ma, esistevano anche i cacciatori…

Da martedì 18 gennaio fino al 12 di febbraio - h.15.00-20.00 tutti i giorni, su appuntamento, saranno visibili le opere di Max Papeschi, compresi molti inediti. La dissacrante ironia dell’autore che punta al disincanto vero e proprio, sfrutta l’immaginario collettivo della fabula e mostra, in modo trasversale, temi quali il consumismo, i genocidi di massa e le guerre. Tutto questo è possibile tramite la sovrapposizione di piani semantici differenti perché il personaggio in evidenza esalti il contesto ponendo in essere la domanda: ma come può essere possibile?
Nella sua arte, come in tutto, il termine di paragone risulta
indispensabile per una presa di coscienza reale. In questo Max, si è dimostrato maestro e porta allo spazio Stendhal 36, non solo opere già famose e presenti in tutto il mondo ma, anche inediti che faranno riflettere.
La mostra si dipanerà in una serie di opere suddivise in tematiche quali la religione , la famiglia, la storia e la
politica.Temi sempre attuali che non mancheranno nel suscitare spunti di riflessione, polemiche e dibattiti.
Inoltre, verrà proiettato un video sulla situazione sulla repubblica italiana di oggi.

“ …Il primo amore di Max Papeschi non sono state le tele, i pennelli, gli scalpelli o la fotografia, ma le tavole del
palcoscenico e le macchine da presa degli studi televisivi. Papeschi, infatti, si diploma, verso la metà degli anni 90 alla
prestigiosa scuola Paolo Grassi di Milano e inizia una carriera come regista teatrale e televisivo. Molte sono le sue
partecipazioni a produzioni di successo e l’ambiente dello spettacolo contribuisce in maniera fondamentale alla
formazione di una sua personalissima estetica, che trova sbocco, quasi per caso, poco più di un paio di due anni orsono,
in una serie di opere, veri e propri aforismi visivi, realizzati con la tecnica dell’elaborazione fotografica digitale.Benché
il medium artistico utilizzato da Papeschi si riveli di grande modernità, risente direttamente degli influssi della cultura
del collage, non tanto nell’accezione tipica di certa produzione artistica tipica degli anni 60/70, quanto in quella direttamente desunta dall’esperienze di derivazione Dada e Bauhaus.Proprio la forte influenza della poetica di Hanna Hoch e del Dada tedesco, mixati con evidenti riferimenti al Pop, permettono di individuare una utile chiave di lettura della produzione di Max Papeschi. Il risultato di questo mix di rimandi è un lavoro che, senza timore, si può definire
caustico, graffiante, caratterizzato da contenuti forti che colpiscono in maniera inesorabile ed ironica i vizi e le virtù della società contemporanea.I personaggi dei cartoni animati, simbolo universale di un mondo rassicurante e perfetto, perdono la loro funzione per veicolare un’ indagine, non scevra di implicazioni sociologiche, sulla realtà contemporanea, dando vita a composizioni dove un ricercato gusto per il non sense stravolge i tradizionali topoi culturali a cui siamo abituati. Papeschi recupera una certa dimensione sociale dell’arte vestendo, metaforicamente, i panni del giullare-inteso come personaggio libero e istrionico che si può permettere un approccio critico verso le realtà più consolidate-e si concede, per mezzo della sottile arma dell’ironia, la possibilità di provocare con l’ intento di sollecitare una riflessione mai banale sul contemporaneo….”
Igor Zanti


Info e ufficio stampa:
Giacomo Momo Gallina e Federico Melegaro
Tel +39.329.11.888.19/+39.340.56.00.381 e-mail: giacomogallina@gmail.com - fedemele@hotmail.it

...Buon Natale e Buon Anno...


Buon Natale e Buon Anno


Milano più vicino all'Europa? Sembrerebbe di sì... al via il progetto in Citylife

Poche righe per commentare una notizia che mi sembra essere grandiosa. Sembrerebbe che finalmente anche Milano possa avere un proprio Museo per il Contemporaneo...
Infatti dopo l'apertura del Museo del '900 (6 dicembre scorso http://www.museodelnovecento.org/ ), gira la voce che siano arrivati i fondi necessari per dare il via a questo progetto che finalmente adeguerebbe Milano al resto delle grandi città d'Europa. La città sembra essere pronta... e i cittadini?