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giovedì 30 dicembre 2010

Ernesto Treccani - Spazi e colori di Lucania - a cura di Massimo Bignardi e Nino Tricarico

Ernesto Treccani

Una sua opera è stato il mio primo acquisto. Avevo circa 15 anni. Purtroppo non ce lo più, lo rivenduta poco dopo. Sicuramente, Ernesto Treccani, è stato per me illuminante. E' stata una di quelle figure che inconsapevolmente mi ha portato a fare quello che faccio. Oggi, pur riconoscendo la sua presenza come  fondamentale nella cultura artistica italiana, comprendo la sua marginalità nel mercato dovuta ad un'eccessiva produzione ed una mancata capacità di rinnovamento. Ma a parte questo aspetto, mi fa piacere mettere a conoscenza i lettori di questa "stanza" di questa importante mostra che la sua seconda terra (la Basilicata), ha organizzato in uno degli ambienti più prestigiosi del suo capoluogo: Potenza.


GALLERIA CIVICA - PALAZZO LOFFREDO
 
Potenza - dal 30 dicembre 2010 al 30 gennaio 2011
Largo Duomo (85100)
+39 097127185 , +39 097127185 (fax), +39 0971415009
Ernesto Treccani - Spazi e colori di Lucania
Sculture, dipinti, acquerelli, disegni, realizzati in massima parte nel territorio lucano il cui dichiarato desiderio era: “ coniugare la malinconica luce lombarda con la drammaticità della luce meridionale”

Comunicato stampa
Sarà inaugurata martedì 30 dicembre 2010, alle ore 18,00, nella Galleria Civica di Palazzo Loffredo la mostra “Ernesto Treccani. Spazi e colori di Lucania”, curata da Massimo Bignardi e Nino Tricarico, e realizzata dall’Amministrazione Comunale di Potenza in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Museo e la Città e Maddalena Treccani Muzio. Sculture, dipinti, acquerelli, disegni, realizzati in massima parte nel territorio lucano il cui dichiarato desiderio era: “ coniugare la malinconica luce lombarda con la drammaticità della luce meridionale”.

“Ad un anno dalla scomparsa di Ernesto Treccani mi è particolarmente gradito inaugurare questa mostra – scrive il Sindaco Santarsiero – dedicata alle sue straordinarie opere, frutto non tanto del suo lavoro, ma di quella che nel suo caso è lecito definire una “vocazione autentica”. Le sue nature morte, i suoi paesaggi, gli oli su tela che ritraggono volti, il suo volto in autoritratti di rara intensità. Da tutto il suo percorso artistico traspare l’anima di un uomo veramente autentico, autenticamente vero, essenziale, nella sua semplicità affascinante. E così i suoi trascorsi nel capoluogo di regione lucano, e poi il suo muoversi qui e là in Basilicata, non possono che inorgoglirmi come Sindaco della città che rappresento, parte integrante della comunità regionale. Un grazie a Nino Tricarico, apprezzato artista Potentino e amico personale di Treccani, che ha contribuito in maniera determinante non solo alla organizzazione di questa mostra che arricchisce la storia della nostra Galleria Civica, ma anche alla conoscenza nella nostra comunità di questa figura di grande artista nazionale. Una vita vissuta in nome dell’arte e in sintonia con l’ambizioso obiettivo di questa amministrazione comunale che ha sempre considerato l’investimento in cultura un fattore imprescindibile per costruire solidi processi di sviluppo sociale ed economico.”

Le opere in mostra, vanno dal 1948 al 2006 quasi tutte inedite tranne quelle che si riferiscono alla lettura per immagini dei sonetti del Petrarca. Esse attestano il realismo poetico che caratterizza il lavoro artistico di Treccani, nonché l’interesse e l’amore per la Lucania.

“In Lucania – ricorda Nino Tricarico nel saggio al catalogo – venne la prima volta nel 1956 con il poeta francese Jarlot. Poi arrivò a Potenza, era il 1958, per una conferenza al Circolo Lucano Universitario. Dal 1970, anno in cui ha avuto inizio la nostra frequentazione e amicizia, Ernesto è stato costantemente presente nella nostra regione, almeno due volte l'anno, in primavera e in autunno. Si andava a dipingere a Bella nella casa di Tonino e Maria, a Molino di Piede a Pignola per le grandi tele[…] Si discuteva della difficile condizione umana di oggi, senza passioni e ideologie; dell'amore per il nostro territorio e della fertile creatività che essa sollecita; della sostanziale differenza tra la luce lombarda "che è bella quando è bella" e la luminosità del paesaggio di Basilicata avvolta nella luce e negli spazi riconcilianti al di fuori del tempo e del rumore; luoghi in cui i sogni profondi degli uomini e in definitiva la loro realtà, sono ripuliti da tutte le infinite scorie della vita vissuta; della Lucania come modello di bellezza, della ossessiva necessità di ritrarla e della voglia di ritornare.”
“Il colore – rileva Massimo Bignardi – è certamente la chiave di lettura di questa mostra: lo è sia in quanto identità di uno spazio che l’artista impara a scoprire, dapprima, servendosi dell’esercizio del disegno, ossia regolando i contorni delle figure, delle case, dei volumi, per poi sottoporli alla verifica della luce che, se pur continua a non essere impressionista, acquista toni di un’astrazione lirica, sia perché sarà il punto di una nuova sperimentazione compositiva che impone una gestualità viva, immediata, pronta a cogliere il “colore della vita”, così come l’artista stesso afferma.
[…] Il giardino di Livia, pone due aspetti che ritengo importanti per comprendere la svolta registrata dalla pittura di Ernesto nei primi del decennio Settanta: innanzi tutto il rinnovamento del ‘carattere cromatico’ con una scelta, sulla tavolozza espressionista, di colori che combinandosi tra loro sostengono il carattere tipico ed irripetibili dei suoi dipinti. Al tempo stesso mette in gioco, forse complice la luce dei paesaggi lucani e di un ritrovato Mediterraneo, una nuova stesura del tono cromatico: agendo sui livelli di alta luminosità, quasi a sfiorare il colore saturo, immediatamente evocativa dello spazio e della materia, Treccani opera una sutura tra l’istante emotivo dell’impressione e la percezione ottica. Opera una sorta di revisione dei termini ‘realtà’ ed ‘astrazione’, ponendoli su un piano di coniugazione che non è solo quello formale, quanto smuove i livelli strutturali, cioè l’impalcatura, direbbe Itten, “intellettuale-simbolica” propria delle sue esperienze precedenti…”.

Per l’occasione della mostra è stato pubblicato, da Claudio Grenzi Editore, il volume Ernesto Treccani. Spazi e colori di Lucania , con un’introduzione di Vito Santarsiero, i saggi di Massimo Bignardi e di Nino Tricarico; un ampio apparato con scritti dell’artista, antologia della critica e un profilo biografico e bibliografico curato da Maddalena Muzio Treccani. 

                                                  
ERNESTO TRECCANI nasce a Milano il 26 agosto 1920, Treccani maturò il suo impegno antifascista e compì insieme le prime esperienze artistiche. È il periodo di "Corrente", la rivista che durante i suoi due anni di vita (1938-1940) costituì un importante fronte della cultura antifascista italiana soppressa d’autorità allo scoppio della guerra….
Insieme agli amici Birolli, Guttuso, Migneco e Sassu ha esposto per la prima volta alla Bottega di Corrente nel 1940 e, sempre alla Galleria di Corrente e della Spiga, nel 1943, con Morlotti e Cassinari. Di questo periodo sono il piccolo Autoritratto, la Natura morta con il pentolino, Renza nei panni d'arlecchino. La Galleria del Milione presentava nel 1949 la sua prima personale, con una monografia a cura di Duilio Morosini. Poco prima dell'incontro con la realtà del Mezzogiorno e il paese di Melissa, Treccani iniziò a dipingere per lunghi periodi a Parigi. Sono di quel periodo
le periferie operaia le fabbriche grigie dei quadri nati a Parigi che si ricollegano alla periferia industriale di Milano e ai quadri: Milano 1952 (Museo Puskin), Arlecchinata a Porta Volta, (1953-1954); più tardi, ma nell'ambito della stessa tematica, la serie di paesaggi urbani con le strade solitarie e gli uomini nella nebbia, Sulla Vespa (1958), Le notti bianche (1958), Nella città (1959). Nel 1950 durante le prime occupazioni delle terre nel Mezzogiorno, si recò in Calabria e Melissa divenne fonte inesauribile per il suo lavoro: Sulla terra (1951-1952), Ritorno a Fragalà (1953), La terra di Melissa (1955), Sciopero di minatori (1958-1959). In questi anni ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1950, 1952 e1956 con sale personali, ha esposto a Londra alla Leicester Gallery, e a New York alla Heller Gallery, e nel 1955 ha fatto parte di una delegazione culturale in Cina, Dagli anni sessanta in poi, per di Treccani pittore e uomo di cultura ha inizio una stagione felice; è un fiorire di opere e una moltiplicazione di iniziative che nascono sempre da un profondo amore per uomini e cose: dalle cinque grandi tele ispirate a La luna e i falò di Pavese (1963), alla serie di acquarelli dedicata a un viaggio a Cuba compiuto nel 1965, dagli oli: Sicilia si muove, Ragazzo fiore, Verso nuova pace, Rosso Cavaliere, Dove nasce il Basento, La favola di Marica al Popolo di volti, una tela di cinque metri con centinaia di volti che Treccani iniziò il giorno dell'attentato di Piazza Fontana a Milano, esposto a Palazzo Reale nel trentesimo anniversario della strage…
Oltre alle numerose mostre in tutta Italia, bisogna ricordare la grande mostra a Volgograd, Mosca e Leningrado organizzata dal Ministero della Cultura sovietico nel 1976, l’ampia antologica che il comune di Milano organizza al Palazzo Reale, nel 1989 e la retrospettiva delle sue opere ospitata dalla Fondazione Bandera di Busto Arsizio nel 2003. Del 2004 è il ciclo delle grandi vetrate Energia, luci e colori esposta a Lugano, Riga e Praga mentre nel 2006 il Comune di Forte dei Marmi ha allestito al Fortino la mostra Le mutazioni del realismo- Opere inedite 2003-2006, frutto di una rinnovata ricerca di forme che ha il suo centro nel colore.
Nel febbraio del 1978 Treccani ha dato vita alla Fondazione Corrente, centro di raccolta e studio dei documenti relativi al periodo compreso fra la nascita del movimento e gli anni del Realismo.
Il museo Treccani, struttura contigua alla Fondazione, ha la facciata rivestita da duemila formelle di ceramica chiamata la Casa delle rondini opera del maestro stesso. 

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