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sabato 27 febbraio 2010

"Pensieri sul mio lavoro" di Giuseppe Bombaci

Ad aprile la Galleria San Lorenzo di Milano, ospiterà la mostra personale di Giuseppe Bombaci curata da Alberto Agazzani dal titolo "Zen-Zero"
Personalmente ritengo Giuseppe Bombaci (e non sono il solo a pensarlo) uno degli artisti più interessanti del panorama artistico contemporaneo.
Capace, preparato, che sa dipingere ed esprimere concetti chiari ed esaustivi.
Di seguito oltre ad un opera pubblico un suo scritto che introduce il concept della mostra... per me è un grande. Un artista vero... giudicate voi, se ne avete i titoli...
Bravo Giuseppe, è motivo di orgoglio poter lavorare con te!


Pensieri sul mio lavoro


Spesso mi chiedo cosa sia un quadro, una scultura o un’ installazione…
Mi chiedo se una di queste forme d’arte debba essere un modo per vedere “oltre” e non fermarsi solo al risultato di “ bellezza formale” inteso come facile modo per dire qualcosa.

Credo che l’arte e in questo senso il mio lavoro vada in una direzione complessa, una direzione in cui non si crea l’opera, ma piuttosto una “situazione” dove vari elementi convivono: segno , pittura spazio e simbolo.

La mia opera è sempre stata caratterizzata da “differenze” sia formali sia di soggetto: animali, personaggi dimenticati, presenze e simboli convivono, si parlano e si interscambiano informazioni.

In alcuni miei lavori spesso si sovrappongo simboli che in alcuni casi hanno carattere universale e in altri hanno invece un significato più intimo, perché frutto del mio modo di sentire e di vedere le cose. Questi ultimi a volte sono necessari per svelare “verità” e si configurano in grafie segniche sovrapposte al dipinto (spaccati anatomici, maschere dai lunghi nasi e dalle risate burlesche, radici e forme geometriche). In altri casi invece scompaiono del tutto come nei cani o in alcune vanitas in quanto non necessari all’opera poiché è il soggetto a divenire simbolo esso stesso.
In sintesi il simbolo è necessario a volte per aiutare a svelare un qualcosa, altre volte il simbolo e l’oggetto coincidono e il simbolo stesso si configura in quel oggetto.

Prendiamo ad esempio l’opera “dinamiche sospese” (ovvero l’apparizione di Don Diego) in cui è presente un ritratto di Diego Velasquez che prende forma nella sua apparente liquefazione: diventa una sorta di mia memoria – sia storica che antropologica - a causa sia delle mie origini di uomo del sud sia delle influenze spagnole derivate dalle invasioni storicamente documentate nei miei luoghi di origine. Allo stesso tempo è anche l’espressione di amore personale per un certo tipo di pittura.
Alla figura si sovrappongono le grafie delle maschere dai lunghi nasi che diventano burlesche e che a volte fanno germogliare pseudo radici esistenziali, o grafie che rappresentano dei ganci ai quali quella memoria può simbolicamente essere appesa e tirata fuori nel momento più necessario.

Nei dipinti rappresentanti i Buddha il soggetto non è scelto come si potrebbe immediatamente pensare come simbolo religioso, ma viene presa in considerazione la sua immagine burlesca, proprio ad indicare che l’arte non deve essere mai presa sul serio ma deve essere libera. Questo gruppo di opere è caratterizzato anche da lievi segmenti che interrompono lo spazio del dipinto per suggerire una dimensione diversa.

I cani o “guardiani” diventano simbolo di se stessi, sono inesorabili guardiani di una bellezza da custodire. Sono allo stesso tempo anche memorie del mio vissuto, in quanto ricordano le storie dei miei avi, abili cacciatori di selvaggina che mitizzavano i loro cani, elevandoli al rango di divinità proprio per le imprese di caccia. La composizione dei dipinti in una sorta di quadreria mi riporta visivamente all’infanzia nel ricordare le foto dei cani sulla parete della casa di mio nonno.

Le sculture dei tre bambini che ridono semplicemente stanno ad indicare che tutto è un inizio, un punto “0” ma indicano anche la fragilità di questo inizio, non a caso sono infatti realizzate in cera.

Giuseppe Bombaci 2010.


vedi anche:
MERCOLEDÌ 10 MARZO 2010
"ZEN-ZERO" personale di Giuseppe Bombaci a cura di Alberto Agazzani
http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=6846535364723813652&postID=8486157865162108003

1 commento:

  1. Un attento osservatore direbbe le stesse parole, perchè a mio avviso come dice Roberto siamo dinanzi ad una di quelle poche realtà artistiche che tali possono essere definite senza riservo. Un artista completo. Ho una grandissima stima del suo lavoro e della persona, lo seguo da tempo e mi ha insegnato tanto, sopratutto a riconoscere in silenzio la bellezza e la validità di un opera. Bravo Giuseppe e un grazie anche Roberto, che riconosce in te senza mezzi termini un valido artista che merita il tuo spazio e il suo tempo. Non vorrei dirlo ma aspetto con ansia quell'aprile.
    Buonagiornata.
    David lenaz

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